Mobilità europea, la Sicilia dorme - QdS

Mobilità europea, la Sicilia dorme

Rosario Battiato

Mobilità europea, la Sicilia dorme

martedì 17 Settembre 2013

Ogni anno, i gas di scarico mietono centinaia di vittime e fanno ammalare migliaia di persone. Compresa l’Isola. Cominciata ieri la Settimana europea del settore, solo sette i comuni siciliani che partecipano

PALERMO – È cominciata ieri la settimana europea della mobilità promossa dalla Commissione europea per incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzo di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani. L’evento, che durerà fino al prossimo 22 settembre, coinvolge ben 105 comuni italiani che posizionano l’Italia al quarto posto europeo, dopo Austria (458), Spagna (388) e Ungheria (125) per città coinvolte.
 
In Sicilia ci sono sette comuni che hanno sposato la causa, un quadro che non migliora la pessima situazione che si registra nelle principali aree metropolitane dell’Isola, che non partecipano all’evento.
Gli spostamenti effettuati a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici, coniugano il trasporto sostenibile, quindi la riduzione di gas climalteranti, inquinamento acustico e la congestione, e il benessere fisico e mentale. “Il contesto urbano, infatti, – si legge in una nota del mistero dell’Ambiente – rappresenta una grande sfida per la sostenibilità in Europa e la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, contribuendo a sensibilizzare i cittadini e gli amministratori, è un chiaro esempio di come le iniziative a livello europeo possano incoraggiare e agevolare l’azione a livello locale”.
Quest’anno il cosiddetto “focal theme”, cioè il tema portante della manifestazione, è “Clean air! It’s your move”, che in altri termini significa “Aria pulita! Adesso tocca a te”. Una scelta precisa che vuole sensibilizzare la cittadinanza sul pericoloso legame esistente tra il traffico motorizzato e l’inquinamento atmosferico nelle aree urbane, anche perché appare ormai chiaro il nesso casuale tra mobilità urbana, inquinamento atmosferico e salute dei cittadini.
 
L’Agenzia ambientale europea (Aea) ha calcolato in 420 mila i decessi causati da inquinamento nei Paesi dell’Unione europea nel 2010. Lo studio è stato realizzato sulla base dei rilevamenti delle centraline posizionate sulle strade maggiormente trafficate d’Europa che hanno verificato il 44% del superamento dei limiti legali del diossido di azoto per buona parte dell’anno e lo stesso andamento è stato verificato per le polveri sottili, che sono risultate fuori controllo nel 33% delle centraline di rilevazione.
 
Un altro studio recente, realizzato da Escape e pubblicato su Lancet Oncolog, ha stabilito che i cittadini che vivono nelle città con i maggiori superamenti in termini di emissioni corrono più rischi per la propria salute. Il dato è preoccupante: ogni incremento di 10 microgrammi di pm10 per metro cubo (le polveri microscopiche da 10 millesimi di millimetro costituite da polvere, fumo e microgocce di sostanze liquide) fa aumentare del 22% il rischio di tumore) aumenta del 22%.
E in Sicilia non si scherza con l’inquinamento. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stimato in 700 i morti all’anno nell’Isola per malattie correlate all’inquinamento urbano, anche se i dati dell’Associazione italiana Leucemie arrivano a quota 800. Inoltre ci sarebbero altri 8 mila casi di persone colpite da malattie polmonari e cardiovascolari.
 
Tuttavia sono appena sette i Comuni siciliani coinvolti nel progetto: Alcamo, Gela, Marsala, Menfi, Palagonia, Trappeto e Vittoria. Tutti disattenti i grandi comuni dell’Isola, nonostante l’Europa stia procedendo con una procedura di infrazione comunitaria (la 2008_2194 Qualità dell’aria: valori limite PM10) che coinvolge anche alcune aree metropolitane e industriali (Palermo, Catania, Messina e Siracusa) dell’Isola.

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