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Catania – Il centro storico? Un Far west dove è consentito fare di tutto

Melania Tanteri

Catania – Il centro storico? Un Far west dove è consentito fare di tutto

martedì 24 Dicembre 2013

Movida catanese in caduta libera, incontro a Palazzo della Cultura con l’assessore Licandro. Eccessiva permissività e pochi controlli mirati: la denuncia degli stessi operatori

CATANIA – Si sono dati appuntamento a Palazzo della Cultura per chiedere all’amministrazione impegni concreti per salvare il centro storico dal crescente degrado. Sono i rappresentanti dell’associazione nata nel 2004 (e che si chiama proprio “Centro storico”) per difendere il patrimonio cittadino messo a rischio dall’eccessiva permessività e dall’assenza di controlli mirati che hanno trasformato una delle zone più belle e suggestive della città in una sorta di far west dove tutto sembra essere permesso.
“In questi quasi dieci anni – ha affermato Daniela Catalano, presidente dell’associazione – abbiamo svolto una battaglia di resistenza contro la sfigurazione del centro storico, in difesa dei palazzi deturpati dalle tende sulle facciate, a favore della legalità e per chiedere alle varie amministrazioni che si sono succedute, una valida alternativa per fermare la caduta libera della movida catanese”.
Per questo, hanno chiamato a raccolta i rappresentanti dell’amministrazione comunale, per segnalare le numerose problematiche di chi vive nell’area della cosiddetta movida e chiedere il rispetto degli impegni presi in campagna elettorale “di cui non si vede ancora nulla”, hanno spiegato.
“Siamo stanchi – ha proseguito la Catalano – di pagare le tasse e non ricevere nulla in cambio se non problemi e fastidi”. Ma la battaglia portata avanti da quello che era nato come comitato, non è solo una lotta per migliorare la propria qualità della vita. “Quella che portiamo aavanti – ha continuato la presidente – è una battaglia a favore dell’intera città che, se le cose non dovessero cambiare, rischia di perdere una parte fondamentale del proprio patrimonio”.
Come ammesso dallo stesso assessore alla Cultura, Orazio Licandro. “Quella portata avanti dall’associazione è una battaglia che condivido prima di tutto da cittadino – ha risposto – di una città che, in questi anni, ha fatto passi indietro impressionanti. Anche dal punto di vista della civiltà”.
Oltre agli abusi relativi al suolo pubblico, alla vendita di alcolici a basso costo e all’emissione di musica a volume più alto rispetto alle norme di legge, quello contro cui si batte l’associazione è anche il degrado che, in assenza di regole ferree ma soprattutto di chi le faccia rispettare, deturpa il “salotto buono” della città. “Serve il regolamento sui dehors – afferma ancora la Catalano – per evitare la “tendopoli” che arreda le facciate storiche dei palazzi, e maggiori controlli che impediscano gli schiamazzi, i danneggiamenti e gli atti vandalici”.
Ma è l’assenza di interventi che contrastino gli abusi, ad esempio in materia di suolo pubblico, quello contro cui punta il dito l’associazione, che chiede maggiori sanzionii verso chi, esercenti e utenti, non rispetta le regole. Chiedono l’aumento delle verbalizzazioni nei confronti di chi se ne infischia dileggi e ordinanze, fino ad arrivare alla chiusura gli esercizi “recidivi”.
“Siamo pronti a fare una denuncia al giorno – ha sottolineato la Catalano -perchè siamo stanchi di pagare le tasse comunali senza avere nulla in cambio”.
E chiedono all’amministrazione di iniziare a contrastare l’anarchia diffusa, non rinnovando la concessione di suolo pubblico in scadenza il 31 dicembre e avviando una programmazione puntuale che rimetta sui giusti binari la movida, restituendole il ruolo di volano per lo sviluppo.
Un aspetto fatto proprio dall’assessore comunale alle attività produttive, Angela Mazzola, che, oltre a sottolineare la necessità di coinvolgere tutte le forze dell’ordine per tutelare cittadini e residenti, ha garantito l’intervento del Comune, anche a livello di decoro. 

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