Strade rurali, le risorse sono poche - QdS

Strade rurali, le risorse sono poche

Massimo Mirabella

Strade rurali, le risorse sono poche

venerdì 11 Settembre 2009

Esitati tutti i progetti presentati. Il bando prevede un contributo Ue del 50%, la restante parte suddivisa tra Regione e imprenditori. Nel precedente Psr impegnati quasi 78 mln su 80 disponibili, ma la rete resta vetusta

PALERMO – Che il sistema viario siciliano sia vetusto e insufficiente non farebbe notizia. A far notizia può essere l’ammontare (basso) di euro che l’Unione europea mette a disposizione di una regione come la Sicilia, ancora considerata obiettivo 1. Fondi questi, di cui parliamo, destinati dai vari Psr alla viabilità rurale. Una rete di strade interpoderali che dovrebbe mettere in comunicazione i poderi produttori di quelle eccellenze agricole siciliane famose nel mondo, con le strade (in teoria) già esistenti e di collegamento tra città e campagne. E che lo sviluppo economico dell’agricoltura siciliana passi per la semplificazione dei trasporti e l’accessibilità ai fondi non ci sono dubbi.
Analizzando i dati messi a disposizione per il Qds dal “Servizio V dipartimento interventi infrastrutturali” dell’assessorato regionale all’Agricoltura, si vede come, benchè le somme destinate dalla Ue a questo capitolo grazie al Psr 2000-2006 siano state spese quasi tutte, la disponibilità sia risultata completamente inadeguata a far fronte alle reali esigenze di ammodernamento viario rurale dell’isola.
Il Psr in questione, per l’appunto, destinava sui 5 anni circa 80 milioni di euro per questo genere di interventi. Stando ai dati presentati in assessorato le tre azioni previste A-B-C, ovvero “opere infrastrutturali viarie”, “opere irrigue” e le “opere elettrificazione rurale” hanno visti impiegati poco meno di 78 milioni di euro.
Mentre, ci spiegano, ben il 72% della cifra impegnata è stata destinata alle opere infrastrutturali viarie. Ammonta invece a 2,3 mln euro, circa, la somma non utilizzata e quindi perduta perchè restituita a Bruxelles. Un male certo, ma limitato a paragone delle grandi cifre che spesso, non vengono impegnate, e ritornano così indietro. Quanto speso è stato invece spalmato sui tre bandi aperti nell’arco dei 5 anni. “Le limitate risorse finanziarie – come spiegano in assessorato – hanno consentito di mettere a regime di aiuto praticamente tutti i progetti che sono stati presentati”.
Tre, a questo punto secondo il Qds, i nodi da sciogliere affinchè questi soldi siano veramente ben spesi: una reale rete infrastrutturale intercomunale alla quale agganciare i rami interpoderali; un forte incremento delle risorse destinate a questi investimenti;  e un monitoraggio che, a fronte delle basse risorse, permetta di sviluppare quelle zone le cui potenzialità commerciali possano essere meglio espresse grazie ad una rete viaria che riesca ad assicurare lo sviluppo commerciale dei prodotti.
Altro limite è sicuramente la bassa pubblicità che viene fatta ai fondi e l’incapacità di fare sistema tipica degli imprenditori agricoli siciliani. Il bando prevede infatti un finanziamento comunitario pari al 50%, mentre la restante parte viene suddivisa tra Regione e consorzio degli imprenditori a cui la strada interpoderale interessa. Spesso mettere assieme questi imprenditori sembra proprio il passaggio più difficile, come hanno testimoniato al giornale diversi agricoltori, è reperire le somme tra i vari proprietari e rispondere correttamente ai bandi. Piccole novità invece arricchiranno i  bandi del nuovo Psr.

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