Prevenzione e centri sul territorio contro la ludopatia in Sicilia - QdS

Prevenzione e centri sul territorio contro la ludopatia in Sicilia

Rosario Battiato

Prevenzione e centri sul territorio contro la ludopatia in Sicilia

giovedì 12 Dicembre 2013

Gioco d’azzardo: secondo una stima nell’Isola sono 80-100mila le persone che non riescono a controllarsi. Piano della Regione per contrastare un fenomeno sempre più dilagante

SIRACUSA – A Palermo si discute dell’apertura di almeno due casinò sul territorio regionale, anche perché appare ormai chiaro che i veri problemi connessi all’abuso del gioco si trovano pressoché ovunque e non certamente nei luoghi reali dove il controllo è più efficace. Lo conferma il fenomeno ormai sempre più diffuso della ludopatia, la cosiddetta febbre del gioco d’azzardo che coinvolge una fetta sempre più consistente degli italiani che è compresa tra il 2 e il 4 per cento della popolazione. Anche in Sicilia si stanno predisponendo i primi centri per la cura delle ludopatie, infatti questi disturbi sono stati recentemente inserti nei Lea, i livelli essenziali di assistenza.
“L’inserimento nei livelli essenziali di assistenza è un passaggio importante ma non sufficiente occorre individuare risorse precise da assegnare specificamente a questo settore per poter, così, garantire ai malati di gioco d’azzardo un sistema di cura all’interno del sistema sanitario e redigere piani di prevenzione che fino ad oggi non esistono”. Le parole che sottolineano l’interesse della Regione per l’insorgenza di questa nuova patologia sono di Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione siciliana.
 
“La Sicilia si sta attrezzando – ha aggiunto Tozzo – individuando i referenti in ogni Asp per questo settore. A breve riusciremo a dar vita a veri e propri ambulatori territoriali ai quali i malati potranno rivolgersi per essere curati dalla dipendenza da gioco d’azzardo all’interno delle Asp”. La ludopatia si “contrae” in età adolescenziale: colpisce i maschi tra i 15-16 anni e si può protrarre per decenni se non curata. Le conseguenze sono ben note: dilapidazione del patrimonio e rottura dei rapporti interpersonali e familiari. Secondo quanto riferito da Daniele La Barbera, direttore della clinica di psichiatria dell’Università di Palermo, le persone dipendenti dal gioco d’azzardo sarebbero circa 800 mila e di questi, circa il 10 per cento, quindi una cifra compresa tra 80 e 100 mila, sarebbero proprio in Sicilia.
La Regione siciliana, che sta già provvedendo ad attuare un piano per attivare ambulatori di riferimento in ogni Asp, è intenzionata a individuare anche strategie in quattro fasi per la prevenzione. Le ha elencate Salvatore Requirez, dirigente del servizio promozione della salute della Regione siciliana.
 
Si comincia con un approccio generale, operando nel sistema dell’informazione e inviando messaggi positivi contro il gioco patologico per poi proseguire, in una seconda fase, a insistere a livello ambientale per far passare i messaggi positivi anche tramite la scuola e la famiglia. Il terzo livello di prevenzione si attua nella individuazione dei soggetti a rischio per motivi familiari o sociali sui quali intervenire con strategie preventive. L’ultimo passaggio riguarda i soggetti che hanno giocato o giocano in maniera non ancora ‘malata’ ma problematica. Non si tratta di una novità assoluta, ma di una esperienza già praticata in Sicilia. Nel 2012 sono stati 67 i pazienti trattati per dipendenza patologica da gioco d’azzardo nei Sert di Siracusa.

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