Per una Pa che costi meno e funzioni meglio - QdS

Per una Pa che costi meno e funzioni meglio

Raffaella Pessina

Per una Pa che costi meno e funzioni meglio

mercoledì 09 Settembre 2009

Forum con Gaetano Armao, assessore alla Presidenza della Regione siciliana

Per l’attuazione della riforma P.A. (legge 19/2008), avete previsto un Piano di produzione o organizzazione dei servizi che riorganizzi il  personale della Regione?
“La Regione Siciliana  si muoverà su tre assi: il primo è quello che prevede di risistemare e ridefinire l’Amministrazione regionale siciliana. Come è noto la legge 19 del 2008 si occupa del riassetto complessivo dell’amministrazione: la legge prevede una rimodulazione degli assessorati, con la riduzione del numero dei dipartimenti a 29 e dunque la revisione proporzionale della pianta organica. Su questo ho personalmente coordinato un gruppo di lavoro, composto da elementi dell’alta burocrazia regionale ed abbiamo definito uno schema di regolamento, che presenterò prima al Presidente della Regione Raffaele Lombardo e poi alla Giunta di Governo, che dà esecuzione a questo riassetto, ridisegnando tutta la struttura a valle degli assessorati. Sarà una svolta epocale che riguarderà l’amministrazione regionale in tutti i suoi aspetti: funzioni e competenze dei dirigenti, procedimenti in corso e pensioni. Cose sulle quali abbiamo lavorato per tutto il mese di agosto, poiché il meccanismo dovrà entrare in funzione entro il primo gennaio 2010. Il provvedimento dovrà tra l’altro passare prima dal Cga per il parere, e poi dalla Corte dei Conti. In questo contesto ho già pronto un compendio di norme per far funzionare meglio la legge 19/2008 nella sua applicazione e che eliminerà quelle discrasie che rallentano i procedimenti. è necessario apportare alcune modifiche in sede applicativa. C’è già anche uno schema di disegno di legge che interviene sulla razionalizzazione dell’impiego regionale. Diceva uno slogan dell’amministrazione Clinton di qualche anno fa, tratto dalla dottrina  americana: “Ci vuole una amministrazione che costi meno e funzioni meglio”. Sembra un’affermazione assolutamente banale, ma in realtà è la vera partita che bisogna seguire per la nostra amministrazione. Per funzionare meglio deve conseguire gli obiettivi di funzionalità, tempestività, semplificazione e deburocratizzazione, difetti che sono gli occhi di tutti”.
Nei comunicati stampa diffusi ad agosto si parla di necessità di elevare i livelli di produttività del personale e di ridurne la consistenza numerica. Come pensate di calcolare il personale in esubero?
“Da un lato c’è una piramide rovesciata in cui  vi sono pochi giovani,  molti adulti in fase avanzata, e un’amministrazione con competenze, soprattutto per quanto riguarda la dirigenza, non distribuite razionalmente. Vi sono infatti quasi 800 tecnici, 560 agronomi, 200 giuristi e 80 economisti. Questo disegno di legge è solo una parte del macro intervento (regolamento, disposizioni di adattamento della legge 19 e primo step della riforma del pubblico impiego), e prevede sia la dotazione organica che la pianta organica. Si dovrà individuare l’attuale consistenza di personale e quindi avviare entro il breve termine  la pianta organica, cioè il fabbisogno effettivo dell’amministrazione regionale sul quale costruire il nuovo scheletro dell’amministrazione stessa. è indubbio che vi saranno uffici con esuberi di personale a cui però corrisponderanno comparti carenti di organico”.
Ci può spiegare bene la destinazione che avete pensato per il personale in esubero?
“Una delle prime idee che si è portata avanti è quella di costituire un bacino che comprenda tutto il personale regionale da cui attingere a seconda del fabbisogno negli uffici, chiudendo così i compartimenti stagni che hanno impedito l’utilizzazione razionale del personale. Dobbiamo anche pensare a forme di accompagnamento alla pensione del personale interessato. Certo è che non si possono attribuire le colpe della disfunzione ai dipendenti. La vera responsabile è la Regione, il datore di lavoro, appunto. Entro un anno e mezzo dobbiamo introdurre la digitalizzazione come previsto dalla legge 69/09. Essa ci aiuterà ad individuare l’effettivo fabbisogno per lo svolgimento delle funzioni che permarranno in capo alla Regione”.
 

 
Lavorare al passaggio dei dirigenti dalla Regione agli Enti locali
 
Quale cambiamento comporterà l’informatizzazione?
“Non conosco struttura al mondo che sia profondamente informatizzata e non abbia evidenziato delle dislocazione non ragionevoli di personale. Perché è evidente  che quando introduci l’informatica la domanda di lavoro cala. Faremo la valutazione organica, ed entro un anno e mezzo realizzeremo la pianta organica. Nel frattempo introduciamo la digitalizzazione e a quel punto avremo chiaro il fabbisogno delle funzioni che permarranno in capo alla Regione.
“Dovremo anche valutare il passaggio dei dirigenti alle Province ed ai Comuni. Cosa che si innesca nel disegno di legge di  riforma nazionale di Roberto Calderoli, che a breve passerà al vaglio delle Camere. C’è già uno studio fatto dalla commissione Spagna che individua quali funzioni via via si possono passare agli Enti locali. In questo contesto di passaggio di funzioni provvederemo a riallocare le competenze dei dirigenti che si potranno spostare in base elle esigenze del territorio. La Regione sposterà il dirigente continuando a sostenere la spesa dello stipendio tabellare, mentre il Comune pagherà l’indennità speciale. Alla Regione si dovrà creare un turn over perché essendo l’amministrazione regionale una piramide rovesciata, tra 15 anni avremo un’amministrazione che sarà all’osso per le competenze e incapace di remunerare le pensioni perché il numero dei pensionati sarà maggiore dei lavoratori”.

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