Caltagirone-Gela ferma da due anni - QdS

Caltagirone-Gela ferma da due anni

Rosario Battiato

Caltagirone-Gela ferma da due anni

mercoledì 20 Novembre 2013

Trasporto ferroviario, il comitato dei pendolari chiede notizie alla Regione: “Linea dissequestrata a giugno, perché non s’interviene?” Simbolo del disfacimento: nel 2011 il crollo di un ponte, da allora tutto fermo e tratta chiusa

PALERMO – Sono passati più di due anni dal blocco imposto alla tratta ferroviaria Caltagirone-Gela chiusa l’8 maggio 2011. Il comitato pendolari Me-Ct-Sr, guidato da Giosuè Malaponti, ha scritto alle istituzioni per chiedere il ripristino di un pezzo strategico della ferrovia siciliana. Un’azione che viene ulteriormente rafforzata dalla notizia del dissequestro dell’infrastruttura ferroviaria.
Nessuno immaginava che quel cedimento delle arcate delle ponte ferroviario lungo la tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, al km 326 della linea Lentini-Gela, avrebbe comportato una chiusura così duratura in una tratta così determinante per molti pendolari isolani. Com’era prevedibile l’assenza dell’alternativa su strada ferrata ha aumentato il flusso automobilistico nella zona. “Tale chiusura, – si legge nel messaggio inviato da Malaponti alle istituzioni siciliane – ha inevitabilmente determinato un trasferimento del traffico passeggeri sulla SS. 417 che, di per sé, già presenta condizioni di elevata pericolosità, in quanto unica arteria rimasta ad assicurare il collegamento fra le città ricadenti sul percorso ferroviario, vista la chiusura della Sp. n.39, mentre i treni merci originari da Gela sono stati dirottati via Ragusa-Siracusa-Catania con notevole aumento dei tempi di percorrenza”.
Nei giorni scorsi proprio Malaponti ha diffuso una novità che potrebbe essere decisiva per la rimessa in funzione del percorso ad opera di Rfi. “Nei primi giorni di novembre – si legge nel documento firmato da Malaponti – siamo venuti a conoscenza che, l’infrastruttura ferroviaria sequestrata dalla magistratura subito dopo il crollo, è stata dissequestrata nel mese di giugno e non ci risulta ancora alcun intervento da parte di Rete ferroviaria italiana, né alcuna presa di posizione delle amministrazioni comunali interessate, Comune di Caltagirone, Gela e Niscemi, né da parte dell’assessorato regionale alle Infrastrutture e Mobilità”.
Sono diverse le richieste che il rappresentante del comitato dei pendolari rivolge direttamente a Palermo. Rimette al centro del problema la Regione, e di conseguenza l’assessorato alle Infrastrutture, chiedendo se siano a conoscenza delle iniziative che “il gestore della infrastruttura ferroviaria, Rete ferroviaria italiana (Rfi) intende adottare onde evitare il ripetersi per il futuro di cedimenti delle strutture ferroviarie che potrebbero causare danni di proporzioni maggiori rispetto all’evento verificatosi” e soprattutto “quale sia lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell’itinerario in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro, al momento, i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri”.
 
Il comitato, inoltre, prevede di concordare con gli amministratori di Caltagirone, Niscemi e Gela, un’eventuale richiesta di incontro con i rappresentanti della Regione siciliana e dei dirigenti di Rete ferroviaria italiana, sui luoghi del crollo, per fare il punto della situazione su quanto è stato fatto e su quello che il gestore della rete ferroviaria intende attuare nell’immediato per la riapertura della Caltagirone-Gela.
Sempre sul fronte ferroviario non si sblocca la situazione degli Etr 450 (Pendolino) parcheggiati a Reggio Calabria – e non Minuetto come erroneamente citato nell’articolo pubblicato lo scorso 12 novembre 2013 pagina 4 nell’ultimo paragrafo dell’articolo "Trasporto siciliano in un vicolo cieco" – secondo quanto riportato dall’associazione Ferrovie Siciliane di Giovanni Russo.

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