Ars, taglio costi politica chiamato pure l’esperto - QdS

Ars, taglio costi politica chiamato pure l’esperto

Raffaella Pessina

Ars, taglio costi politica chiamato pure l’esperto

venerdì 21 Giugno 2013

Sicilia in ritardo, ma Ardizzone promette: “Senza la legge, niente ferie”. Consiglio Lombardia: -14 mln € approvati in una sola seduta

PALERMO – Si è insediata all’Ars la commissione per l’attuazione in Sicilia del decreto Monti, convertito in legge 213 del 2012. Presidente dell’organismo che dovrà sovrintendere alla spending review, è stato eletto il deputato del Pd, Antonello Cracolici. I componenti dell’ufficio di presidenza sono Francesco Cappello (M5S) e Mimmo Turano (Udc) vice presidenti, Vincenzo Fontana (Pdl) segretario.
Con la commissione che avrà il compito di redigere il disegno di legge sui tagli alla spesa pubblica e il disegno di legge sui rapporti tra Governo regionale e Parlamento, collaborerà il costituzionalista Giuseppe Verde. Dopo l’insediamento all’Ars della commissione, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone è intervenuto dichiarando: “La legge sulla spending review e sull’attuazione in Sicilia del decreto Monti dovrà essere esitata prima della chiusura estiva dei lavori parlamentari, altrimenti l’Ars continuerà a lavorare per tutta l’estate”.
 
Concorde il neo presidente Cracolici, che ha affermato: “È necessario rivedere gli aspetti legati ai costi del parlamento e della politica, e dello status di deputato regionale”. E proseguendo: “Dopo cinquant’anni vareremo nuove norme per regolare le modalità della spesa dei fondi pubblici necessari al funzionamento del parlamento siciliano, modificando la legge regionale che nel 1965 agganciò il funzionamento dell’Ars a quello del Senato”. “La commissione – continua Cracolici – lavorerà sugli aspetti legati alla cosiddetta spending review: l’Ars dovrà approvare un testo entro l’estate dal momento che le nuove norme dovranno entrare in vigore dal prossimo gennaio 2014. Subito dopo ci dedicheremo al secondo tema, quello dei rapporti fra Governo e Parlamento, ovvero la cosiddetta ‘legge statutaria’. Sono passati 13 anni dall’introduzione dell’elezione diretta del presidente – continua Cracolici – ci sono molti aspetti da affrontare e integrare: penso ad esempio alla mozione di “censura” o di “sfiducia” del singolo assessore, o alla questione della “fiducia” e della “sfiducia” al governo. Insomma, questioni importanti che modificheranno gli assetti e gli equilibri dei poteri fra Governo e Parlamento, anche alla luce del fatto che dalla prossima legislatura i deputati all’Ars scenderanno da 90 a 70. Ma piu’ in generale – conclude Cracolici – abbiamo l’occasione per aprire un grande confronto con l’opinione pubblica siciliana e nazionale sulle ragioni e sulle opportunità connesse all’istituto dell’Autonomia”. Il Quotidiano di Sicilia ha già comunque rimarcato come la Sicilia sia in grande ritardo rispetto ad altre Regioni italiane sul recepimento del Decreto Monti.
 
Ad esempio il Consiglio regionale della Lombardia ha recepito in una sola seduta il Decreto Monti. Il progetto di legge è stato approvato a larga maggioranza da un’aula bipartisan: 66 i voti favorevoli, 9 i contrari, nessun astenuto. Il Consiglio costerà non più 68,7 mln, ma 54,7, come anticipato dal QdS del 13 giugno. In confronto l’Ars per approvare una legge ha bisogno di ben quattro sedute. E quella sul Decreto Monti ancora non è stata recepita.

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