Luca Sammartino: "Un patto politico per il lavoro" - QdS

Luca Sammartino: “Un patto politico per il lavoro”

Giovanna Naccari

Luca Sammartino: “Un patto politico per il lavoro”

mercoledì 31 Luglio 2013

Forum con Luca Sammartino, presidente gruppo Articolo 4 all’Ars

Da quali esigenze nasce il movimento Articolo 4?
“La prima esigenza è stata quella di creare un movimento territoriale tematico, fondato su un contenuto che oggi è il problema di tutti i problemi in Sicilia, ovvero il lavoro. Abbiamo pensato di mettere insieme tutto quello che è il lavoro e che riguarda il lavoro per applicare le norme della Costituzione e dello Statuto, creare sviluppo e ritornare ai valori, ai principi morali che oggi si sono persi. Infatti, quando il politico o la politica sono visti come un ufficio di collocamento e quando un uomo perde la sua dignità per andare a chiedere qualcosa che è un suo diritto, significa che c’è una crisi di valori”.
 
Che cosa volete comunicare con il patto generazionale?
“Abbiamo fatto un patto generazionale che vede insieme i più giovani fondatori come me, in qualità di capogruppo all’Ars, e la parlamentare Valeria Sudano, come vicecapogruppo, con i deputati fondatori come Lino Leanza ed altri di antica esperienza, per dare anche l’esempio di come rispetto ai partiti nazionali il nostro movimento regionale vuole investire su una nuova classe dirigente che è al primo mandato, ma ha tanta voglia di fare. L’assemblea costituente si è tenuta ai primi di luglio ed ha visto la partecipazione di circa cinquecento amministratori. Siamo tutti coadiuvati da tutti, al nostro interno non c’è un leader ma siamo tutti leader”.
 
Quali disegni di legge intendete portare all’approvazione del Parlamento regionale?
“I disegni di legge che proporremo al presidente della Regione sono dodici. Tra questi, alcuni sono stati già annunciati e riguardano l’integrazione socio sanitaria, l’immigrazione, l’editoria, la defiscalizzazione delle imprese siciliane. Il primo impegno comunque è quello di trovare un accordo sui programmi”.
 
Come giudica attualmente il dialogo con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta?
“Il dialogo con il presidente Crocetta è costruttivo, purché si facciano delle cose in Sicilia. Ci stiamo impegnando per fare crescere il Pil della Sicilia, o almeno intanto per non ridurlo. Da settembre un gruppo di parlamentari di Articolo 4 incontrerà sul territorio tutte le imprese siciliane con la collaborazione di Confindustria e Asi per ascoltare le vere esigenze delle imprese, soprattutto del mondo industriale e per creare entro ottobre il vero patto per il lavoro. Questo sarà il nostro manifesto politico che offriremo alla Regione siciliana e al governo Crocetta. Perché le esigenze del territorio si raccolgono ascoltandole dalla base e non soltanto incontrando le associazioni di categoria”.
 
Qual è l’elemento fondante di questo patto per il lavoro?
“Si tratta di un patto federativo tra la Regione siciliana e il nostro movimento, affinché si applichino in raccordo con il governo Crocetta delle iniziative parlamentari che realmente e sostanzialmente riusciranno ad aiutare imprese e occupazione. Ci riferiamo agli aiuti, ma non ad iniziative di sussidiarietà”.
 
Come ritiene il confronto con le altre forze politiche?
“Dialoghiamo tantissimo con la maggioranza e abbiamo anche un ottimo dialogo con l’opposizione. Noi siamo a sostegno dei progetti che riteniamo importanti per la Sicilia. Mi sono reso conto, comunque, che non esiste una vera maggioranza all’Assemblea regionale siciliana. La maggioranza uscita dalle urne, infatti, in questi mesi si è andata rimodulando e, secondo me, il presidente della Regione Crocetta dovrebbe investire e puntare più sull’affidabilità e sulla qualità delle persone al di là dei simboli dei partiti. Noi pensiamo, come abbiamo dimostrato, di essere affidabili e coerenti con il progetto Crocetta, ma lo saremo fino a quando e soltanto si vedranno i risultati programmatici che stiamo stabilendo con lui e attraverso i disegni di legge che arriveranno in Aula”. 
 
Qual è la sua esperienza in commissione Attività produttive?
“Abbiamo un buon presidente e tutta la commissione con cui si riesce a lavorare in sinergia. Un esempio è l’approvazione delle norme sull’editoria”.
 
Su cosa bisogna puntare per rilanciare l’economia?
“Bisogna ripartire dalle attività produttive. La Sicilia ha tutto, ma sulla carta. Negli anni si è fatto poco, forse perché si sono cercati interessi troppo grandi, quando invece la Sicilia ha bisogno del quotidiano e delle piccole cose per ripartire. Non possiamo più permettere che grandi investimenti esteri o gruppi imprenditoriali finiscano a Malta, piuttosto che in Sicilia. Dobbiamo chiedere al presidente della Regione di avere il coraggio di attrarre investimenti. E occorre anche un riordino della grande distribuzione, visto che c’è stata una grossa apertura dei governi precedenti; bisogna aprire ai grandi gruppi, ma coinvolgendo le attività locali. Non si devono rilasciare più autorizzazioni se in quel comparto con una nuova autorizzazione si fanno morire altre imprese. E soprattutto le tasse devono essere pagate in Sicilia”.
Cosa pensa della riduzione dei costi della politica?
“In questi anni c’è stata poca regolamentazione dei benefit e degli emolumenti dei parlamentari. Con il recepimento del decreto Monti a cui sta lavorando all’Ars la commissione speciale per la spending review, si sta cercando di eliminare gli eccessi. Io sono dell’idea che gli eccessi sono sempre sbagliati, ma è giusto dire che chi fa attività politica in maniera sana e reale sul territorio sostiene dei costi. Oggi sfiderei chiunque, parlamentare nazionale o regionale, a dimostrare che la politica si può fare a costo zero con le segreterie, le sedi e il personale messo in regola. Vediamo tutto il passato da demolire perché si è esagerato, ma penso che il parlamentare ha una grande responsabilità e se lavora deve essere ben retribuito”.
 
Di cosa vi state occupando in commissione Cultura, formazione e lavoro?
“Abbiamo avuto molte audizioni sulla formazione professionale. Io mi sono occupato anche della questione dell’obbligo formativo degli istituti salesiani e continuo a seguirla. Secondo me la formazione è un settore che va riqualificato totalmente e riorganizzato. Deve avere un risvolto occupazionale e funzionare da apprendistato per il mondo delle imprese. Detto questo, bisogna salvare quegli enti che fanno formazione di nicchia o buona formazione e che non possono essere messi in un calderone perché altri negli anni non hanno fatto il loro lavoro. L’assessore Nelli Scilabra sta lavorando in un momento così difficile ad un tema così delicato e ci vorrà anche una riforma che tuteli più i lavoratori che i proprietari degli enti”.
Come gruppo che idee avete sulla formazione?
“Fino ad oggi i fondi comunitari per gli avvisi sono arrivati direttamente ai titolari gestori degli enti. Secondo me basterebbe regolamentare il finanziamento in modo da suddividerlo per garantire le spese ordinarie degli enti di gestione e gli stipendi dei lavoratori, già questo sarebbe un primo risultato. In un sistema che chiede la rendicontazione e tutta una documentazione in modo corretto va prima tutelato il lavoratore che offre un servizio. E poi dobbiamo dimostrare all’Unione europea che in Sicilia spendiamo correttamente e per fare le cose. È l’ultima scialuppa di salvataggio e la mia generazione non può che guardare a questo con speranza”.

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