Quell’onest’uomo incapace di far crescere - QdS

Quell’onest’uomo incapace di far crescere

Carlo Alberto Tregua

Quell’onest’uomo incapace di far crescere

mercoledì 13 Novembre 2013

Regione senza Piano né controlli

L’inchiesta Iban ha portato all’arresto di funzionari e dipendenti regionali, nonché di esercenti l’attività di formazione, indebitamente denominati imprenditori. La corruzione scoperta dalla Procura di Palermo non è che la punta dell’iceberg all’interno dell’Ente regionale, che continua a brillare per la sua inefficienza, che costa però ai siciliani miliardi e miliardi di euro, letteralmente gettati nel pozzo.
Da molti anni indichiamo ai diversi presidenti della Regione di istituire il Niai (Nucleo investigativo affari interni), uno strumento che costituisce gli anticorpi di ogni struttura pubblica, del tutto ignorato. Per insipienza, per incapacità? No, crediamo per la paura di scoprire il Vaso di Pandora e portare alla luce il verminaio della Regione, che ormai non stupisce più.
Ribadiamo ancora: fra i 18 mila dipendenti e i duemila dirigenti regionali ve n’è una gran parte, forse maggioritaria, di persone perbene, oneste, capaci. Ma esse compiono il peccato di non denunciare a voce alta i loro colleghi corrotti, incapaci e fannulloni.

Quell’onest’uomo di Rosario Crocetta, provvisoriamente presidente della Regione (eletto con appena il 15% dei voti dei siciliani), ha intrapreso delle iniziative contro la corruzione, ma esse non fanno parte di un sistema organico e, dunque, risultano sporadiche e quindi parzialmente inefficaci.
Egli avrebbe dovuto immediatamente istituire il Niai prima indicato con dirigenti interni integerrimi e al di sopra di ogni sospetto (ce ne sono tanti), dando loro carta bianca per intervenire non soltanto in tutte le situazioni purulente, ma anche in quelle di inefficienza e opacità che spesso nascondono la corruzione.
Nelle 14 domande che abbiamo posto al presidente della Regione, alle quali pervicacemente non risponde, per paura o per non conoscenza di risposte, e che oggi pubblichiamo per l’ennesima volta, sono riproposte le questioni più importanti della nostra Regione, la quale corre verso il baratro della recessione, della disoccupazione e dell’impoverimento di gran parte dei siciliani.
Il peggio della situazione è che non si vede la luce alla fine del tunnel.

 
Per vederla, occorrerebbe che il presidente facesse redigere il Piano aziendale della Regione a un gruppo di dirigenti bravi e onesti. Poi, con le buone o con le cattive, dovrebbe attuarlo licenziando gli altri dirigenti e dipendenti interessati a continuare a pescare nel torbido.
Abbiamo più volte enumerato la necessità di tagliare la spesa pubblica improduttiva, di tagliare l’assistenzialismo e il pagamento di decine di migliaia di assegni a gente che non lavora. Abbiamo anche indicato come le risorse così recuperate, si tratta di miliardi, dovrebbero essere girate immediatamente a supporto delle attività turistiche e produttive di tutti i settori, nonché al co-finanziamento dei fondi Ue, con l’immediata apertura di cantieri per le opere più importanti, ma anche per quelle di portata locale.
A distanza di un anno, Crocetta non ha neanche pensato di far redigere il Piano aziendale della Regione e quindi procede senza una rotta, zigzagando, con una ciurma disordinata e disobbediente: il caos regna dentro la nave-Regione.

Il presidente della Regione, senza Piano e senza rotta è come un capitano che non riesce a governare la nave, con la conseguenza che non la porterà mai dentro la sicurezza di un porto: quello della crescita, dello sviluppo, della creazione di ricchezza e di lavoro (non di posti di lavoro).
Scriviamo quanto precede con grande disagio, ma anche con la consueta determinazione. Sembra incomprensibile come la casta politica e quella burocratica regionale non abbiano capito che la festa è finita, andate in pace. Anche l’aristocrazia francese, prima del 1789, era sorda e cieca. E finì ghigliottinata.
In Sicilia, occorre che tutti i ciechi e i sordi vengano figurativamente ghigliottinati, cioè cacciati. Per far questo bisogna seguire l’incitazione di Papa Francesco: “Cittadini immischiatevi, partecipate e controllate”. è giunto il momento, anche se tardivo, di attuare l’incitazione di Bergoglio.
Chi lo può fare? Classe dirigente & QdS, insieme per salvare la Sicilia.

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