Biologico: in Sicilia è boom di aziende - QdS

Biologico: in Sicilia è boom di aziende

Chiara Borzi

Biologico: in Sicilia è boom di aziende

martedì 24 Settembre 2013

Ismea, Biobank, Sinab tracciano la cartina dell'Italia bio: si registra una crescita del 9% rispetto al 2012. Con 158 imprese del settore presenti, l’Isola è la prima regione in tutto il Meridione

PALERMO – Il biologico offre ancora oggi, nonostante la crisi, uno scenario produttivo alternativo su cui poter contare per favorire la crescita economica. Lo dimostra il rapporto Ismea-Eurisko, evidenziando come nel 2013 il mercato del biologico italiano sia cresciuto nelle vendite sino ad arrivare al 9% in più rispetto al 2012, piuttosto che cedere il passo alle difficoltà.
L’Italia è naturalmente predisposta ad ospitare culture bio, le superfici coltivate secondo metodo biologico sono aumentate del 6,4%, fatto che testimonia la voglia di sfruttare realmente almeno questa dote. Il Paese è specializzato a livello geografico, non si esprime uniformemente. Sono ad esempio solo le regioni del Nord e il Centro ad eccellere per la presenza di operatori sul territorio: mense, negozi, mercatini, e-commerce bio, sono tutti distribuiti tra le tre province regine: Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Secondo i dati BioBank sono ancora le stesse province ad essere ricche di aziende bio, ma ad esse si aggiungono Veneto, Piemonte e Sicilia.
Con 158 aziende presenti, l’Isola è la prima regione meridionale a fare e poter far registrare numeri così alti, è la terza allargando il confronto con le zone centrali (Toscana 334 aziende, Marche 187) e la sesta a livello nazionale (prima è l’Emilia Romagna con 417 aziende).
Il boom delle aziende in Sicilia è avvenuto nel 2012, quando vi è stato il passaggio da 117 tra aziende agricole e agriturismi e le quasi 160 dello scorso anno. 41 aziende in più in Sicilia che, considerando la situazione diffusa tra le attività commerciali, costituiscono un piccolo patrimonio da ben amministrare.
Questo ricchezza di strutture non ha tuttavia permesso alla regione di rientrare nella top five dei cinque territori leader per vendita diretta (Emilia, Toscana, Veneto, Lombardia, Marche). Secondo dati più aggiornati, e torniamo dunque alle stime Ismea-Eurisko, lo strapotere del Nord nel bio continua grazie alla produzione dei prodotti biologici: le zone settentrionali coprono il 70,8% della produzione totale, il 22,3% è coperto dal Centro e solo il 6,9% dal Sud. Eppure il meridione rimane una zona cardine della produzione bio, non si può negare infatti la vocazione della Sicilia, la Calabria o la Puglia.
I prezzi del biologico siciliano variano a seconda i prodotti, ma rimangono ancora accessibili nonostante la crisi. Ci sono state brusche discese di prezzo, come il -1,6% di variazione per i peperoni o il -53% per i pomodori, ma anche aumenti, come il +5 centesimi sul costo del grano duro, e anche stasi dei listini, come accaduto per l’olio di oliva (4,48 euro), il Nero d’Avola DOC (5,50 euro), le arance.
Se queste costanti di prezzo particolarmente convenienti sono possibili, lo si deve anche grazie alla filiera produttiva siciliana.
Secondo i dati Sinab, la filiera della Sicilia è tra la più numerose della nazione e garantisce un certo volume di attività. Secondo il report “Bio in cifre” 2011, gli operatori attivi in nell’Isola sono 7.469. La Sicilia ha in particolare il più alto numero d’Italia di produttori esclusivi (6.636) e il quarto numero di preparatori esclusivi (526 su un primato dell’Emilia di 816). Seppur registrato in discesa del 10%, la variazione percentuale di operatori di produzione per la Sicilia è la più alta davanti le più quotate Emilia Romagna e Toscana. La Sicilia riesce ad ospitare un volume di 188.142 colture totali, dove fanno da triano cereali (35.877), viti (15.577) e ovviamente agrumi (10.778).
 


L’approfondimento. Primi in Italia per aziende biologiche zootecniche
 
Pur essendo registrati come dati in discesa, le cifre siciliane riescono a mantenere un primato che sembra difficile da eguagliare per le altre regioni. Questo accade per le colture (-37,551), ma anche per le aziende zootecniche biologiche, scese del -23% pur rimanendo le più numerose d’Italia. Sono in totale 1.568, 984 più che quelle dell’Emilia Romagna e 1.198 più che della Toscana.
Secondo quanto anticipato dai nuovissimi dati Sinab 2012, la Sicilia rimane in testa alle regioni italiane per totalità di operatori attivi (+6% per gli attuali 7.918 soggetti), operatori preparatori esclusivi (7.056), ma mantiene alcune caratteristiche che erano emerse anche nel 2011: rimangono pochi gli operatori produttori e preparatori e soprattutto gli operatori importatori (rispettivamente 339 e 13). Ciò vuol dire che ancora una volta l’Isola cessa di avere autonomia nel momento dell’investimento e la trasformazione delle proprie materie prime bio. Un incentivo affinché possa crescere questa fascia di operatori potrebbe proietterebbe la Sicilia nella top five delle regioni biologiche, posto che non sarebbe demeritato.

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