A completamento della costituita Rete reumatologica regionale è organizzata, pertanto, anche la componente pediatrica, individuata nei centri ospedalieri di reumatologia già attivi e riconosciuti con decreto assessoriale n. 617 del 28 marzo 2013. Sono quattro i centri: U.O. di broncopneumologia pediatrica – A.O.U.P. Vittorio Emanuele di Catania; U.O. di pediatria e neonatologia – Presidio ospedaliero di Sciacca; U.O. Clinica pediatrica – Presidio Di Cristina, A.R.N.A.S. Civico di Palermo; U.O. Dipartimento di Scienze pediatriche – A.O.U.P. di Messina.
Tali malattie, per la loro complessità assistenziale, necessitano di un approccio multidisciplinare sia durante la fase diagnostica che in quella dell’assistenza e rientrano, pertanto, nel progetto del Piano sanitario della Regione Sicilia 2011-2013, che ha individuato tra le maggiori criticità e priorità la razionalizzazione dei percorsi clinico-assistenziali dei pazienti cronici. A tal fine, si legge nel decreto, "si rende necessaria una organizzazione più rispondente alle esigenze epidemiologiche attuali, dato che la morbosità pediatrica riferita alle malattie croniche è sempre più rilevante in rapporto alle migliorate condizioni di diagnosi e di cura (riduzione della mortalità in età infantile) ed all’incremento dei livelli assistenziali". Le malattie reumatiche infantili sono malattie infiammatorie di causa sconosciuta che, come si legge all’interno del decreto, “pur prediligendo le articolazioni, possono interessare ogni organo ed apparato dell’organismo, costituendo una delle maggiori cause di disabilità nel bambino”. Sono patologie caratterizzate da un andamento cronico, spesso dolorose ed invalidanti, che richiedono frequenti controlli e trattamenti prolungati nel tempo indispensabili per limitare gravi sequele come limitazioni articolari rilevanti, insufficienza renale, riduzione di crescita e seri danni oculari fino alla cecità.
Nello specifico, la Regione decreta che “la rete reumatologica regionale – si legge nel testo del 17 ottobre 2012 – è costituita da strutture ospedaliere articolate per ambito territoriale e per livelli crescenti di complessità di attività e di prestazioni e da ambulatori territoriali di reumatologia; i direttori generali delle aziende sanitarie dovranno operare un monitoraggio sistematico delle attività delle strutture reumatologiche e si fa carico ai direttori generali delle aziende sanitarie di dare la più ampia e diffusa informazione agli utenti al fine di garantire la continuità assistenziale”. L’obiettivo generale è quello di monitorare il paziente, con particolare attenzione alla tollerabilità e alla responsività della terapia. Ruolo fondamentale, assume il medico di famiglia, chiamato a collaborare con il medico reumatologo non solo nella diagnosi iniziale di una malattia reumatica, ma anche nel monitoraggio del paziente. Sarà compito dello specialista, invece, garantire una diagnosi precoce e collaborare con altri specialisti fondamentali nelle malattie sistemiche (pneumologo, cardiologo ecc). (a.ca)