Il presidente di Confindustria Trapani denuncia gli estorsori: arrestati in tre - QdS

Il presidente di Confindustria Trapani denuncia gli estorsori: arrestati in tre

Marina Pupella

Il presidente di Confindustria Trapani denuncia gli estorsori: arrestati in tre

venerdì 06 Settembre 2013

Per anni ha subito il racket. Dopo l’ultima richiesta di 60 mila euro, Gregorio Bongiorno si è rivolto alla polizia. Gli indagati già condannati nel 2009 per il loro organico inserimento a Cosa nostra

TRAPANI – Per anni ha dovuto subire il racket e le richieste sempre più frequenti di ingenti somme di denaro, fino a quando Gregorio Bongiorno, imprenditore di Castellammare del Golfo, nel settore della raccolta dei rifiuti ed attuale presidente di Confindustria Trapani, ha detto basta denunciando i suoi estorsori.
E così, con le accuse di estorsione e tentata estorsione aggravate dalla modalità mafiosa la Squadra mobile di Trapani ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo. I provvedimenti sono stati notificati a Mariano Asaro, 57 anni, ritenuto dagli inquirenti esponente di spicco di Cosa Nostra del trapanese; Gaspare Mulè, 46 anni e Fausto Pennolino di 51, entrambi sorvegliati speciali.
 
Tutti sono originari di Castellammare del Golfo. Gregorio Bongiorno ha raccontato agli inquirenti di aver pagato dal 2005 al 2007. Dopo un periodo di silenzio – a seguito dell’arresto degli estorsori per fatti di mafia – lo scorso agosto, l’imprenditore ha ricevuto nuove richieste di denaro, nonché il pagamento degli arretrati, 60 mila euro. è stato allora che ha deciso di rivolgersi alla polizia.
L’imprenditore ha riferito che la sua azienda, la Agesp spa, dal 2005 era stata oggetto di estorsioni da parte di appartenenti alla locale famiglia mafiosa. Nel dicembre 2005 era stato costretto a versare diecimila euro a Gaspare Mulè, il quale gli aveva intimato di versare le somme dovute alla ‘’famiglia’’ di Castellammare in quanto la madre dell’imprenditore, Girolama Ancona, oggi deceduta, non aveva saldato alcune quote estorsive. Gli indagati, per altro, sono stati già tutti condannati per il loro organico inserimento nell’associazione mafiosa Cosa Nostra, a seguito di sentenza emessa dal gup di Palermo il 24 marzo 2009.
Numerose le reazioni del mondo antiracket e politico agli arresti dei tre estorsori.
Addiopizzo, Libero Futuro e Fai in una nota plaudono ‘’alla rapida conclusione dell’operazione’’. Per Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia,’’la strada della denuncia è l’unica che noi conosciamo. Ho avuto modo di dirlo qualche giorno fa e sono pronto a ribadirlo oggi: la mafia si sta riorganizzando. Sta rialzando la testa utilizzando i soliti vecchi sistemi, ma anche delegittimando chi lavora per denunciare. Tanto è stato fatto ma siamo ancora all’inizio. Confindustria, che lavora in tandem con la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura, ha ribaltato il sistema: emarginiamo chi non denuncia e facciamo capire che siamo contro chi distorce il mercato’’.
A parlare del settore rifiuti come fulcro degli interessi mafiosi è il presidente della commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello.

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