Sulla riforma elettorale una svolta in autunno - QdS

Sulla riforma elettorale una svolta in autunno

redazione

Sulla riforma elettorale una svolta in autunno

venerdì 02 Agosto 2013

La Camera decide: tema urgente. Si comincia dopo la pausa estiva

ROMA – Sarà stato, forse, anche il pronunciamento della Cassazione sul processo Mediaset ad aver impresso un’accelerazione sul controverso tema della legge elettorale da riformare. Fatto sta che la Conferenza dei capigruppo della Camera ha infatti deciso all’unanimità – su proposta iniziale di Gennaro Migliore, capogruppo di Sel – la dichiarazione d’urgenza per quanto riguarda il confronto su nuove norme elettorali.
 
L’impegno è mettere il tema all’ordine del giorno dei lavori di Montecitorio subito dopo la pausa estiva per arrivare a un voto definitivo entro i primi giorni di ottobre. Toccherà alla commissione Affari costituzionali proporre un primo testo base, tentando la mediazione tra le diverse proposte di riforma che giacciono in archivio.
Con questa decisione riemerge l’idea della “messa in sicurezza” di cui aveva parlato nei mesi scorsi il premier Enrico Letta che ha commentato su twitter: “Ottima procedura d’urgenza decisa alla Camera per la legge elettorale. Ora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Io sono No Porcellum”.
Particolarmente soddisfatto è Roberto Giachetti, Pd, vicepresidente della Camera, che qualche giorno fa con Migliore, Antonio Martino (Pdl), Arturo Parisi e Mario Segni aveva rilanciato l’idea della procedura d’urgenza sulla riforma elettorale: “Con la deliberazione all’unanimità dalla Conferenza dei capigruppo la riforma elettorale come norma di salvaguardia sarà al primo punto dell’agenda politica e parlamentare da settembre”.
Il Pdl non è persuaso che quella della Camera sia la scelta giusta. Dichiara Fabrizio Cicchitto: “Il fatto che il Pd chieda la procedura d’urgenza per l’approvazione di una nuova legge elettorale vuol dire che ha una gran fretta a fronte dell’ipotesi fin ora affermata che il governo Letta duri i famosi 18 mesi. Poi la scelta del giorno per avanzare questa richiesta apre ulteriori interrogativi”.
Perplesso è pure Francesco Paolo Sisto, Pdl, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, che dichiara a La7: “Se si avvia un percorso rapido verso una nuova legge elettorale, vuol dire che c’è mancanza di fiducia nell’investimento sulle riforme”. Poi aggiunge: “Con il Porcellum non si può tornare al voto e quindi è necessario modificare la legge elettorale che va tarata su un nuovo modello. Ma se noi anticipiamo è come se andassimo a dare un vestito a un soggetto che ancora non abbiamo plasmato e scelto”.
 
Le soluzioni più rapide per la riforma elettorale sono due. O inserire nuove norme nel cosiddetto Porcellum in vigore (per esempio, stabilire una quota percentuale da raggiungere alla Camera per ottenere il premio di maggioranza che attualmente scatta se il primo partito ha un solo voto in più del secondo) o tornare al Mattarellum che era in vigore fino al 2005.
 
Secondo il Mattarellum, la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari avveniva con collegi uninominali – l’elettore era in grado di scegliere il proprio rappresentante con un voto che era di fatto di preferenza – e il restante 25% con l’adozione della proporzionale con una soglia di sbarramento del 4% (ma con sistemi di valutazione diversi tra Camera e Senato).

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