Antonino Salina: "Controlli per la salute di animali e uomini" - QdS

Antonino Salina: “Controlli per la salute di animali e uomini”

Francesco Sanfilippo

Antonino Salina: “Controlli per la salute di animali e uomini”

venerdì 13 Dicembre 2013

Forum con Antonino Salina, direttore generale Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia “A. Mirri”

Quali sono i compiti dell’Istituto zooprofilattico regionale?
“L’Istituto Zooprofilattico ha un forte potere di controllo sulla salute degli animali e su ciò che è prodotto da questi, poiché ricerca tutti gli elementi inquinanti che mettono a rischio la salute degli animali e degli uomini. I controlli che ci sono in Sicilia sono rigorosi, perché esistono delle procedure dettate da normative dell’Ue, che stabiliscono che l’operatore del settore alimentare ha la responsabilità dei prodotti introdotti nella filiera. Un produttore di formaggi deve sapere da dove proviene il latte, se questo è sano, gli esami svolti, la procedura di lavorazione. Per ogni lotto di prodotto che conferisce, c’è un esame che è fatto in autocontrollo. Perciò, è il produttore, definito Osa, che ha l’onere e il dovere di esaminare i prodotti realizzati, tanto che in caso di violazione delle norme, il produttore stesso rischia di chiudere l’attività. Infatti, i servizi veterinari dell’Asp possono anche fare un controllo l’anno, se l’imprenditore rispetta tutti i controlli e le condizioni igieniche previste, in caso contrario, quest’ultimo deve fare controlli frequentissimi. Tuttavia, l’Istituto ha il compito di intervenire su tutti gli esami di controllo per la sicurezza alimentare, ma, dopo il mio insediamento, ho posto maggiore attenzione al territorio”.
È possibile che il vostro Istituto realizzi questa maggiore attenzione al territorio?
“Questo compito è possibile, perché i dipendenti dell’Istituto sono degli specialisti biologi o veterinari che fanno ricerca e riescono a individuare anche i nanogrammi dei pesticidi nei vegetali, grazie alla strumentazione sofisticata a disposizione. Inoltre, sono presenti laboratori altrettanto raffinati di microbiologia, di virologia e di biologia molecolare. In particolare, quest’ultimo ci permette di impedire sofisticazioni di prodotti in caso di frodi, tanto che è previsto che tutti i controlli igienico-sanitari devono essere fatti all’Istituto e non in altri laboratori. Inoltre, l’Istituto è uno dei 4 centri di referenza nazionale presenti in Sicilia, che sono 40 in tutta Italia, oltre i 90 centri periferici, e che costituiscono il presidio territoriale del Ministero della Salute”.
Quali sono questi istituti?
“Il primo centro di referenza siciliano è il Crabart che si occupa delle malattie trasmesse dalle zecche e che sta elaborando dei vaccini contro queste affezioni. Il secondo è quello sulla Leishmania, che è riconosciuto come uno dei centri in questo campo tra i più importanti del mondo e che sta lavorando anch’esso a dei vaccini. Il terzo è quello sulla Toxoplasmosi che colpisce i gatti e indirettamente l’uomo, mentre il quarto si occupa dell’Anisakis che è un parassita del pesce. A questo proposito, l’Istituto ha predisposto due piani di monitoraggio, uno sull’Anisakis e l’altro sul toxoplasma in Sicilia. Questi piani comporteranno oneri non indifferenti per l’Istituto e per le Asp a causa del monitoraggio che sarà realizzato, mentre i risultati dovrebbero già essere pronti per ottobre 2014. In questo modo si vuole prevenire il contagio di queste malattie, rafforzando la valenza dell’Istituto. Il primo, il secondo e il quarto centro sono a Palermo, mentre il terzo è a Catania”.
Quali sono i fondi a disposizione dell’Istituto per svolgere i suoi compiti?
“L’Istituto investe milioni nella ricerca grazie ai fondi destinati dagli enti nazionali. Il fondo per la ricerca corrente è fornito dal Ministero della Salute, in base all’attività svolta e al rispetto di una griglia di criteri assai severi. Sui 12 milioni stanziati ogni anno dal Ministero a questo fondo, l’Istituto riceve 700 mila euro. Quello sulla ricerca finalizzata è stabilita dal Ministero della Salute, i cui bandi sono assegnati in base alle ricerche proposte dagli Istituti, su cui la nostra struttura offre sempre due ricerche l’anno. Un altro fondo concerne le ricerche nate in collaborazione col Miur, in cui la nostra Istituzione è entrata con un progetto insieme all’Ismett. Queste ricerche, poi, sono pubblicate nelle riviste più importanti in ambito scientifico”.
 
Quali strumenti mancano per potenziare le vostre attività?
“L’utile positivo servirà ad acquistare un macchinario per individuare la diossina e una risonanza magnetica per tracciare l’origine dei prodotti. Infatti, i semi delle piante vegetali sono acquistati in Israele da tutti i Paesi, a tal punto che è impossibile capirne l’origine genetica e ciò permette di spacciare prodotti importati come nazionali. Dal punto di vista atomico, però, le differenze permangono e possiamo scoprirle solo con la risonanza magnetica che opererà a Ragusa, dove esistono spazi sufficienti. L’obiettivo è di entrare nel processo della produzione degli alimenti locali, così da rafforzare la loro qualità, non limitandosi solo alla prevenzione. Non a caso, in occasione dell’Expo 2015, tutti gli Istituti si stanno coordinando e il direttore del settore Emila-Romagna e Lombardia sta mettendo a disposizione i locali di Milano, mentre l’Istituto siciliano acquisterà un’area propria nell’Expo”.
Il vostro Istituto ha contatti con l’estero?
“Ci sono state affidate la ricerca e la sicurezza alimentare della Tunisia, fino alle ultime vicende politiche, dell’Egitto, del Mozambico, della Costa d’Avorio, del Ghana e dello Yemen. Questi Paesi vorrebbero esportare in Europa, ma le condizioni igienico-sanitarie dei loro allevamenti non sono adeguate ai nostri standard qualitativi, per questo si sono affidati al nostro supporto. Per noi è un’occasione importante perché mette la Sicilia e le nostre professionalità al centro di un vasto programma di cooperazione”.
 
Il vostro ente è economicamente in attivo o in passivo?
“Secondo i dati del Ministero della Salute, l’Istituto Zooprofilattico ha chiuso il suo bilancio in attivo con il 15%. Nel 2013, l’Ente che ha un bilancio di 30 milioni di euro, avrà 3 milioni di euro di attivo, proseguendo la tendenza media degli ultimi anni che si attesta sui 3,5 milioni di euro. L’utile di esercizio è, poi, distribuito, dando 400 mila euro d’incentivi al personale come premio di produttività per i risultati ottenuti e acquistando attrezzature”.
Perché acquistate altre attrezzature? Non sono già sufficienti quelle che avete?
“La Sicilia non ha mai certificato i suoi prodotti che sono rimasti di nicchia, eppure la Regione consuma il 70% dei prodotti alimentari importati e solo il 30% di produzione interna è utilizzata. Esiste, quindi, uno spazio enorme per il mercato regionale, tanto che, portando l’acquisto di beni interni dal 30% al 50%, si aiuterebbe non poco la nostra economia. Nonostante ciò, i cittadini ignorano quest’aspetto, poiché la grande distribuzione ha escluso il prodotto locale, mentre i trasporti attraverso container permettono di importare enormi quantità di alimenti. Un esempio è che la pasticceria non ha dei prodotti certificati così come il pesce. Così, con l’assessorato regionale alla Salute, l’Istituto sta portando avanti un progetto di educazione per i cittadini, il Fed, di cui c’è già il decreto. Questo prevede una formazione di primo livello per gli educatori e un secondo livello per l’istruzione sanitaria nelle scuole, nella popolazione urbana e in quella rurale. L’Istituto interviene con 5 milioni di euro, esaminando e certificando sia i prodotti sia gli strumenti utilizzati come nel caso delle telline di Catania”.
 


Curriculum Antonio Salina
 
Antonio Salina, nato nel 1954 a Grammichele (Ct), si è laureato nel 1981 in Veterinaria all’Università di Messina. Nel 2002 è stato nominato come membro del Tavolo tecnico per la predisposizione della bozza del “Tariffario unico regionale delle prestazioni rese dal dipartimento di prevenzione”. Dal 2002 al 2005 è entrato a far parte del “Comitato tecnico scientifico del consorzio di ricerca filiera carni” dell’Università di Messina. Dal 2010 ricopre il ruolo di direttore generale Istituto Zooprofilattico della Sicilia “A. Mirri” a Palermo.

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