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Messina – Sanatorie edilizie: 4,2 mln di euro che il Comune può recuperare

Francesco Torre

Messina – Sanatorie edilizie: 4,2 mln di euro che il Comune può recuperare

venerdì 04 Ottobre 2013

Ricognizione della Giunta e delibera. Si attende il via libera del dirigente dell’Edilizia privata. Ecco le risorse: ci sono 13 mila pratiche pendenti, alcune hanno più di 20 anni

Messina – Quando intervistammo i sei candidati a sindaco, durante la campagna elettorale, fu una delle domande specifiche in tema economico-finanziario che facemmo a tutti: “pratiche di sanatoria edilizia inevase: cosa fare?”. L’allora candidato Renato Accorinti, poi divenuto primo cittadino, ci rispose così: “È necessario operare una immediata ricognizione dell’entità del fenomeno, definendo una adeguata programmazione della valutazione delle pratiche, con particolare attenzione alla riscossione degli oneri concessori ed alla corrispondenza delle dichiarazioni alla realtà. Occorrerà rafforzare – specificava ancora l’ex insegnante di educazione fisica – l’operatività dell’ufficio tecnico e, come per tutti i settori dell’amministrazione, verranno definiti obiettivi raggiungibili e verrà attivato un sistema per la valutazione della produttività del personale”.
A distanza di circa tre mesi dall’insediamento della nuova Giunta, possiamo adesso dire che quei positivi intendimenti stanno per tramutarsi in qualcosa di concreto. Dopo aver effettuato una ricognizione del problema, consistente in circa 13 mila istanze inevase, alcune delle quali ventennali o addirittura ancora più vecchie, l’esecutivo di Palazzo Zanca ha infatti approvato una delibera avente ad oggetto il “Progetto per la definizione istruttoria delle pratiche di condono edilizio ai sensi della L. 47/85, della L. 724/94 e del D.L. 30/09/2003 convertito nella L. 326/02 e s.m.i.”.
L’obiettivo è duplice: imprimere un’accelerata alle pratiche pendenti dando risposte sicure ai cittadini che attendono da anni ma anche e soprattutto fare cassa. Secondo le stime della Giunta, considerando che il Comune trattiene il 50% del conguaglio richiesto al contribuente, la definizione della metà delle istanze pendenti (questo il primo traguardo da raggiungere) porterebbe ricavi per 4 milioni 290 mila euro. Che non saranno risolutivi per un Comune che ha oltre 300 mln di debiti, ma che potranno dare sicuramente ossigeno in momenti di forte emergenza come l’attuale.
Su come incassare queste somme la delibera è chiara: verrà istituito un gruppo di lavoro interno al dipartimento competente totalmente autofinanziato dal progetto stesso. Il che significa che il monte ore di lavoro straordinario necessario per la definizione della metà delle posizioni inevase – che sempre secondo le stime della Giunta corrisponderebbe ad un costo complessivo di 895 mila euro – sarebbe pagato dalle stesse entrate del conguaglio, che così passerebbero per il Comune dai 4,29 mln di cui sopra a 3 mln 395 mila euro effettivi.
Perché il progetto diventi operativo ci vorrà adesso l’ok del dirigente pro-tempore del Dipartimento Edilizia Privata e Repressione Abusivismo, ma intanto registriamo la volontà della Giunta di risolvere un annoso problema incomprensibilmente mai seriamente affrontato dalle precedenti amministrazioni.
 

La delibera. I molteplici obiettivi del progetto

Messina – Stando a quello che si legge nella delibera di Giunta riguardante la definizione delle pratiche di condono edilizio inevase, il progetto “mira ad essere considerato tra gli obiettivi strategici dell’Ente, poichè si inquadra in un percorso tendente al raggiungimento della piena autonomia finanziaria del Comune e la sua azione ricadrà sul servizio tributario comunale impegnato al recupero in materia di Imu e Tarsu, riportando notevoli risultati sia in termini di gestione ed entità delle entrate che nel contraddittorio con i contribuenti”. Snellire il volume delle pratiche pendenti, infatti, avrà anche benefici indiretti quali quelli di “archiviare procedimenti sanzionatori conseguenti all’adozione del condono edilizio, accertare inottemperanze, riattivare procedimenti sanzionatori pregressi con conseguente adozione dell’ordinanza di demolizione ed ancora acquisire e demolire immobili abusivi”. Una valenza strategica, che non a caso il QdS ha sempre evidenziato invitando l’amministrazione ad intervenire.

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