Amianto, l’Ars ci pensa 21 anni dopo - QdS

Amianto, l’Ars ci pensa 21 anni dopo

Rosario Battiato

Amianto, l’Ars ci pensa 21 anni dopo

martedì 10 Dicembre 2013

Dopo precedenti fallimenti, presentato all’Assemblea regionale siciliana ddl per la mappatura e la bonifica del territorio. L’Osservatorio nazionale: “Aumentata incidenza di patologie asbesto-correlate nell’intera Isola”

PALERMO – Sono passati più di due decenni dalla legge numero 257 del 1992 che ha definitivamente messo fuorilegge l’amianto. La Sicilia è in ritardo clamoroso: oltre ad essere una delle poche Regioni a non aver ancora predisposto un piano amianto per la bonifica dei territori è anche a rischio infrazione Ue perché nel 2012 l’Ona ha inoltrato al Parlamento europeo una petizione che è stata alla base dell’avvio di una procedura di infrazione a carico dello Stato italiano. La scorsa settimana è stato approvato in commissione Servizi sociali e sanitari un disegno di legge che potrebbe colmare questo ritardo.
Dopo il via libera di tre commissioni – rispettando l’ordine cronologico si tratta della II, della IV e della VI – si conclude l’iter legislativo del disegno di Legge n° 381 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”. Per colmare questa lacuna storica nell’ordinamento Regionale siciliana la VI Commissione dell’Ars ha dovuto riformulare tre disegni di legge (Gianni – Federico – Assenza). Adesso, in attesa del parere del Parlamento regionale, è tempo di non mollare la presa, perché altre volte in passato si è andati molto vicini all’obiettivo senza poi raggiungerlo concretamente. Soddisfazione è stata espressa dai vertici locali e nazionali dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto) che hanno seguito e sostenuto tutta la vicenda, in particolar modo tramite l’azione del deputato regionale Pippo Gianni (Centro democratico), che è anche membro del comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio e firmatario di uno tre ddl poi confluiti in un unico testo.
“Finalmente la Regione siciliana – si legge in un comunicato dell’Ona -, dopo venti anni si potrà dotare di una Legge regionale e affrontare il problema dell’amianto in termini di prevenzione primaria (censimento, mappatura e bonifica dei luoghi di vita e di lavoro) e prevenzione secondaria (sorveglianza sanitaria per i soggetti esposti ed ex esposti ad amianto finalizzata alla diagnosi precoce)”.
Tra le novità previste nel disegno di legge ci sono anche l’istituzione di un Registro regionale per gli esposti ed ex esposti ad amianto, maggiore tutela sanitaria a quanti hanno contratto danni causati dalla fibra killer. Inoltre si prevede che l’ospedale Muscatello di Augusta diventi punto di riferimento per tutti i lavoratori siciliani dell’amianto e dove potranno sottoporsi ad un protocollo sanitario per la sorveglianza sanitaria finalizzata alla diagnosi precoce.
A definire una mappatura informale delle priorità delle bonifiche da effettuare era stata l’Ona la scorsa estate, durante i lavori di un convegno siracusano. Secondo le indagini epidemiologiche eseguite in Sicilia è emersa “un’aumentata incidenza di patologie asbesto-correlate – si legge in una nota curata da Calogero Vicario, coordinatore siciliano dell’Ona – nell’intera isola”.
In primo piano c’è “la bonifica di Montecalvario a Biancavilla (Ct), alle falde dell’Etna”, la famosa capitale dell’amianto isolano e anche sin (sito di interesse nazionale) con priorità di bonifica proprio a causa della fluoroedenite, un minerale di amianto, anche se non gode ancora di questa "considerazione" dalla legge italiana. Gli altri siti che necessitano una priorità di intervento sono i poli industriali di Sicilia e le altre realtà abitative che si trovano nelle loro immediate vicinanze. “I profili di maggior allarme sono emersi nelle città di Gela, nel comprensorio di Priolo-Augusta-Melilli, Milazzo, Biancavilla (questi sono tutti sin, ndr) e Siracusa”.

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