Non vince il centrosinistra vince l’astensionismo - QdS

Non vince il centrosinistra vince l’astensionismo

Carlo Alberto Tregua

Non vince il centrosinistra vince l’astensionismo

sabato 15 Giugno 2013

I grilletti verso l’estinzione

Il fatto che sedici capoluoghi nazionali siano andati al centrosinistra e Catania a Enzo Bianco (l’ala liberal del Pd) ha fatto usare dai responsabili del Pd grosse parole di soddisfazione, del tutto fuori luogo. Ci spieghiamo meglio con un esempio.
Ignazio Marino è diventato sindaco di Roma avendo preso ben 11 mila voti in meno di Francesco Rutelli che aveva perso le elezioni. Il che significa che ha vinto l’astensionismo, non il centrosinistra.
e questo è molto grave se si aggiunge il processo di estinzione di quel fenomeno che è durato l’éspace d’un matin. Il comico genovese, non avendo alcuna cultura politica, non avendo studiato la storia e i suoi avvicendamenti di questi ultimi tremila anni, si era illuso di potere gestire una forte ondata di protesta per cambiare le istituzioni.
Gli elettori che avevano votato l’M5S, appena il 24 febbraio scorso, l’hanno abbandonato in massa perché hanno capito che egli non aveva alcuna possibilità di fare neanche un infinitesima parte delle cose che prometteva. Hanno visto che alla protesta, alcune volte giusta, non è seguita la proposta e si sono accorti che i 163 parlamentari erano gente raccogliticcia, senza alcuna esperienza e quindi senza alcuna capacità di incidere sulla vita istituzionale.

Morto di fatto l’M5S, il Comico genovese potrà ritornare a raccontare le sue boutade nei teatri, perché la piazza e la rete non saranno più i luoghi delle sue performance.
Cosicché gli elettori che speravano di trovare un interlocutore nei grilletti, disperati, non sono andati più a votare, tanto che in questo secondo turno solo uno su quattro ha espresso il voto, un autentico disastro in quanto viene meno il giusto rapporto fra popolo e rappresentanti delle istituzioni.
Del tutto fuori luogo, quindi, le manifestazioni di giubilo del partito democratico e dei suoi alleati. Caso diverso è la vittoria di Enzo Bianco, a Catania, perché i votanti sono stati quasi due su tre, pienamente legittimando la sua elezione al primo turno, fatto che non era per niente scontato.
Con Orlando, Bianco ha ricostituito la famosa stagione dei sindaci denominata “la primavera”, risalente al 1994.
 

Intanto si sono insediati 577 sindaci sul territorio nazionale e 121 in Sicilia. I restanti 21 saranno eletti il prossimo 23 giugno.
Da questa tornata elettorale emerge un dato molto positivo e cioè che questa legge funziona perché l’indomani della proclamazione i sindaci prendono in consegna le proprie amministrazioni e possono mettersi immediatamente a lavoro.
Funziona anche perché lo sbarramento del 5 per cento, contro cui si infrangono i partiti, non consente l’elezione dei consiglieri comunali.
Non si capisce perché il Parlamento non approvi una legge elettorale per il Sindaco d’Italia. In questo caso, però, i parlamentari dovrebbero essere eletti anch’essi in due turni, con lo stesso meccanismo del ballottaggio fra i due più votati al primo, o nessun ballottaggio, se un candidato raggiunga la metà più uno dei voti al primo turno.
È proprio l’inconcludenza del ceto politico che va incontro più al suo interesse che non a quello degli italiani, che ha disgustato gli elettori allontanandoli dal massimo esercizio di democrazia che sono le elezioni.

Se i gestori dei partiti non si ritengono al servizio dei cittadini, dai quali percepiscono emolumenti e rimborsi di ogni genere attraverso le imposte, e si avvicinano ai loro datori di lavoro approvando e semplificando le leggi in modo che ogni cittadino possa ottenere un servizio efficace e in tempi brevi, continueranno nella strada in discesa che li porta al precipizio. Ma intanto i sindaci comincino a lavorare da subito.
Enzo Bianco eredita una pessima situazione e dovrà, se vorrà ribaltarla, utilizzare le migliori risorse professionali che vi sono in Sicilia e in Italia, cui chiedere supporto, possibilmente gratuito, per rimettere in sesto una macchina sgangherata senza guardare in faccia a nessuno.
Auguri Sindaco, per te il QdS apre una linea di credito. A te onorarla con le azioni. Facendo.

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