Sportelli multifunzionali: in 1.800 al Ciapi per sei mesi prorogabili - QdS

Sportelli multifunzionali: in 1.800 al Ciapi per sei mesi prorogabili

Michele Giuliano

Sportelli multifunzionali: in 1.800 al Ciapi per sei mesi prorogabili

sabato 28 Settembre 2013

La Regione apre un tavolo per la riorganizzazione dei servizi per l'impiego e per il lavoro. Al momento si pensa a traghettare i dipendenti verso una struttura temporanea

PALERMO – Passa la linea del governo regionale. Sportelli multifunzionali che si trasformeranno in Agenzia per l’impiego nella stessa forma, grosso modo, dei modelli a livello nazionale che prevedono un misto nella gestione fra pubblico e privato.
 
L’anticipazione di quello che sarà il nuovo servizio di incontro fra domanda e offerta del mercato del lavoro, con relativo orientamento dell’utente, l’hanno data i sindacati che adesso vorrebbero chiudere la contrattazione anche se soddisfatti solo parzialmente di questa ipotesi: “Per noi la strada migliore – dicono Monica Genovese della CgilGiusto Scozzaro della Flc – resta quella della proroga dei servizi. Siamo riusciti a scongiurare la cassa integrazione che il governo prospettava. Ora siamo aperti a una soluzione alternativa purchè questa dia tutte le garanzie necessarie sia per i servizi che per i lavoratori”.
Anche gli enti hanno chiesto garanzie e tutto verrà riportato nero su bianco in un apposito protocollo d’intesa che sarà siglato tra le parti in causa. Il percorso dell’Agenzia del lavoro sarà comunque sviluppato in corso d’opera, considerata l’imminente scadenza del contratto che regola l’attività degli Sportelli con la Regione (30 settembre, ndr). Ci sarà un “percorso transitorio” di 6 mesi, con tutti i mille e 800 lavoratori degli Sportelli che approderanno al Ciapi di Siracusa, per arrivare a una riforma che, tenendo conto di quella nazionale, costruisca un sistema  pubblico-privato per la gestione dei servizi per l’impiego.
Altra soluzione che sarà vagliata, come richiesto dallo Snals Confsal, è quella dell’istituzione del cosiddetto "contratto di rete", previsto dall’attuale articolo 3, comma 4 ter, del decreto legge numero 5 del 2009 il quale prevede che "più imprenditori perseguano lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato” come, inoltre, proposto dal Decreto Crescita n. 83/2012. Elemento essenziale del contratto di rete è il “programma comune di rete” attraverso il quale “gli imprenditori si obbligano a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese, ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica e tecnologica, o meglio ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa”.
L’adesione al contratto di rete non comporta l’estinzione né la modificazione della soggettività tributaria delle imprese che aderiscono all’accordo in questione, né l’attribuzione di soggettività tributaria alla rete risultante dal contratto stesso. Il contesto normativo attuale offre poi agli imprenditori che intendono costituire una rete di poter scegliere tra due forme giuridiche alternative: la "rete contratto", ovvero un modello contrattuale "puro", o la creazione di un nuovo soggetto giuridico, la cosiddetta "rete soggetto". Lo Snals in poche parole vuole formare una rete tra gli enti di formazione che abbiano in ruolo il personale specializzato, qualificato e con esperienza ultradecennale nell’erogazione dei servizi formativi.
 


L’approfondimento. L’impegno della Cisl scuola andrà ancora avanti
 
“Prima di tutto abbiamo scongiurato l’ipotesi di contratto flessibile fuori dal campo del lavoro dipendente – spiega Giovanni Migliore Segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione –, la Regione ha accolto le nostre richieste nella premessa dell’accordo, aprire un tavolo che affronti la riforma del sistema e che si occupi di questi lavoratori. L’obiettivo è assicurare efficaci servizi e garantire loro un impiego a tempo indeterminato, e su questo punto continuerà il nostro impegno”. Anche nella fase transitoria, durante il periodo di lavoro dipendente a tempo determinato presso il Ciapi, gli operatori percepiranno una retribuzione analoga a quella percepita negli enti di provenienza eventualmente mediante un’apposita contrattazione integrativa aziendale. “Ci riteniamo soddisfatti perché il governo ha accolto quasi totalmente le nostre integrazioni alla bozza dell’accordo che ci era stata proposto. Con il tavolo si affronteranno anche le prospettive future di questi lavoratori che non devono essere abbandonati, va assicurata loro la stabilità dei rapporti di lavoro”. L’amministrazione regionale dunque, si legge nel testo dell’accordo, affiderà le politiche attive nel mercato del lavoro con lo stanziamento di 36 milioni di euro di fondi Pac.

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