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Messina – A Giampilieri nulla è cambiato mentre crescono sprechi e ritardi

Francesco Torre

Messina – A Giampilieri nulla è cambiato mentre crescono sprechi e ritardi

venerdì 25 Ottobre 2013

Scoperti, in un deposito della palestra comunale, aiuti umanitari inviati nel 2009 e mai usati. Il borgo distrutto dall’alluvione resta una landa desolata. “Reset” per il processo

Messina – Sono passati solo 4 anni dall’alluvione del 1° ottobre 2009 che ha causato la morte di 37 persone nel versante sud della città, eppure mediaticamente e storicamente quella tragedia sembra già derubricata. È bastata una campagna elettorale all’insegna della “novità” (in cui il tema del dissesto idrogeologico non è stato quasi nemmeno toccato) e la scomparsa dei protagonisti politici di allora. Il tempo ha fatto il resto.
 
Eppure, per molti, moltissimi concittadini il “passato non è passato”, e il futuro rappresenta ancora un’incognita di cui avere paura, un misto di precarietà e rassegnazione in cui non trovano posto verità e giustizia ma solo rabbia e indignazione. Rabbia e indignazione che ad ogni anniversario si rinnovano, allorquando si verifica che diritti vengano calpestati e doveri procrastinati.
Le case. Il 31 ottobre 2012 la Protezione Civile ha chiuso i rubinetti del sostegno economico per l’affitto alle famiglie sfollate. Qualcuno è tornato nella propria abitazione, altri si sono organizzati privatamente. Molti, però, sono in attesa da parte della Regione dell’indennizzo del 70% del valore dell’immobile abbandonato o sequestrato. E a causa degli ingiustificati ritardi (mentre Crocetta, che peraltro guadagna più di Obama, promette milioni su milioni di euro in conferenze stampa burla) vite galleggiano in un limbo in cui si fatica a intravedere un barlume di dignità.
Il processo. Il più classico Gioco dell’Oca. Dopo la prima udienza celebrata il 27 maggio scorso, il giudice monocratico Maria Militello è stata assegnata ad altra sezione. Il nuovo giudice Eliana Zumbo ha così dovuto ricominciare tutto da capo, con la costituzione delle parti, con grande goduria per gli imputati (nel box altri dettagli). La verità è sempre più lontana.
La messa in sicurezza. Il borgo di Giampilieri è esattamente come l’avevamo lasciato l’anno scorso, una landa desolata. I lavori in collina vanno a rilento, quelli previsti nella zona rossa non sono ancora iniziati, e non vi è previsione su quando ciò succederà. Si attendono i soldi degli indennizzi, come detto sopra, e senza quelli i proprietari delle case da abbattere non hanno alcuna intenzione di autorizzare le demolizioni.
L’ultimo scandalo. Come se non bastasse, a ridosso del quarto anniversario si è scoperto che in un deposito della palestra comunale di Mili San Marco sono rimasti accatastati per tutto questo tempo senza mai essere utilizzati aiuti umanitari del 2009: letti, materassi, latte in polvere ormai scaduto. “Mentre la nostra gente soffriva – ha commentato con rabbia Corrado Manganaro, presidente del Comitato Giampilieri – quelle cose venivano abbandonate in un deposito”. Ancora ombre del passato che si riverberano sul presente, negando ogni prospettiva futura.

Tribunale. La giustizia che sembra non arrivare mai

Messina – 168 soggetti costituitesi parte civile, tra cui i familiari delle vittime ma anche i Comuni di Messina e Scaletta Zanclea, la Regione siciliana, la Presidenza del Consiglio, Legambiente e Wwf. 18 persone rinviate a giudizio, con le accuse di omicidio plurimo colposo, disastro colposo e lesioni colpose, tra cui gli ex sindaci di Messina e Scaletta Buzzanca e Briguglio e l’ex dirigente della Protezione civile regionale Salvatore Cocina. È un grande processo, sotto tutti i punti di vista, quello che il Tribunale di Messina dovrà celebrare (prossimo appuntamento il 27 novembre) per stabilire la verità (sempre che sia possibile farlo) su eventuali responsabilità soggettive che causarono (o non impedirono) le tragiche conseguenze dell’alluvione del 1° ottobre 2009 nella quale persero la vita 37 persone. Da allora sono già passati 4 anni e il processo è appena all’inizio. Quanto ci vorrà per una sentenza di primo grado?

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