Scarsità idrica, poca differenziata e troppa CO2: la Sicilia affonda - QdS

Scarsità idrica, poca differenziata e troppa CO2: la Sicilia affonda

Chiara Borzi

Scarsità idrica, poca differenziata e troppa CO2: la Sicilia affonda

giovedì 19 Settembre 2013

Gli ultimi rapporti Istat dimostrano come la tutela dell’ambiente sia possibile con politiche eco-sostenibili. Insufficienti anche i Siti d’importanza comunitaria e le Zone a protezione speciale

CATANIA – Monitorare la condizioni dell’ambiente siciliano è possibile. Lo dimostra l’Istat che, in questi ultimi mesi d’estate, ha reso noti circa tre report che mettevano in condizioni qualsiasi tipo di utente di conoscere pregi e soprattutto difetti del nostro territorio.
Salvaguardare l’ambiente in Sicilia non è solo un dovere politico, ma un dovere sociale necessario a tutelare un sistema che, attraverso scelte di ecosostenibilità, può essere consegnato alle generazioni future con potenziale ancora ricco. Tutto il territorio e l’ambiente italiano costituiscono un patrimonio, tanto che in ogni regione ci sono ampie parti geografiche che considerati Siti d’importanza comunitaria e Zone a protezione speciale. Non adeguare le regioni a politiche per l’ambiente e politiche economiche sostenibili, equivale a cancellare ogni anno parte di quei territori, risorsa preziosa salvaguardata dalla Ue. Una scommessa, questa, che non può essere persa.
In Sicilia rimangono costanti le problematiche ambientali che sono state già evidenziate nel QdS, sia al passo con le pubblicazioni Istat, che attraverso inchieste accurate. Esistono difficoltà per ogni settore

Disponibilità idrica
Con il passare degli anni l’acqua sta diventano un bene sempre più raro in Sicilia. Nel nostro territorio la disponibilità d’acqua è pari al 35% (dati 2008). Una percentuale irrisoria se si pensa all’89% di disponibilità registrato in Sardegna, o il 60-50% valevole per altre regioni del Sud (Basilicata, Calabria e Campania). è servito da acqua solo il 38,9% del territorio siciliano. è la stima più bassa d’Italia, al limite del vergognoso accostandola alle cifre della Puglia (58,6%) o la Calabria (48%). Conferma questa condizione, l’irregolarità registrata nella distribuzione dell’acqua stessa: in Sicilia è del 28%, contro una media nazionale del 10,8%.

Emissione di CO2
La Sicilia è la quarta regione d’Italia per emissioni nell’ambiente di anidride carbonica. Le 9.931.429,2 tonnellate dell’isola sono superiori solo alle 9.364.194,5 del Veneto e molto inferiori esclusivamente a regioni molto trafficate come Lombardia (16391429,3), Piemonte (10529465,4) e Campania (10093202, 9).

Rifiuti e differenziata

Negli ultimi tre anni la Sicilia ha aumentato il numero dei rifiuti smaltiti attraverso la differenziata, ma la nostra regione rimane comunque maglia nera in Italia per questo nuovo, obbligatorio, metodo di raccolta. In tre anni si è passati dal 9,4% di rifiuti smaltiti in differenziata, all’11,2%, sino ad arrivare al 13,3% del 2012. La media nazionale è però del 39%, percentuale che in Italia rimane lontanissimo per una sola altra regione oltre la Sicilia, quella della Calabria (13,8%). Pertanto, la Sicilia è leader dello smaltimento in discarica. Nell’ultimo anno sono stati smaltiti 404,3 tonnellate di rifiuti, la quantità più alta del meridione, considerate le 356 tonnellate della Calabria e i 288,8 della Puglia. Un alternativo smaltimento dei rifiuti potrebbe produrre in Sicilia energia da fonti alternative, ma la Regione non vuole adeguarsi.

Energia prodotta da fonti alternative

La Valle d’Aosta è l’unica regione d’Italia che può fregiarsi di produrre il 100% della propria energia da fonti alternative, la Sicilia è la penultima regione italiana a poterlo fare (11% di produzione), “salvata” solo dal 3,7% fatto registrare dalla Liguria. La potenza prodotta da questo 11% e, inoltre, molto bassa, pari al 30%, fatto che porta la Sicilia ad attardarsi ancora. Basti pensare che in Basilicata la potenza dell’energia prodotta da rinnovabili è del 70%.
Cominciare a scommettere sulle fonti rinnovabili non potrà che essere un bene. Salvaguardare la Sicilia con politiche di sviluppo ecosostenibili è importante per mantenere le parte dei nostri territori a Sic e Zps

Sic e Zps
I Siti d’importanza comunitaria e le zone a protezione speciale rientrano entrambe nella direttiva Europea del progetto Natura 2000. Sono nate per preservare la biodiversità e gli habitat delle specie presenti nel territorio. Per entrambe le categoria la Sicilia si posizione in un livello di tutela medio basso. I Siti d’interesse comunitario sono nell’isola il 17% su una media nazionale del 15%. Una stima comunque non positiva, perché le altre regioni italiane sono per la maggior parte assestate al 20%-30% circa. Lo stesso accade per le Zone a protezione speciale. Su una media italiana del 14,5% la Sicilia osserva il 15%, mantenendosi, questa volta, ben lontana dalle stesse altre zone meridionali dove le stime sono più alte almeno di un punto percentuale in più.
Guardando al resto d’Italia il primato assoluto spetta alla Valle d’Aosta (26,5%), regione che, non a caso, oggi è la prima regione italiana a vivere affidandosi completamente a politiche “green”.

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