Così l’instabilità politica compromette la ripresa - QdS

Così l’instabilità politica compromette la ripresa

redazione

Così l’instabilità politica compromette la ripresa

mercoledì 11 Settembre 2013

Pil in calo trimestrale dello 0,2%, diminuisce la spesa delle famiglie

ROMA – “I tempi e la forza della ripresa sono ancora altamente incerti: lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nell’ambito del Council of Councils Regional Conference organizzato dallo Iai. Ci sono “segnali che la contrazione sta terminando, mentre l’area euro – ricorda Visco – ha sofferto due recessione negli ultimi cinque anni”. Il Pil, aggiunge, “ha ripreso una moderata crescita nel secondo trimestre di quest’anno, riflettendo l’espansione delle esportazioni e il progresso della domanda interna, e gli indicatori di fiducia sono un po’ migliorati nel corso dell’estate. L’inflazione attuale e attesa resta sotto controllo, ben sotto il 2%”.
La dichiarazione giunge mentre l’Istat comunica i dati aggiornati sul Prodotto interno lordo: nel secondo trimestre del 2013 il Pil è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre 2012. L’istituto, nella stima preliminare diffusa il 6 agosto, aveva rilevato un calo congiunturale dello 0,2% e tendenziale del 2%.
Nel secondo trimestre la variazione acquisita del prodotto interno lordo per il 2013 è pari a -1,8%. Lo comunica sempre l’Istat ricordando che è la variazione (crescita o calo) annuale che si otterrebbe con una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.
 La spesa delle famiglie sul territorio nazionale nel secondo trimestre 2013 ha registrato invece un calo in termini tendenziali del 3,2%. Gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 7,1%, gli acquisti di beni non durevoli del 3,3% e gli acquisiti di servizi dell’1,8%.
Visco ha commentato anche il clima politico italiano: “I rischi al ribasso sono aggravati dai timori degli investitori sulla possibile instabilità politica,  la crisi non ha colpito i Paesi dell’area euro allo stesso modo e la ripresa sia conseguentemente asimmetrica”. In Italia, afferma, “la recessione è stata più lunga e più profonda che nella maggior parte degli altri Paesi. La produzione – ricorda – lo scorso anno è stata quasi il 7% inferiore rispetto al 2007. Nella prima metà del 2013 il Pil è diminuito ancora ma a un ritmo più lento, con le esportazioni che forniscono ancora il principale stimolo”.
Per Visco, “gli ultimi indicatori sono coerenti con un miglioramento graduale: il declino nella produzione dovrebbe fermarsi nei prossimi mesi”.

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