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Catania – Formazione: fatture gonfiate truffa da 9 mln di euro, 52 indagati

Margherita Montalto

Catania – Formazione: fatture gonfiate truffa da 9 mln di euro, 52 indagati

martedì 15 Ottobre 2013

L’operazione “Pandora” smaschera le furberie di quattro enti

CATANIA – Un’associazione a delinquere, “a conduzione familiare”, finalizzata all’appropriazione e all’indebita percezione di contributi pubblici e comunitari, destinati alla formazione professionale,  è stata oggetto dell’“Operazione Pandora”, l’attività di indagine del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare e contestuale sequestro preventivo per equivalente emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica.
Gli  Enti coinvolti sono: Anfe provinciale (Associazione nazionale famiglie emigrati), Iraps (Istituto di ricerche e applicazioni psicologiche e sociologiche), Anfes (Associazione nazionale famiglie emigrati siciliani) e Issvir (Istruzione, servizi, sport, volontariato italiano e regionale).
I denunciati sono 52, per vario titolo: peculato, truffa, corruzione, falso e  frode fiscale. L’indebita percezione  è pari a 9 milioni di euro sul totale dei circa 58 milioni ricevuti complessivamente dagli enti di formazione  nel periodo 2005-2010 per l’organizzazione e realizzazione di 112 corsi di formazione;  sequestro preventivo di beni per circa 3.700.000,00 euro; emesse 10 ordinanze di custodia cautelare.
 
Indagato un funzionario della Regione Siciliana, in servizio all’Ispettorato provinciale del Lavoro di Catania, che ha operato violando le norme che governano l’attività di controllo della rendicontazione, ottenendo in cambio il conferimento di incarichi ai propri congiunti in alcuni degli enti interessati dalle indagini. I sistemi di frode venivano attivati a partire da materiale di cancelleria e informatico acquistato da società compiacenti che sovrafatturavano le forniture delle quali poi gli Enti producevano, raggirando la Regione Siciliana, preventivi di spesa falsi. In più imprese compiacenti o di comodo emettevano fatture per servizi di pulizia, manutenzione e altro, di fatto svolti dal personale interno dell’Ente.

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