Terremoto e colata 2002, Regione e Cipe in aiuto - QdS

Terremoto e colata 2002, Regione e Cipe in aiuto

Lucia Russo

Terremoto e colata 2002, Regione e Cipe in aiuto

venerdì 11 Settembre 2009

Tredici i Comuni colpiti nella Sicilia orientale con i lavori in corso. Si pensa pure al recupero contributi indebitamente versati

Palermo – Nell’autunno del 2002 tredici comuni della Sicilia orientale (Acicatena, Acireale, Belpasso, Castiglione, Giarre, Linguaglossa, Milo, Nicolosi, Piedimonte Etneo, Ragalna, Sant’Alfio, Santa Venerina e Zafferana Etnea) furono colpiti dal terremoto e dalla colata lavica che provocò danni ingenti: migliaia fra edifici, scuole e chiese furono resi inagibili, oltre a feriti ed alcune migliaia di senzatetto.
Adesso la Regione siciliana si impegna insieme al Cipe a farsi interprete dei disagi patiti dai comuni e dalle popolazioni colpite dal terremoto e dalla colata lavica del 29 ottobre 2002, affinchè possano proseguire i lavori per la ricostruzione e il recupero degli edifici danneggiati.
Questo a risultato dell’incontro che si è svolto tra il presidente Raffaele Lombardo, Salvatore Cocina, dirigente generale del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, ed i deputati regionali Nicola D’Agostino e Raffaele Nicotra che è anche sindaco di Acicatena e componente del comitato costituito spontaneamente dai sindaci del comprensorio colpito dall’evento tellurico, per fare il punto della situazione post sisma e sull’esaurimento delle risorse finanziarie. La prima riunione si è tenuta, ad inizio della settimana nella sede catanese della Presidenza della Regione ed è proseguito con ulteriore approfondimento della materia, a Palazzo d’Orleans.
“Le somme assegnate immediatamente dopo il sisma – ha affermato Cocina – sono state spese con la massima celerità ed efficacia; già all’epoca era chiaro, però, che non sarebbero stati sufficienti ad ultimare i lavori di riedificazione delle strutture danneggiate, considerato che a fronte di danni stimati in oltre 400 milioni di euro ne sono stati assegnati 150 con i quali – ha proseguito il dirigente – è stato effettuato il recupero di una considerevole parte degli immobili: circa l’85% di quelli privati e dichiarati, a suo tempo, inagibili, e il 60% di quelli pubblici, inagibili e non. 
Rimangono esclusi dagli aiuti gli edifici privati danneggiati dal sisma, ma senza essere stati resi inagibili. In questo modo si contribuisce ad imporre in questi territori una politica di prevenzione sismica assolutamente prioritaria, anche in considerazione dei ripetuti eventi tellurici. Nel corso della riunione è stata affrontata anche la questione relativa al recupero dei contributi indebitamente versati da parte dei cittadini di quei comuni, ai quali, solo in un secondo momento, e’ stato riconosciuto ed esteso l’abbattimento di tributi e tasse: si cerchera’ di percorrere la strada del recupero delle somme mediante il credito d’imposta.

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