Appalti, sponsorizzazioni e assunzioni facili gestione dell’Ato Cl2 nell’occhio del ciclone - QdS

Appalti, sponsorizzazioni e assunzioni facili gestione dell’Ato Cl2 nell’occhio del ciclone

Liliana Blanco

Appalti, sponsorizzazioni e assunzioni facili gestione dell’Ato Cl2 nell’occhio del ciclone

giovedì 20 Giugno 2013

La Procura vuole far luce sull’operato del commissario liquidatore della società, Giuseppe Panebianco

CALTANISSETTA – Aveva promesso di portare una ventata di pulizia nell’organizzazione dei servizi di raccolta dei rifiuti, ponendosi come braccio operativo del Governo della legalità di Rosario Crocetta. Le cose, almeno per il momento, sembrano però aver preso una piega diversa per Giuseppe Panebianco, commissario liquidatore dell’Ato Cl2, destinatario di un avviso di garanzia consegnatogli dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela.
I magistrati vogliono far luce sul presunto spreco di denaro pubblico messo in atto dall’Ato, ma nel mirino della giustizia è finito anche l’imprenditore Nuccio Li Pomi, socio della Multiservices, della General service e di una ditta individuale, il quale secondo le risultate investigative sarebbe il destinatario dell’affidamento dei lavori di competenza dell’Ato per effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria della discarica di Timpazzo. Il tutto senza l’espletamento di gara d’appalto.
Ciò, secondo gli inquirenti, in dispregio ai principi di trasparenza nell’affidamento di lavori e servizi. Le società sono state chiamate dall’Ato ambiente a svolgere i lavori in economia, ma per la Procura i continui affidamenti di lavori puzzerebbero di illecito. Il reato configurato sarebbe quello di truffa, che sarebbe stata addirittura realizzata con l’emissione di fatture false per lavori mai eseguiti.
L’attenzione della Magistratura si è rivolta in particolare ai fatti risalenti allo scorso anno, quando si sono verificate le prime intimidazioni nei confronti di Panebianco. “Se qualcuno pensa – disse il liquidatore in quell’occasione – che la mia azione di legalità e pulizia nell’ambito dell’Ato si fermerà con questi atti delinquenziali si sbaglia di grosso”.
Nel maggio dell’anno scorso negli uffici dell’Ambito territoriale di Gela furono scoperte alcune microspie, segno evidente di indagini ambientali in corso, e ancora una volta il commissario liquidatore sottolineò di voler collaborare con la giustizia come rappresentante della legge. Ma ne frattempo l’attività dell’Ato si arricchì di nuove iniziative che hanno attirato ulteriormente le attenzioni degli investigatori: in particolare sponsorizzazioni di tornei sportivi e manifestazioni pubbliche per promuovere la raccolta differenziata con un considerevole esborso di denaro (cosa non da poco viste le difficoltà economiche in cui versano le Ato siciliane).
Il 14 febbraio, poi, la Polizia sequestrò gli incartamenti dell’Ato per controllare conti, transazioni e vecchie pendenze, legate proprio alle spese sostenute per i patrocini. Il 22 febbraio, il commissario liquidatore Panebianco presentò le dimissioni parlando di generici “motivi personali”, ma queste vennero rigettate dal Cda.
E così si è arrivati a qualche giorno fa, quando gli agenti della Squadra mobile di Caltanissetta e i militari della Guardia di Finanza di Gela hanno sequestrato documenti cartacei e file multimediali, proseguendo il blitz negli uffici di consulenza fiscale, nelle sedi legali delle società, nelle abitazioni di Panebianco e di Li Pomi e nel Municipio gelese. Il materiale cartaceo e multimediale sequestrato è ora passato ai raggi x dai Finanzieri e dalla Polizia, visto che oltre agli illeciti ipotizzati si sta cercando di capire se ci siano state, da parte della società d’ambito, anche delle assunzioni irregolari.
Ma queste non sono le uniche ombra che in questi giorni si sono allungate sull’Ato Cl2 e sul settore dei rifiuti nell’area gelese. Di recente, infatti, il segretario generale della Camera del lavoro della Cgil, Ignazio Giudice, ha puntato il dito contro le imprese Sap e Roma costruzioni, che eseguono il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Gela e in altri Comuni dell’Ambito territoriale. Stando a quanto riferito da Giudice, le imprese non rispetterebbero gli impegni contenuti negli accordi sindacali.
 
“Da mesi – ha spiegato – come si evince da verbali d’incontro conservati da Comuni, Ato e Prefettura, le due ditte continuano a disattendere gli impegni. Particolari responsabilità sono attribuibili alla Sap Srl di Agrigento, che deve erogare il pagamento di 50 buoni pasto, altrettanti mercati settimanali, indennità notturna di aprile 2012 e saldo del mese di maggio. La ditta ha poi un debito con i 20 lavoratori che eseguono a Gela il servizio di diserbo manuale con carrellini, che devono ricevere tre mensilità.
“Durante l’ultimo incontro in Prefettura – ha aggiunto – è stato siglato un accordo che prevedeva l’impegno del Comune di Gela al pagamento puntuale del canone per consentire l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro. Attualmente c’è un contraddittorio tra le imprese e l’Ato e la situazione si ripercuote sui lavoratori, perché la loro retribuzione viene suddivisa in acconti che non facilitano la serenità familiare. Anche per questo la città che non può contare sul sistema della raccolta differenziata, prevista nel capitolato speciale d’appalto del 2 Luglio 2010 dell’Ato Cl 2.
Per tentare di risolvere la questione i sindacati hanno chiesto la convocazione dell’Amministrazione comunale , del sindaco, e dell’Ato Cl 2, che mensilmente attende i mandati del Comune per trasferire la somma alle imprese.
Il servizio di raccolta da anni subisce rallentamenti “sospetti” per i ritardi nelle retribuzioni dei lavoratori che, periodicamente, incrociano le braccia. In ogni episodio di questo tipo il Comune asserisce di avere pagato le somme dovute nei tempi previsti dal contratto, ma le ditte dicono sempre di non averle ricevute: i lavoratori restano senza soldi e solo dopo gli scioperi vengono pagati con gli acconti.

I sindaci del comprensorio non si vogliono sbilanciare: “Sarà la Magistratura a fare chiarezza sulla vicenda” – Dai primi cittadini di Butera, Delia, Gela, Mazzarino, Niscemi e Sommatino niente da ridire sul servizio svolto

CALTANISSETTA – Sulla questione legata all’attività dell’Ato Cl2 abbiamo sentito sei dei sette sindaci dei Comuni che compongono l’Ambito territoriale.A mancare è soltanto il neo eletto primo cittadino di Riesi, Salvo Chiantia (che non è riuscito a rispondere a causa di queste prime, frenetiche, giornate al Comune).
“Giudico la gestione dell’Ato Cl2 funzionale – ha affermato il sindaco di Butera, Luigi Casisi – anche se i Comuni, ma è un problema che riguarda tutta l’Isola, si sono dissanguati. Stiamo tentando di ridurre le spese con i servizi in house e se è vero che gran parte dei compiti svolti saranno esternalizzati, quello che possiamo fare con le nostre risorse lo faremo. L’avvio delle Srr è andato a rilento, ma finalmente qualcosa sembra muoversi. Cercheremo di ridurre il costo dei rifiuti per i cittadini, anche se da noi non è particolarmente elevato se confrontato ad altre realtà, aggirandosi intorno agli 1,80 € al metro quadro”.
“Sulle indagini in corso – ha concluso – abbiamo fiducia nell’operato dei giudici. Non abbiamo avuto sentore che qualcosa non andasse, con una gestione giudicata positivamente e un servizio che tutto sommato ha funzionato. È vero, adesso c’è un periodo di difficoltà, ma è legato in generale alla mancanza di liquidità e al taglio dei trasferimenti. Appena andremo a regime, con l’incasso di Imu e Tares in primis, contiamo di risolvere i problemi”.
Gli fa eco il nuovo primo cittadino di Delia, Gianfilippo Bancheri: “Il servizio lo giudico positivamente. Sul nostro territorio l’Ato Cl2 ha ottenuto buoni risultati, in particolare con la differenziata al 70%. Certo, si dovrebbe lavorare sui costi di gestione, anche in considerazione del fatto che non sono stati previsti servizi incentivanti per spingere i cittadini al riciclaggio, ma ad aggravare il tutto c’è anche l’elusione fiscale, che a Delia ha raggiunto circa il 40%.
“Ho saputo dell’indagine su Panebianco – ha aggiunto – soltanto attraverso i giornali. Quello che posso dire è che, quando ho preso parte, come assessore della precedente Giunta, alle riunioni dell’Ato, ho avuto un’impressione positiva del liquidatore, sempre attento a rispettare le regole e a far quadrare i conti. Questa è un’opinione personale. Sul resto farà luce la Magistratura.
Il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, guarda già al futuro del settore. “Stiamo lavorando – ha detto – al nuovo progetto di Piano d’ambito e per questo abbiamo ottenuto l’adesione dei Comuni di Licata e Piazza armerina, il tutto in attesa della liquidazione dell’Ato prevista per settembre e la costituzione delle nuove Srr. Confidiamo nell’ottimizzazione del servizio con la nuova organizzazione”.
“Per quanto riguarda l’inchiesta giudiziaria – ha proseguito – noi guardiamo al servizio e ai risultati ottenuti. Per il resto, ci affidiamo alla giustizia, che farà il suo corso”.
A parlare, anche il sindaco di Mazzarino Vincenzo D’Asaro, il quale ha sottolineato come “dal punto di visto amministrativo, il lavoro svolto dall’Ato sia stato eccellente. Basti pensare che siamo una delle Ato più virtuose della Sicilia. Gli unici problemi con cui abbiamo dovuto fare i conti sono stati legati al malfunzionamento delle ditte che gestiscono il servizio per conto dell’Ambito territoriale, in particolare a causa della mancata fornitura di alcune attrezzature”.
Poi, sull’inchiesta giudiziaria ha aggiunto: “Quanto sta accadendo a Panebianco mi dispiace, sia umanamente che come sindaco. Credo sia una persona saggia, che ha lavorato duramente per risanare i conti dell’Ato. Per quanto riguarda l’indagine in corso, così come ho sempre fatto nel corso della mia lunga carriera in Polizia, preferisco evitare di entrare nel merito, sottolineando comunque il massimo rispetto per la Giustizia e le istituzioni”.
Il primo cittadino di Niscemi, Francesco La Rosa, ha invece preferito allargare il campo, puntando i riflettori sulla gestione dei rifiuti in tutta la Sicilia. “La riorganizzazione del servizio – ha spiegato – riguarda una carenza della Regione Sicilia, che non ha ancora diramato le direttive per la formulazione dell’assetto delle Srr. Un altro problema fondamentale è quello dei pagamenti che l’Ente versa con regolarità all’Ato, che a sua volta rigira il denaro alle ditte, ma non arriva altrettanto regolarmente sui conti correnti dei lavoratori. Da quanto ci risulta, devono percepire ancora due o tre mensilità”.
Infine, le parole del sindaco di Sommatino, Salvatore Sanfilippo. “La situazione – ha detto – è precaria. Fin quando c’è la disponibilità dei lavoratori il servizio è soddisfacente, abbiamo oltre il 45% di differenziata. Ma c’è uno strascico delle precedenti amministrazioni che non hanno pagato quanto dovuto all’Ato: attualmente i dipendenti attendono cinque mensilità. La nostra amministrazione ha già versato quasi 400 mila euro, una cifra non indifferente per un Comune come il nostro”.
“Non conosco le accuse su Panebianco – ha concluso – tranne che per quanto letto sui giornali. Per quel che mi riguarda, il commissario è una persona competente e trasparente, dunque anche per questo quanto accaduto mi ha lasciato perplesso. Aspettiamo di conoscere quello che verrà fuori dalle indagini”.

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