Sicilia: aumentano i suicidi, 9 le morti silenziose nel 2012 - QdS

Sicilia: aumentano i suicidi, 9 le morti silenziose nel 2012

Andrea Carlino

Sicilia: aumentano i suicidi, 9 le morti silenziose nel 2012

martedì 17 Settembre 2013

I casi di persone che si sono tolte la vita sono cresciuti del 12% negli ultimi sette anni. Ma nel dettaglio l’area geografica maggiormente colpita è quella del Nord

CATANIA – Sono sempre di più le ‘morti silenziose’ nel nostro Paese: in soli 7 anni, infatti, i suicidi in Italia sono aumentati del 12%. Un tragico ‘picco’ che vede nella crisi economica perdurante la causa piu’ frequente. Ma sempre più a rischio sono anche i giovanissimi, soprattutto gli under 14, tra i quali il malessere ‘esistenziale’ è invece più spesso legato alle separazioni familiari. La propensione al suicidio è maggiore tra la popolazione maschile, oltre tre volte quella femminile, e cresce all’aumentare dell’età.
 
L’area geografica maggiormente colpita dal fenomeno è il Nord con 24 suicidi, oltre il 35% dei suicidi censiti in Italia; di questi 17 registrati nel solo Nord Est, ovvero il 25% del totale. In questa triste classifica seguono il Centro con il 32,4% degli episodi di suicidio, le Isole con il 19,1% e il Sud con il 13,2%. L’analisi del dettaglio per regione, inoltre, mette in evidenza il disperato primato del Veneto con 15 suicidi dall’inizio dell’anno, vale a dire il 22,1% dei suicidi che l’Italia conta da gennaio a settembre 2012. A seguire la Campania con 9 suicidi registrati, la Sicilia con 8 vittime e la Puglia con 7. Il Nord-Est conta anche il numero più elevato di tentativi di suicidio, ben 8 sui 20 registrati dall’inizio dell’anno in tutta Italia e di cui 5 solo nel Veneto.
 
L’analisi per livello di istruzione evidenzia una maggiore propensione al suicidio tra le persone con titoli di studio medio-bassi. Per tutti i titoli di studio la classe di età più anziana presenta sempre livelli più alti e la maggiore propensione al suicidio si ha fra le persone con un più basso livello di istruzione e un’età superiore ai 45 anni. Le modalità di suicidio prevalenti sono: “Impiccagione e soffocamento” (52,1%) per gli uomini, “Precipitazione” (35,1%) e “Impiccagione e soffocamento” (33,4%) per le donne. Il responsabile del Servizio per la Prevenzione del Suicidio dell’Ospedale S. Andrea di Roma-Università La Sapienza, Maurizio Pompili, ‘fotografa’ il fenomeno in Italia sottolineando la necessità di ‘’aumentare la consapevolezza del fenomeno suicidiario, in quanto esso rappresenta, tra le cause di morte, quella che, più di ogni altra, può essere prevenuta’’. ‘’Negli ultimi 7 anni – spiega l’esperto – il picco di suicidi, con un preoccupante aumento del 12%, ha interessato soprattutto la popolazione fra 25 e 60 anni, ovvero soggetti in età lavorativa. La causa in molti casi è la crisi economica che sta rendendo sempre più difficili le condizioni di vita ‘’. Ma un rischio crescente si registra anche tra i più giovani: ‘’Pure tra i bambini sotto i 14 anni – avverte Pompili – il numero di suicidi è preoccupante’’. Una recente indagine dell’Istituto superiore di sanità-S.Andrea, sottolinea, ‘’ha rilevato infatti che dal 1971 al 2008 in Italia si sono avuti 374 suicidi tra gli under-14, con casi sotto i 10 anni’’.
 
Per i ragazzini, la causa del gesto va ricercata soprattutto nell’ambito familiare: "Conflitti, separazione dei genitori, mancanza di accudimento – afferma Pompili – sono le ragioni principali alla base del fenomeno". Recenti anche alcuni tragici episodi di giovanissimi che hanno deciso di togliersi la vita per la propria omosessualità e le sofferenze legate a tale condizione: "Rispetto a queste situazioni – avverte lo specialista – un ruolo determinante giocano anche i mass-media ed il modo in cui l’informazione è trasmessa. Se si parla infatti di ‘suicidi gay’ solo con un taglio sensazionalistico, il rischio è un effetto imitativo, soprattutto tra i più giovani.
 
Di suicidio, invece, bisogna parlare molto ma in termini corretti, puntando cioè alla prevenzione e dando indicazioni sul come cercare aiuto e abbattere i pregiudizi, tanto più più che è stata anche riscontra una tendenza all’emarginazione da parte della comunità nei confronti dei ‘survivors’ e dei familiari coinvolti”.
 
Prevenire e sensibilizzare sono dunque le parole ‘chiave’ per arginare un fenomeno che, oggi, ha numeri che destano un forte allarme sociale: l’Oms stima infatti che ogni anno nel mondo muoiano un milione di persone per suicidio (due morti ogni minuto) con un tasso di mortalità di 14,5 su 100.000 abitanti. In molti paesi industrializzati, il suicidio è addirittura la seconda-terza causa di morte tra gli adolescenti e i giovani e, avverte l’Oms, si prevede un trend fino a un milione e mezzo di suicidi nel 2020.

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