Spending review farsa tagli solo del 20 per cento - QdS

Spending review farsa tagli solo del 20 per cento

Raffaella Pessina

Spending review farsa tagli solo del 20 per cento

venerdì 04 Ottobre 2013

Nel ddl approvato in commissione non rimossa l’equiparazione al Senato. La Lombardia già a giugno ha applicato tagli del 50 per cento

PALERMO – Riprenderanno martedì della prossima settimana i lavori dell’Assemblea regionale. Intanto la commissione per la spending review ed il recepimento del decreto Monti ha approvato nella seduta di mercoledì pomeriggio la bozza del ddl che stabilisce il tetto dei tagli alla spesa e lo stipendio dei deputati. Nel ddl “misure in materia di controllo, razionalizzazione e contenimento della spesa relativo ai costi della politica” sono previsti tagli lineari solo del 20% al trattamento economico dei parlamentari e dei componenti della giunta regionale. Invece sarebbero necessari tagli del 50 per cento per raggiungere il parametro di 11.000 euro lordi, come prevede la legge 213/2012 sui cosiddetti “tagli di Monti ai costi della politica”.
Selezionate nel ddl della commisisone le cariche interne alle quali attribuire una indennità di funzione, e stabilita la riduzione delle indennità agli assessori regionali che non siano deputati (i cosiddetti tecnici). Secondo il ddl questi andrebbero a percepire un trattamento mensile lordo composto da una quota pari all’80% dell’indennità prevista per i deputati regionali e una somma pari alla indennità di funzione spettante al presidente della commissione legislativa. I deputati e gli assessori regionali parteciperanno gratuitamente alle sedute di commissione, comitati, organi di enti di qualsiasi tipo senza rimborsi, gettoni si presenza o compensi di qualsiasi natura.
Stretta sulle assenze dai lavori dell’Assemblea regionale. In caso di assenza ingiustificata dall’Aula o dalle commissioni parlamentari legislative  è applicata una sanzione pecuniaria commisurata alla indennità percepita. Vietata espressamente la contribuzione a partiti e movimenti politici, mentre è ammessa solo quella che riguarda il funzionamento dei gruppi parlamentari, che riceveranno un contributo annuale per spese organizzative di documentazione e per la dotazione logistica e strumentale.
Anche per i gruppi parlamentari verrà applicato il taglio del 20%, viene soppresso il cosiddetto assegno di solidarietà, di cui fino ad oggi ogni deputato ha beneficiato a fine mandato.
Anche la spesa per il personale dell’Ars subisce una diminuzione del 20%. Ed è prevista anche una riduzione dell’organico del personale dipendente che consentirà di realizzare un ulteriore contenimento strutturale del fabbisogno finanziario anche in considerazione della modifica del numero dei deputati che dalla prossima legislatura passerà da 90 a 70.
Nessun cenno nel ddl sulla abrogazione dell’adeguamento dei parametri delle retribuzioni a quelle del Senato della Repubblcia, come stabilisce la legge attuale (44/65).
Il presidente dell’Ars Ardizzone ha espresso soddisfazione, ma ha aggiunto di non poter “non rilevare che il disegno di legge esitato è diverso da quello sul quale per mesi si sono soffermati i commissari. In Aula, ha aggiunto Ardizzone, certamente il ddl sarà migliorabile affinchè risponda alle aspettative dei siciliani e sia in linea con i parametri previsti dal Decreto Monti”.
Contro il ddl hanno votato i rappresentanti del Movimento 5 stelle che considerano i provvedimenti contenuti solo dei tagli fasulli e annunciano che riproporranno in Aula gli emendamenti che in commissione sono stati respinti. Ed effettivamente i tagli previsti per i contributi ai gruppi parlamentari non rispecchiano i parametri del Decreto Monti.
 
Già a gennaio di quest’anno il QdS aveva fatto un’inchiesta pubblicando i parametri del Decreto Monti nonchè le dichiarazioni dell’ex assessore regionale all’economia Gaetano Armao. E mentre il presidente Ardizzone aveva dichiarato che la Sicilia non era obbligata ad allinearsi al Decreto Monti e che se lo avrebbe fatto potevano passare anche cinque anni, Armao ha dissentito dicendo a sua volta che la Sicilia, invece, in occasione in seno alla Conferenza delle Regioni si era totalmente allineata alle altre regioni. Questo nell’ottobre del 2012.
Sta di fatto che comunque in Italia vi sono regioni che si sono già adeguate, come la Lombardia con tagli del 50 per cento, addirittura più incisivi del decreto Monti, mentre la Sicilia si sta predisponendo ad approvare un disegno di legge che poco ha a che vedere con la legge 213/2012.

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