Luisa Lantieri: "Le imprese artigiane come motore di sviluppo" - QdS

Luisa Lantieri: “Le imprese artigiane come motore di sviluppo”

Francesco Sanfilippo

Luisa Lantieri: “Le imprese artigiane come motore di sviluppo”

martedì 29 Ottobre 2013

Forum con Luisa Lantieri, deputato segretario dell’Ars Grande Sud-Pid Cantiere popolare

Come sta andando questa sua prima esperienza all’Ars?
“Quando sono stata eletta, ho incontrato un mondo nuovo e ho avuto modo di conoscere diverse realtà e problemi da affrontare. Sono stata eletta nel partito Grande Sud e lo rappresento, insieme al deputato Bernardette Grasso, all’Ars. Trascorro le mie giornate all’Ars, cercando soluzioni per il mio territorio. La V commissione di cui faccio parte, che si occupa di Cultura, formazione e Lavoro, assiste a situazioni drammatiche, perché ascoltiamo la gente che perde il posto di lavoro e che è in difficoltà. Se si discute di cultura, non ci sono i finanziamenti per fare interventi, se si parla di lavoro, assistiamo a gente che rivendica dei diritti. Sono problemi seri, ma si possono risolvere come dimostra l’esempio recente di alcuni tecnici che avevano i requisiti per essere assunti dalla Regione e che sono stati sentiti nella V commissione. Ho fatto loro presente, anche grazie all’esperienza accumulata come ispettore del lavoro, di utilizzare anche altre strade legislative oltre a quelle parlamentari per rivendicare i loro diritti. Questi ragazzi hanno fatto ricorso e l’hanno vinto, facendo un concordato con la Regione. Tuttavia, sono fermi, perché vi è un conflitto di attribuzione tra l’Assessorato Ambiente e quello alla Funzione pubblica. In realtà, si tratta di un falso problema, poiché l’assunzione spetta per competenza alla Funzione pubblica. Questo è un esempio delle difficoltà che si possono trovare nella Pubblica Amministrazione”.
Che idea si è fatta sulla formazione professionale e i fenomeni di corruzione che sono emersi in questi mesi? Concorda con l’azione del Governo Crocetta?
“Sì, concordo con l’azione svolta dal Governo Crocetta, perché si è andato troppo oltre e si sapeva degli sprechi e dei corsi senza futuro, mentre quelli utili spesso sono a pagamento. Sicuramente ci vanno di mezzo anche gli enti onesti, ma questi si salveranno comunque se hanno i conti a posto e la magistratura farà giustizia. Del resto, se si arriva ad una sentenza, è perché c’è un lavoro dietro e non si inventano certe accuse”.
Secondo lei, quali sono gli obiettivi che, una volta raggiunti, consentirebbero lo sviluppo della Sicilia?
“Uno dei primi obiettivi è l’aiuto alle imprese e agli artigiani che costituiscono il motore della nostra terra. Partendo nuovamente queste categorie produttive, riparte l’indotto perché gli operai spendono e i consumi riprendono. Tuttavia, le imprese hanno difficoltà ad assumere, perché i costi sono troppo alti. Esiste l’assunzione grazie alla legge 407/90, ma poi la Regione non paga o trova il cavillo per non pagare, lasciando l’impresa da sola con il proprio impegno preso. Ciò causa nuove difficoltà per questi enti e riduce le risorse accumulate che, altrimenti, sarebbero investite in innovazioni e in investimenti”.
Un altro obiettivo che ritiene necessario conseguire?
“Un altro obiettivo da conseguire è lo sgravio al costo del lavoro. Altri Paesi hanno costi del lavoro inferiori rispetto a noi. Il motivo è che hanno tutti i conti a posto e che non hanno enti intermedi che ostacolano una diminuzione dei costi. Quando un imprenditore deve versare 800 euro di contributi e 600 di tasse, è chiaro che non può dotarsi di una forza lavoro cospicua. Anche i sindacati hanno le loro responsabilità, poiché tengono privilegi che il modo del lavoro odierno non può più permettersi per la concorrenza estera. Un impiegato che non lavora, è un’unità in meno, perciò l’impresa si trova in difficoltà rispetto a concorrenti estere che hanno costi del lavoro minori”.
È stata favorevole all’abolizione delle Province?
“Ho votato contro, perché occorre riempire di contenuti i nuovi enti intermedi prima di abolire i vecchi. Resta, finora, il problema della riallocazione del personale, della viabilità che a Enna è disastrata, e delle scuole. Oggi, l’opinione pubblica è favorevole, perché li ritiene costi in meno ed è infastidita perché non è disposta a tollerare sprechi di alcun tipo, viste le difficoltà quotidiane che si ritrova per vivere”.
 
Come parlamentare ha presentato un disegno di legge sui forestali, può spiegarlo?
“Ho presentato questo disegno di legge per dimostrare alla Regione che il regime lavorativo di cui usufruisce il precario costa tanto quanto la sua stabilizzazione. Inoltre, gli effetti di un’adeguata azione di protezione del territorio avranno delle ricadute positive sull’economia dell’Isola, circostanza che rappresenterebbe un volano di grande sviluppo economico. Ci sono 4 grandi parchi e 77 aree protette che necessitano di cure e manutenzioni, ma l’impegno di spesa è considerevole. In realtà il Governo Crocetta è molto assente, ma devo dire che se propone iniziative utili per la Regione, non vedo perché non si debbano valutare positivamente”.
 Nella commissione Cultura, formazione e lavoro di cosa vi state occupando?
“La commissione Cultura si sta occupando della situazione dei teatri, che prima ricevevano i contributi dall’ex tabella H. In realtà, esistono fondazioni, musei e teatri che fanno un lavoro di qualità, ma senza il contributo regionale, non sopravvivrebbero. Hanno tutti le loro ragioni, ma quando i fondi mancano, devono anch’essi trovare una soluzione alternativa. A Piazza Armerina, esistono associazioni che hanno raccolto tutte le testimonianze del passato come le miniere che costituivano una parte fondamentale dell’economia siciliana. Queste associazioni fanno un’opera notevole e non richiedono fondi alla Regione. Perciò, se queste come altri enti sopravvivono senza i fondi regionali, anche altre realtà possono ripensare la loro strategia economica”.
 
Di cosa vi state occupando nel Consiglio di presidenza dell’Ars?
“Uno dei primi problemi che abbiamo affrontato, è stato il call center dell’Assemblea regionale siciliana, inserito tra le spese tagliate. I costi erano alti. Un altro problema che abbiamo affrontato è quello della creazione e della permanenza di mini gruppi all’Assemblea. Lo statuto permette la sopravvivenza di mini gruppi, ma tale disposizione li autorizzava perché in passato erano l’eccezione  e non la regola. Invece, oggi, i gruppi sono una dozzina ed è chiaro che queste situazioni, rispetto ai costi che comportano, non aiutano a ristabilire un buon rapporto tra la classe politica e la popolazione. Ora, è previsto un taglio più pesante per le spese dei deputati segretari che prevedono la revoca dell’auto di servizio, anche se personalmente non l’ho mai usata”.
Che cosa ne pensa dei tagli alla politica?
“Sono assolutamente d’accordo al taglio dei privilegi e alla riduzione drastica del finanziamento ai partiti. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha già dichiarato che il decreto Monti andrà acquisito e già un abbattimento dei costi c’era stato nella precedente legislatura. La Politica ha dei costi se è fatta seriamente, come dimostrano gli spostamenti dei deputati per venire a Palermo o le spese di albergo quando si permane nel capoluogo per i lavori d’aula. Ciò che occorre abolire, è l’eccesso”.
Come membro della commissione antimafia, quali argomenti avete affrontato?
“La commissione si è occupata della vicenda Irsap e delle Asi, mentre personalmente insieme all’onorevole Toto Cordaro, abbiamo presentato un disegno di legge sui beni confiscati alla mafia. Questa bozza legislativa prevede che i comuni e le associazioni possano utilizzare i beni confiscati con tempi di attesa minori rispetto a quelli attuali”.

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