Telecom agli spagnoli. Non ci saranno esuberi - QdS

Telecom agli spagnoli. Non ci saranno esuberi

redazione

Telecom agli spagnoli. Non ci saranno esuberi

mercoledì 25 Settembre 2013

Telefonica ha stretto l’accordo con Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo

MILANO – Accordo di Telefonica con Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo per salire dal 46 al 66% di Telco che controlla il 22,4% di Telecom. Il controllo del gruppo tlc italiano passerà nelle mani degli spagnoli in un percorso a tappe scandito dal documento appena firmato, con Telefonica che si impegna a un primo esborso cash da 324 milioni per ridurre il debito, salendo nel capitale sociale, con un’opzione per arrivare a breve al 70%.
Oggi Telco, la scatola che controlla il 22,5% di Telecom, è partecipata da Telefonica al 46,18%, da Intesa Sanpaolo e Mediobanca all’11,62% ciascuna e da Generali al 30,58%. La salita di Telefonica sarà con azioni senza diritto di voto: la struttura del capitale votante resterà dunque immutata, come dice la nota che annuncia l’accordo. Sarà mantenuta la possibilità per i soci di uscire dal patto, ma con slittamento della finestra: questa era prevista per il 28 settembre, l’intesa la sposta al 15-30 giugno 2014, oltre che a febbraio 2015, scadenza naturale.
Il gruppo spagnolo potrà acquistare diritto di voto sulle azioni Telco e la partecipazione residua per salire al 100%, a un prezzo di almeno 1,1 euro per azione o ai valori di mercato, una volta ottenute le autorizzazione regolamentari e Antitrust. Telefonica per aumentare i suoi diritti di voto in Telco avrà probabilmente bisogno di vendere le attività in Sudamerica, tra cui la controllata Tim Brasil.
Gli spagnoli si impegnano inoltre a portare la loro quota del bond Telco al 70% pagando con azioni della società, valutate a 10,86 euro. E ancora, si impegnano a non acquistare azioni Telecom Italia, a meno che un terzo acquisti il 10% o più del capitale.
Due dunque le fasi dell’operazione. Nella prima c’è appunto l’aumento di capitale da 324 milioni, che fornirà a Telco le risorse per rimborsare una prima parte dell’indebitamento finanziario a scadenza il prossimo novembre, mentre i residui 700 milioni saranno interamente finanziati da Mediobanca e Intesa in parti uguali. A seguito dell’aumento, Telefonica avrà il 66% di Telco, di cui il 46,2% con diritto di voto, Generali il 19,32%, con diritto di voto per il 30,6%, e Intesa e Mediobanca il 7,34% entrambe, con diritto di voto pari all’11,6%.
 
Dopo le autorizzazioni previste dalle Autorità, Telefonica sottoscriverà un nuovo aumento di capitale di Telco per 117 milioni di euro, sempre senza diritto di voto, convertibile poi in azioni ordinarie con diritto di voto, fino a raggiungere il 70% di Telco. A rassicurare nel frattempo sul fronte caldo dei possibili esuberi ci ha pensato direttamente l’amministratore delegato Marco Patuano, intenzionato a non licenziare “proprio nessuno”.

Pd e Pdl chiedono che il Governo riferisca in Parlamento

ROMA – Pd e Pdl chiedono al governo di riferire in aula in merito alla vendita di azioni Telco alla società spagnola Telefonica e sul conseguente nuovo assetto di controllo di Telecom Italia. Per il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, “le vicende contestuali di Alitalia e Telecom rappresentano in modo impietoso l’esito di una lunga catena di errori in gran parte dovuti all’assenza ventennale di una politica industriale e, conseguentemente, alla prevalenza degli interessi privati sugli interessi pubblici”. “È necessario – ha sottolineato – che il Governo venga al più presto in Senato a riferire sul grave declino del sistema industriale italiano che coinvolge due imprese strategiche per i nostri servizi pubblici”. Per il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, “’le notizie che arrivano sul caso Telecom sono molto preoccupanti perché riguardano asset stragici del nostro Paese. Chiedo pertanto che il Governo venga al più presto a riferire alla Camera circa il futuro di questa azienda”’. Il presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta chiede al ”presidente del Consiglio, Enrico Letta, di venire in Aula alla Camera dei deputati a illustrare le considerazioni del governo sull’operazione”.

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