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Palermo – Da Amia a Rap: cambiano i nomi ma è sempre la solita “monnezza”

Gaspare Ingargiola

Palermo – Da Amia a Rap: cambiano i nomi ma è sempre la solita “monnezza”

mercoledì 08 Gennaio 2014

Orlando: “Pronto a segnalare i responsabili in Procura”. Ieri la denuncia per trenta operatori ecologici. Feste in apnea per i palermitani, tra l’olezzo dei rifiuti a ogni angolo di strada

PALERMO – Dopo settimane di tribolazioni il 27 dicembre scorso è stato siglato il pre-accordo tra Rap e sindacati che dà il via libera alla procedura di vendita di lavoratori e mezzi dalla vecchia Amia. L’intesa non ha però scongiurato l’ennesima desolante emergenza rifiuti e così la quinta città d’Italia ha trascorso le sue feste in apnea, tra gli olezzi delle cataste di spazzatura disseminate per le strade e il fumo dei roghi appiccati dagli incivili.
E mentre il sindaco Leoluca Orlando minaccia di presentare una denuncia in Procura, il presidente della Rap, Sergio Marino, ha annuncia una maxi-rotazione dei dirigenti. A conti fatti, è di nuovo caos attorno alla gestione dei rifiuti palermitani. Eppure tutto sembrava aver preso la giusta piega quando, proprio dopo Santo Stefano, il Consiglio di amministrazione della neonata partecipata e le parti sociali avevano messo nero su bianco il pre-accordo che farà da base sia al passaggio di uomini, mezzi e attrezzature dall’Amia (da completarsi entro il 22 gennaio) sia al successivo contratto di servizio tra piazza Pretoria e Rap.
 
Un’intesa che si è resa necessaria quando è venuto fuori che la carissima Tares 2013, che i palermitani finiranno di pagare questo mese (dopodiché finirà in soffitta sostituita dalla nuova tassa sui servizi che il governo nazionale sta preparando), non sarebbe stata sufficiente a portare in pareggio il bilancio della Rap: i 122 milioni di euro che i palermitani stanno sborsando non coprono i 133 milioni di spesa per il servizio di raccolta dei rifiuti. Un buco di 11 milioni che si è allargato a 14 quando l’Inpdap non ha assicurato il pagamento dei prepensionamenti ed è venuto fuori il post mortem di Bellolampo.
Per settimane azienda e parti sociali si sono sedute a un tavolo per trovare una soluzione, con Orlando che chiedeva sacrifici ai lavoratori e abbozzava l’ipotesi dei contratti di solidarietà mentre i sindacati respingevano in toto quest’ultima soluzione e agitavano lo spettro dello sciopero. Alla fine è giunta la tanto sospirata firma: i dipendenti contribuiranno con sei milioni di euro (congelamento del rinnovo contrattuale 2014 e della contrattazione di secondo livello sul domenicale, prepensionamenti, rinuncia ai premi di produttività); il Comune con cinque milioni di servizi aggiuntivi (disinfestazioni e derattizzazioni, pulizia in seguito a manifestazioni ed eventi, pulizia delle sedi giudiziarie); altri tre milioni si risparmieranno cedendo all’Amap il servizio di pulizia caditoie e i relativi 175 operai.
Tutto risolto? Neanche per sogno, perché tra Natale e Capodanno il capoluogo siciliano si è ritrovato letteralmente seppellito nella sua stessa immondizia. Una situazione inaccettabile, che ha spinto il sindaco e il presidente della Rap a prendere provvedimenti immediati. Marino ha disposto la rotazione dei capi area e dei capi servizio dell’azienda motivandola con “la mancanza di condizioni atte a garantire un servizio efficiente e di attenzione nei confronti della comunità”.
“Occorre rilanciare l’azione della nostra azienda – ha aggiunto – adottando una serie di provvedimenti che stimolino i dirigenti, i capi area, i capi servizio e il personale ad impegnarsi anche in nuove mansioni. Sarà un segnale per tutti dell’effettiva volontà di cambiare”.
Orlando ha chiesto “di adottare con la massima fermezza ogni provvedimento, anche disciplinare. È intollerabile che quanti sono stati complici dello sfascio e del fallimento delle aziende Amia oggi continuino in comportamenti che compromettono la stessa esistenza della neonata Rap e i servizi essenziali alla città”. Il primo cittadino ha messo perfino in dubbio l’intesa appena raggiunta: “ogni atto di formalizzazione ed esecuzione dell’accordo è sospeso in via cautelare”, assicurando di essere “pronto a denunciare in Procura i responsabili dell’emergenza rifiuti che sta creando tantissimi disagi ai palermitani”.
E così ieri trenta operatori ecologici sono stati denunciati per non avere rispettato il contratto di lavoro. Sono stati ripresi e fotografati mentre non stavano spazzando o svuotando i cassonetti. Addirittura qualcuno aveva timbrato e non si trovava in centro a pulire la zona assegnata. Con uno stratagemma gli agenti della Polizia municipale sono riusciti a beffare le sentinelle dello Zen riuscendo a segnalare gli operatori ecologici che tornavano a casa dopo avere strisciato il badge.

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