“Non esiste un caso Sicilia, è bene sfatare questo mito. Le discriminazioni si verificano ovunque con oscillazioni percentuali minime e modalità omogenee, che non escludono peraltro la violenza fisica. A Palermo come a Milano è costante il bullismo e lo scherno nelle scuole medie e superiori, senza particolari differenze. I dati sulle discriminazioni sono alterati dal fatto che i giovanissimi, ad esempio, nella grande maggioranza dei casi non raccontano nulla ai genitori per paura di rivelare la loro omosessualità. Situazione diversa da chi magari subisce discriminazioni razziali e può parlarne con più facilità”.
Per noi siciliani è facile accostare l’omertà di chi subisce estorsioni all’omertà di chi non denuncia le discriminazioni dovute al proprio orientamento sessuale. Sono fenomeni accostabili?
“Certo, i problemi sono omogenei, ma è bene chiarire che il racket e l’omertà non sono fenomeni esclusivamente siciliani. Le estorsioni possono assumere una forma più violenta in Sicilia, ma basta fare un salto a Roma o Milano per rendersi conto che anche lì agisce il racket, in forma forse più subdola, ma sicuramente efficace. Idem per l’omertà: le differenze sussistono più che altro tra le grandi e le piccole città. Nelle grandi città ci si può rivolgere ai centri, mentre nelle città piccole il silenzio predomina. Sono differenze che, ripeto, prescindono da Nord e Sud. Certo, per chi vive a Napoli la vicinanza di Roma rende tutto un po’ più facile: un eventuale trasferimento permetterebbe di non perdere i legami. Chi vive più a Sud, invece, se fosse costretto a emigrare per trovare condizioni più favorevoli, finirebbe per allontanarsi molto dagli amici e dagli affetti”.
“Ci terrei a precisare che queste ‘terapie’ sono assolutamente illegali. Al Nord sono abbastanza diffuse, ma se ne parla poco, mentre per quanto riguarda il Sud Italia abbiamo notizia di diversi tentativi di esorcismo. La terminologia non deve indurre in errore: nonostante alcune manifestazioni siano più selvagge e tribali al Sud, specialmente nei piccoli paesi, il concetto non cambia, perché le terapie riparative si basano su una vergognosa e inaccettabile manipolazione della personalità, attuata in forma subdola e pericolosa. I termini cambiano, ma si tratta di pratiche molto simili, più di quanto possa sembrare a prima vista”.