Sicurezza sismica, 26 mln alla Sicilia - QdS

Sicurezza sismica, 26 mln alla Sicilia

Rosario Battiato

Sicurezza sismica, 26 mln alla Sicilia

mercoledì 21 Agosto 2013

La Protezione civile nazionale ha ripartito un totale di 185 milioni tra le Regioni sulla base dell’indice di rischio. La somma destinata a interventi su infrastrutture pubbliche definite “strategiche” e private

ROMA – Piovono milioni di euro sulla prevenzione del rischio sismico. Due giorni fa è stato firmato il decreto per l’erogazione di 185 milioni di euro sulla base di quanto stabilito dal decreto del Capo del Dipartimento della Protezione civile del 15 aprile 2013. Il provvedimento ripartisce i contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico relativi all’anno 2012 tra 17 Regioni italiane distribuendo i finanziamenti sulla base dell’indice medio di rischio sismico. La Sicilia è tra le tre regioni maggiormente finanziate visto che l’ultima mappa del rischio sismico assegna al territorio isolano una soglia di rischio medio-alta per la maggior parte dei comuni a fronte di uno stato pessimo delle costruzioni strategiche.
“Calabria, Sicilia e Campania (cui sono stati destinati rispettivamente 26,4, 25,9 e 25,6 milioni) hanno ricevuto i contributi più cospicui, calcolati sulla base dell’indice di rischio, che tiene conto della pericolosità del territorio e della vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture, con l’obiettivo prioritario della riduzione della perdita di vite umane”. Così la nota del dipartimento nazionale della protezione civile motiva una distribuzione dei fondi particolarmente munifica, anche se ancora insufficiente, verso la Sicilia. Il decreto assegna 13,4 milioni all’Abruzzo e 11,4 milioni all’Emilia-Romagna e anche al Lazio. Nella fascia più bassa troviamo Molise, Umbria, Marche, Basilicata, Puglia, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia Giulia che hanno ricevuto finanziamenti dai 9,4 ai 6,5 milioni, mentre Lombardia, Liguria e Piemonte hanno ricevuto rispettivamente, 2,1, 1,9 e 1,4 milioni di euro.
Il dettaglio sulla destinazione dei fondi – 185 milioni di contributi disponibili per l’anno 2012 – prevede 169,1 (il 91,4% del totale) per interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico (o, eventualmente, demolizione e ricostruzione) su edifici e opere pubbliche d’interesse strategico per finalità di protezione civile, nonché su edifici privati; 15,9 milioni (l’8,6%) sono invece destinati a finanziare studi di microzonazione sismica utili a una migliore conoscenza del territorio. I contributi arriveranno alle Regioni che cofinanziano la spesa per almeno il 25% del costo degli studi di microzonazione. “La parte dedicata agli interventi strutturali – si legge nella nota del dipartimento – sarà compresa tra un minimo del 20% e un massimo del 40%, dedicata agli edifici privati. I 185 milioni sono una quota dello stanziamento complessivo di 965 milioni di euro che la legge n. 77 del 2009 ha previsto di erogare nell’arco di 7 anni per interventi finalizzati alla mitigazione del rischio sismico sull’intero territorio italiano”.
In Sicilia bisogna agire rapidamente. Stando agli ultimi dati Istat ci sono circa 2,5 milioni di abitazioni e di queste 806 mila sono antecedenti al 1972 (32%), cioè prima della redazione della normativa antisismica (Legge 2 febbraio 1974, n. 64, Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche) anche se una stima più corretta comprende circa il 70% del patrimonio edilizio, cioè 1,7 milioni di abitazioni a rischio. Analizzando, invece, lo stato di salute delle strutture strategiche (ospedali, scuole e via dicendo) l’intero settore della Sicilia orientale viene considerato in zona sismica 1

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