Regione siciliana, entrate fasulle. Governo cerca di correre ai ripari - QdS

Regione siciliana, entrate fasulle. Governo cerca di correre ai ripari

Raffaella Pessina

Regione siciliana, entrate fasulle. Governo cerca di correre ai ripari

venerdì 28 Giugno 2013

Alla vigilia del giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti Sicilia. Fondo di garanzia che copre solo il 7,5% dei residui attivi

PALERMO – Conferenza stampa del Presidente della Regione ieri pomeriggio a Palazzo d’Orleans per rendere note alcune decisioni prese in sede di riunione  di giunta.
L’argomento ha riguardato i residui attivi che per Crocetta negli anni passati sono stati inseriti “senza alcuna valutazione se le entrate fossero o meno concrete, ma i soldi sono stati spesi. Se non c’e’ una vigilanza su questi residui nel tempo produrremo nuovo deficit sul bilancio”.
Nell’ultimo rendiconto i residui attivi della Regione erano indicati in circa tre miliardi e 600 milioni. “Un fondo rischi sulle mancate entrate sara istituito per 255 milioni di euro, una sorta di auto assicurazione”. Ed ha aggiunto “Se tutto va bene, in tre anni riusciremo a creare un fondo per la tutela dei rischi di 300 milioni di euro. Per fare questo occorrerà la collaborazione della Serit, occorrono le risorse per coprire le cancellazioni dei debiti e mantenere l’equilibrio del bilancio. Abbiamo ipotizzato entrate dai fondi immobiliari della Regione -ha proseguito il presidente – altre dal taglio di spesa corrente, altre ancora da tutti i ribassi d’asta di appalti per infrastrutture e servizi”.
E ancora “Non potranno più essere utilizzati i fondi dei ribassi d’asta perché questi fondi saranno destinati al pareggio di bilancio”. “Stiamo lavorando sulla tabella H – ha detto ancora Crocetta – già dalla prossima settimana speriamo di avere specifici disegni di legge.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche l’assessore regionale all’economia Luca Bianchi che ha detto come ”Il fondo regionale di garanzia, istituito dalla giunta per evitare i buchi di bilancio provocati dalle mancate entrate regionali già quest’anno coprirà il 7,5% dei residui attivi. Diamo un contributo nella trasparenza dei conti, non trovandoci così a coprire in seguito un buco di bilancio, ma anticipando la manovra correttiva con questo fondo”. Le mancate entrate sono state in un triennio 800 milioni di euro, di cui 300 nel bilancio di quest’anno.  “Cerchiamo di ricostruire la credibilita’ sui mercati finanziari – ha detto Bianchi, ricordando il recente downgrading della Sicilia – la stabilità del bilancio non è solo fatta da riequilibrio tra entrate e uscite, ma anche sul risanamento del debito. Si sta procedendo alla verifica delle mancate entrate per il progressivo smaltimento dei residui attivi ci adeguiamo in anticipo alla norma nazionale”.
Intanto un’altra settimana sta passando e all’Ars la seduta è stata rinviata alla prossima settimana. Ormai sta diventando una consuetudine aprire Sala D’Ercole una sola volta, tant’è che la prossima riunione è stata fissata per martedì prossimo alle 16.00. I disegni di legge si trovano tutti fermi nelle commissioni legislative e in Aula si parla solo di interrogazioni ed interpellanze che regolarmente diventano a risposta scritta perchè spesso manca anche il Governo. Si preannuncia però la discussione a breve di alcuni ddl “antiparentopoli” e “anticorruzione” gia’ a partire dalle prossime settimane, alla luce delle recenti indagini “mala gestio”, “grandi eventi” e sulla formazione professionale. Lo ha annunciato Marco Forzese, Presidente della Commissione affari istituzionali, dopo un incontro che lo stesso ha avuto con il presidente della Regione Crocetta.
 
“Abbiamo concordato un percorso legislativo – è scritto in una nota congiunta – che preveda già da martedì prossimo l’esame del ddl del governo “antiparentopoli” e subito dopo del ddl “anticorruzione” che conterranno misure chiare per mettere al riparo la pubblica amministrazione e i fondi europei da maladministration. Siamo consapevoli che il parlamento regionale debba sanzionare, prima ancora dell’intervento del giudice, i casi in cui componenti dell’Assemblea e burocrati siano investiti da indagini per reati contro la pubblica amministrazione”.

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