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Palermo – Cassa integrazione agli sgoccioli e lavoratori Gesip spalle al muro

Gaspare Ingargiola

Palermo – Cassa integrazione agli sgoccioli e lavoratori Gesip spalle al muro

sabato 12 Ottobre 2013

Il bacino dei dipendenti potrebbe essere ridotto di circa mille unità, con sollievo per le casse del Comune. L’accordo, che interessa 1.800 dipendenti, scade il prossimo 31 dicembre

PALERMO – L’amministrazione comunale ha già iniziato a muoversi in vista del 2014, quando la speciale cassa integrazione in deroga per i dipendenti Gesip sarà scaduta e occorrerà capire quale sarà il destino dei quasi 1.800 dipendenti della partecipata.
 
Nel maggio scorso i lavoratori, dopo lunghe proteste, cortei e occupazioni, hanno ottenuto la possibilità di svolgere fino al 31 dicembre attività di pubblica utilità per conto dell’amministrazione, grazie al protocollo d’intesa siglato ad aprile tra Comune, Regione e Inps, in base a cui piazza Pretoria paga un buon 60% degli oltre 900 euro mensili di salario, mentre Regione e Inps garantiscono la restante parte, fatta di assegni familiari e contributi pensionistici, per il tramite dei fondi governativi destinati agli ammortizzatori sociali. L’attività di pubblica utilità serve come il pane all’amministrazione, che nei mesi di astensione forzata dal lavoro ha dovuto dimezzare o addirittura cancellare tutta una serie di servizi come la cura del verde o il trasporto disabili, passando per la custodia di scuole e ville storiche.
Ma il protocollo scade, appunto, il 31 dicembre e occorre trovare un’alternativa perché altrimenti questi servizi potrebbero ritrovarsi nuovamente scoperti. Solo il settore del verde pubblico sembra per il momento garantito, almeno per qualche mese, grazie ai cantieri di lavoro, ma si tratta comunque di un toccasana temporaneo. Già la scorsa settimana i dipendenti Gesip sono tornati a manifestare dopo mesi di tranquillità e pertanto Palazzo delle Aquile ha voluto imprimere un’accelerazione alle trattative con il governo.
 
Un aiuto è venuto dal decreto D’Alia dello scorso 31 agosto, che ha autorizzato la mobilità orizzontale tra i dipendenti delle partecipate, così da integrare con forze fresche i settori in sofferenza e snellire quelli più ridondanti. La scorsa settimana il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato e il liquidatore della Gesip Carlo Catalano sono volati a Roma per un lungo incontro con il segretario generale del Ministero del Lavoro, Paolo Pennes, e con il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori. All’ordine del giorno c’erano “la riorganizzazione delle aziende in modo tale da ottimizzarne le risorse e garantirne la qualità dei servizi; l’utilizzo della recente normativa sulla mobilità orizzontale fra le aziende; l’internalizzazione del maggior numero di servizi; l’avvio dei pensionamenti per quei lavoratori che ne avessero già maturato i requisiti; l’adozione di forme di incentivazione per l’uscita dai bacini del precariato”.
Questa settimana nuova missione a Roma per continuare l’analisi delle varie opzioni. Nelle previsioni dell’amministrazione potrebbero essere circa 400 i dipendenti coinvolti nell’esodo: secondo voci di corridoio riceverebbero Tfr, indennità di disoccupazione Aspi per un anno e una liquidazione. Altri 600 operai potrebbero invece scivolare verso le altre aziende municipalizzate grazie alla mobilità orizzontale. Sempre secondo indiscrezioni, in questo caso non ci sarebbero aumenti di stipendio perché le attività resterebbero di pubblica utilità. A questo migliaio si aggiungerebbero nel tempo i dipendenti soggetti a pensionamento.
 
Alla fine dei conti, insomma, il bacino dei lavoratori potrebbe essere ridotto per oltre un migliaio, con grande sollievo per le casse comunali, almeno per quanto riguarda quelli che si convinceranno a lasciare la Gesip per sempre. Per il resto di loro potrebbe prospettarsi il rinnovo della cassa integrazione, anche se c’è da capire per quanto tempo e a quali condizioni. La strada degli ammortizzatori sociali sembra piuttosto stretta e se le opzioni sopra elencate non dovessero concretizzarsi già dalla metà di ottobre (quindi fra pochi giorni) potrebbero partire le procedure di licenziamento collettivo per tutti i 1.800 dipendenti dell’azienda di via Maggiore Toselli. Procedure per le quali, in termini di legge, sono necessari 75 giorni di preavviso.

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