Case di riposo, senza i controlli impossibile tutelare gli anziani - QdS

Case di riposo, senza i controlli impossibile tutelare gli anziani

Gianluca Di Maita

Case di riposo, senza i controlli impossibile tutelare gli anziani

mercoledì 07 Agosto 2013

Oltre 100 controlli effettuati dai carabinieri in tutt’Italia, di cui 39 solo nel Mezzogiorno. Il caso di Catania: bicchieri sudici per le medicine, mancanza di personale qualificato

CATANIA – Non c’è cosa peggiore di approfittarsene di chi vuole attendere in tranquillità il passaggio a miglior vita. È quello che in questi giorni, i carabinieri del Nas stanno scoprendo in questi giorni in seguito a numerosi controlli nelle case di riposo per anziani. Nella notte tra domenica e lunedì, sono stati messi sotto la lente di ingrandimento 100 strutture su tutto il territorio nazionale: 31 al nord, 30 al centro e 39 al sud.
 
A seguire, sette persone persone deferite all’autorità giudiziara e 19 a quella sanitaria, un sequestro preventivo di una struttura per un valore di circa 400mila euro, 10 violazioni penali accertate, 28 amministrative, e 17 confezioni di farmaci scaduti sequestrate.
 
Un bilancio impietoso, considerando che è bastata una sola notte ai Nas per scoperchiare il vaso di pandora. Ma a far scalpore è stata proprio una vicenda accaduta proprio nella nostra Isola, precisamente a Catania.
 
È stata accertata la presenza di una comunità alloggio per anziani (privata), la quale ospitava 3 anziani in più rispetto alle 9 autorizzate, di età compresa fra i 75 e 102 anni e il 50% di questi non autosufficiente. Mancanza di personale qualificato per l’assistenza sanitaria e sociale, mancato rispetto dei requisiti strutturali organizzativi (impianti sanitari non conformi all’uso dei disabili, mancato abbattimento delle barriere architettoniche, assenza di climatizzatori nelle stanze e finestre prive di zanzariere).
 
Inoltre la somministrazione dei farmaci avveniva con bicchieri di plastica sporchi e non asettici, impilati uno sull’altro e con le compresse sfuse da somministrare. Il titolare della comunità è stato denunciato all’autorità giudiziaria, tra l’altro, per abbandono di incapaci; rischia una pena massima di cinque anni di reclusione. Il Nas ha proceduto al sequestro preventivo della struttura mentre gli ospiti, a cura dei Servizi Sociali comunali, saranno trasferiti (entro 5 giorni) in idonee strutture socio-assistenziali o presso le famiglie.
Soddisfatta dell’intervento dei Nas, il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone: “Finalmente le istituzioni si stanno occupando degli anziani e soprattutto di quelli più fragili che vivono delle case di riposo. Era ora che si facesse qualcosa e speriamo che i controlli non si fermino. Il fatto che siano state riscontrate molte irregolarità – ha continuato Cantone – dimostra che nel nostro paese c’è un problema serio su come gli anziani vengono trattati nelle strutture residenziali. Noi lo denunciamo da tempo e siamo contenti di avere ora istituzioni e autorità dalla nostra parte in questa che è una vera e propria battaglia di civiltà”.
Lo stato di precarietà in cui vessano le nuove generazioni di anziani, è infatti da molto tempo monitorato. Secondo l’Istat le persone con più di 65 costituiscono il 15% della popolazione, entro il 2025 saliranno al 25%. Ad un aumento della longevità non segue un’adeguata assistenza, sia da parte dei privati che da parte del sistema sanitario pubblico. Emblematica la mancanza di risorse, che ha reso impossibile l’applicazione della Legge quadro 328/2000 sull’assistenza. I fondi a disposizione si sono ridotti dai 2,5 miliardi del biennio 2009-2010 ai 400mlioni del biennio 2011-2012. Non ci stupiamo poi quindi, che si vengano a scoprire situazioni disastrose come quelle che le forze dello Stato hanno portato alla luce in questi giorni.

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