Oggi il tanto atteso Cdm decisivo per il Governo - QdS

Oggi il tanto atteso Cdm decisivo per il Governo

redazione

Oggi il tanto atteso Cdm decisivo per il Governo

mercoledì 28 Agosto 2013

Sul tavolo lo spinoso tema dell’Imu su prime case e terreni agricoli

ROMA – Arriva il giorno tanto atteso in cui si riunisce il Consiglio dei ministri, un giorno che potrebbe rivelarsi decisivo per la tenuta del governo. Punto principale da discutere il problema dell’Imu che il premier Enrico Letta si è impegnato a risolvere entro la fine di agosto. Le posizioni tra Pdl e Pd potrebbero convergere nella decisione di abolire del tutto la tassa sugli immobili o di riformarla. Due giorni fa si è svolto un incontro a palazzo Chigi fra Letta, il vicepremier Angelino Alfano, il ministro del’Economia Fabrizio Saccomanni e quello degli Affari regionali Graziano Delrio. “Su Imu c’è ancora da lavorare fino a mercoledì, ma possiamo farcela”, è il giudizio espresso con un twitter da Alfano.
Commenta Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera: “Sull’Imu noi ci aspettiamo che il governo Letta mantenga gli impegni e che cioè venga cancellata per tutto il 2013 l’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli e venga fatta una riforma strutturale dal 2014”. Ottimismo da parte di Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali, che nei giorni scorsi aveva sollevato dubbi sulla reperibilità delle risorse necessarie ad abolire l’Imu: “Stiamo continuando a ragionare e a valutare tutte le opzioni percorribili”. Che il clima sia più disteso dei giorni scorsi lo ha confermato l’andamento del Cdm dedicato all’esame del dl e ddl sulla Pubblica amministrazione, che prevedono norme sui lavoratori precari e tagli per quanto riguarda consulenze e auto blu. È stato approvato senza particolari problemi il decreto con cui, a parere di Letta, “è stata data soluzione strutturale al tema del precariato nella Pubblica amministrazione”.
 
Si è svolto anche l’incontro tra il segretario Guglielmo Epifani e i ministri del Pd per fare il punto della situazione e stabilire una comune linea d’azione. Epifani respinge l’analisi del Pdl che considera l’eventuale decadenza di Berlusconi dal ruolo di senatore il sintomo di una emergenza democratica: “Il Pd rispetterà la legge e voterà sì alla decadenza. Tra di noi non ci sono franchi tiratori”. Quella del segretario del Pd è la stessa posizione di Matteo Renzi. A far abbassare i toni della polemica ci aveva pensato anche il comunicato di Silvio Berlusconi rivolto ai dirigenti del Pdl: “Invito tutti a non fornire con dichiarazioni e interviste altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce a quella coesione interna, attorno ai nostri ideali e ai nostri valori, che è sempre stata ed è il tratto distintivo del nostro movimento”.
L’incertezza politica ha avuto intanto riflessi in Borsa con la caduta del titolo di Mediaset, arrivato a cedere oltre il 6%. Il tiro alla fune tra Pd e Pdl non fa bene all’economia. Da qui le indiscrezioni sulla posizione di Marina e Piersilvio Berlusconi che sconsiglierebbero al padre di perseguire la linea che porta alle elezioni anticipate in modo da evitare problemi economici alle aziende di famiglia. L’ex premier ha finora escluso sia la richiesta della grazia al Capo dello Stato, sia le dimissioni da senatore per evitare di sottoporre il proprio caso alla Giunta per le elezioni del Senato, che si riunirà il 9 settembre per esaminare la sua possibile decadenza. Il leader del centrodestra accetterà alla fine di scontare la sua pena con l’affidamento ai servizi sociali o con gli arresti domiciliari, accontentandosi di una discussione nella Giunta di palazzo Madama che esamini nel dettaglio il suo caso e valuti la costituzionalità della Legge Severino, quella che decreterebbe la sua incandidabilità.

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