Stress, una malattia sottovalutata. Cresce il rischio aborto del 50% - QdS

Stress, una malattia sottovalutata. Cresce il rischio aborto del 50%

Chiara Borzi

Stress, una malattia sottovalutata. Cresce il rischio aborto del 50%

venerdì 04 Ottobre 2013

È allarme per la psiche: “Nel 2020 la depressione diventerà la seconda patologia del mondo”. Se n’è discusso a Catania nel corso di un convegno organizzato dalla Sipnei

CATANIA – Lo stress può essere considerato la malattia dei tempi moderni. Una parola dall’uso quotidiano, un alterazione dello stato normale di salute spesso preso però in scarsa considerazione per la tendenza a sminuirne gli effetti. A Catania la società Sipnei ne ha dibattuto ampiamente, osservando l’argomento da un duplice prospettiva: quella del paziente e quella del medico.
 
Esiste infatti oggi la certezza di dover misurare lo stress anche in chi dovrebbe normalmente curarlo. Nella professione medica la necessità di pronunciare diagnosi di certa negatività o la necessità di seguire pazienti con malattie particolarmente gravi deprime fortemente anche il sistema psicologico dei professionisti.
La cittadina etnea si prepara ad acquisire un primato, quello del progetto pilota “Dipnei”. Un percorso sperimentale, unico nel suo genere, che è stato reso noto per la prima volta in occasione del convegno organizzato da Sipnei Sicilia – coordinata dallo psicologo Sergio Amico – e dedicato proprio allo studio di cause ed effetti legati allo stress, partendo dallo studio Pnei (psico-neuro-endocrino-immunologia).
A presentare il progetto, oggetto di un protocollo, sono stati il presidente e il vicepresidente di Sipnei rispettivamente David Lazzari e Marina Risi.
“Le nostre ricerche – ha spiegato Lazzari – hanno permesso di individuare quattro fattori dai quali dipende lo stress individuale: in stati di equilibrio prevale l’eustress, che a dosi giuste è essenziale perché ci mette in condizioni di efficienza, se diventa troppo o troppo poco allora nascono i problemi. Lo strumento ‘bilancia dello stress’ è stato pensato proprio per comprendere la quantità e qualità dello stress individuale, per la prima volta tutti gli aspetti in gioco in un unico modello e consente così a ciascuno di valutare e capire la propria specifica situazione”.
“È un errore pensare che questo fenomeno interessi solo l’area psicologica – ha commentato Francesco Bottaccioli, filosofo della scienza e presidente onorario Sipnei – perché più volte è stato dimostrato che lo stress presenta conseguenze di carattere sistemico, coinvolgendo anche l’area biologica. Ne è la prova il lavoro di un gruppo interuniversitario israeliano giunto alla conclusione che lo stress emozionale nella fase preconcezionale e gestazionale è associato a un aumentato rischio di aborto spontaneo. I ricercatori hanno coinvolto due gruppi di donne, uno di una cittadina a 4 km dalla striscia di Gaza, sottoposta a bombardamenti e allarmi continui, l’altro al riparo dalla guerra. È emerso che le donne sottoposte a stress hanno manifestato un tasso di abortività spontanea del 50% in più rispetto a quello protetto”.
Al di là di facili allarmismi, è bene considerare che una cattiva gestione dello stress può infatti comportare importanti ricadute sullo stato fisico e provocare stati patologici: “Dati statistici – ha affermato la vicepresidente Risi – annunciano che nel 2020 la depressione diventerà la seconda causa di malattia nel mondo, superando le patologie cardiovascolari e i tumori. Notizie che non possono di certo lasciarci indifferenti, e che ci spingono a lavorare per migliorare la gestione del fenomeno e correggere preventivamente determinati comportamenti che potrebbero degenerare in situazioni più gravi”.
Tanti i relatori che hanno dettagliatamente esposto, ognuno secondo la propria specializzazione, i vari ambiti in cui lo stress è una componente determinante nella qualità del tenore di vita di ognuno. Un incontro che ha chiaramente lanciato il segnale di non sottovalutare questo elemento troppo spesso discusso con sarcasmo e sottovalutazione.

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