Nuova tegola sulla formazione. Somme extra da restituire - QdS

Nuova tegola sulla formazione. Somme extra da restituire

Michele Giuliano

Nuova tegola sulla formazione. Somme extra da restituire

giovedì 31 Ottobre 2013

Notificato il provvedimento a 34 enti di formazione che hanno incassato e rendicontato. La Regione rivuole oltre 6 milioni di euro per integrazioni “non dovute” del 2007

PALERMO – La Regione fa sul serio e ora chiede il conto agli enti di formazione. Ed è un conto salatissimo che rischia di mandare ancora una volta in tilt questi organismi mangiasoldi. Infatti si parla di restituzione di soldi già rendicontati che risalgono al 2007.
 
Si tratta di fondi extrabudget che all’epoca erano stati riconosciuti a 34 enti di formazione salvo poi scoprire oggi che in realtà tali finanziamenti non erano dovuti. Almeno così dice il Dipartimento regionale della Formazione professionale che vuole indietro all’incirca 6 milioni e mezzo di euro. Ad andarci di mezzo ci sarebbero non solo enti semisconosciuti ma anche sigle storiche, come lo Ial (tanto per cambiare), oppure l’Anfe, il Cefop e l’Ecap. Il problema è che, come dicevamo, si tratta di soldi già spesi e rendicontati dagli enti e questo fa precipitare la situazione. Come recuperarli? Infatti se si spera nella buona volontà degli enti di restituire le somme spontaneamente allora, come si suol dire, “campa cavallo che l’erba cresce”.
Il Governo regionale, con il Dipartimento, allora ha studiato una forma alternativa: trattenere dal nuovo finanziamento che si sta erogando per i corsi della seconda annualità dell’Avviso 20 la somma non riconosciuta come dovuta. Si sussurra che già gli enti di formazione colpiti sono pronti al ricorso perché sostengono che le somme sono state regolarmente rendicontate e quindi dovute. Queste integrazioni, salite sul banco degli imputati, sono state ritenute illegittime dalla Corte dei Conti che a fine ottobre ha condannato l’ex assessore regionale alla Formazione Mario Centorrino e quattro dirigenti dell’assessorato a rimborsare un milione e mezzo di euro, somma corrispondente ad alcune integrazioni concesse in quegli anni.
Secondo la Corte dei Conti non sarebbe necessario assegnare un budget a inizio anno sulla base della valutazione delle esigenze legate alla realizzazione dei progetti presentati da privati in seguito a un bando e poi aggiungere somme dopo una semplice richiesta. La risposta degli enti è stata secca: tutti o quasi hanno detto che “i soldi extra sarebbero serviti per pagare gli stipendi dei lavoratori”.
 
Dal Dipartimento però si va dritti come un bulldozer e si parla di provvedimento per la trattenuta delle somme non dovute in via cautelare. Resta da chiedersi: ma se a rendicontare sono stati gli stessi uffici del Dipartimento o che per loro (i Centri per l’impiego all’epoca dei fatti, ndr) come si può pretendere la restituzione di somme regolarmente riconosciute?
 

 
Collegio d’appello. Il caso giudiziario e le motivazioni sulle somme
 
Il collegio di appello, presieduto da Salvatore Cilia, ha ribadito che “nessuna norma primaria o secondaria legittimerebbe la Regione ad erogare all’ente di formazione professionale somme ulteriori rispetto a quelle oggetto del finanziamento programmato ed assentito per singoli progetti di formazione professionale in base alle normali procedure di approvazione del piano formativo annuale”. Ed ancora: “In presenza di tali situazioni appare logico ritenere che l’obbligo di rispettare il principio di non incrementabilità del finanziamento gravi in primis sugli organi competenti della Regione che avrebbero dovuto vigilare in modo da evitare che tale principio fosse disatteso dagli enti di formazione”. Nessuno aumento di budget per i progetti già approvati, dunque, neppure nel caso in cui la Regione si accorga di avere risparmiato perché, scrivono i giudici, “è agevole ritenere che le economie medesime di bilancio non possano che essere destinate, nell’ottica dei principi di programmazione, economicità e trasparenza, a nuovi interventi riferentesi all’offerta formativa annuale complessiva da mettere in campo”.

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