Beppe Alfano, il giornalista che amava la verità - QdS

Beppe Alfano, il giornalista che amava la verità

redazione

Beppe Alfano, il giornalista che amava la verità

mercoledì 08 Gennaio 2014

A 21 anni dall'omicidio per mano mafiosa, le Istituzioni ricordano l'eroico siciliano che raccontava gli affari criminali in provincia di Messina. La proposta di Beppe Lumia (Pd): "Una costituente antimafia"

A pochi giorni dalle commemorazioni per il trentennale dell’omicidio di Pippo Fava, la memoria storica impone di ricordare un altro giornalista, morto ammazzato l’8 gennaio del 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto per lo stesso motivo: l’amore per la verità. Il mandante è sempre la solita vigliacca mafia, le cui uccisioni andrebbero declinate sempre al presente per non relegarle al passato, ma lasciarle vive negli occhi e nelle orecchie dei siciliani.
 
Beppe Alfano era un professore con la passione per il giornalismo, tra i pochi a raccontare oltre vent’anni fa gli affari mafiosi in provincia di Messina. Oggi – nella sua Barcellona Pozzo di Gotto – verrà celebrata la Messa nel duomo di Santa Maria Assunta, alle 15,30, alla presenza della moglie, Mimma Barbaro, e dei tre figli Sonia, Fulvio e Chicco. Dopo la celebrazione l’amministrazione comunale deporrà una corona di fiori in via Marconi, dove è stato commesso il delitto.
 
A seguire si terrà un confronto organizzato dall’Associazione nazionale familiari vittime di mafia e dal Comune di Barcellona nella sala di rappresentanza del Comune insieme alla figlia del giornalista ucciso, l’eurodeputato Sonia Alfano, presidente della Crim (la Commissione speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro del Parlamento Europeo), il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il direttore della Dia, Arturo De Felice, il procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, il senatore Giuseppe Lumia, l’avvocato Fabio Repici e il sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica.
 
“Ricorderemo mio padre ma soprattutto, ancora una volta, chiederemo verità e giustizia – ha detto Sonia Alfano – sebbene qualche passo avanti nelle indagini sia stato compiuto, noi stiamo ancora aspettando tutta la verità e lotteremo con tutte le nostre forze per averla. Non è un diritto soltanto nostro, ma di tutti coloro i quali credono nella giustizia”.
 
Al centro del dibattito i punti oscuri di un’indagine che ha ancora molto da chiarire sui mandanti dell’omicidio di Beppe Alfano, ma anche gli obiettivi da raggiungere e quelli conseguiti dalla commissione antimafia del parlamento europeo. Per il delitto Alfano sono due i condannati con sentenza definitiva Giuseppe Gullotti e Antonino Merlino, un verdetto a cui si è arrivati dopo un lungo iter processuale.
 
“Ricordare Beppe Alfano e rendere omaggio alla sua memoria – ha dichiarato Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana – serve a onorarne il sacrificio e a non dimenticare che, purtroppo, ancora oggi, ci sono giornalisti minacciati o intimiditi, solo perché fanno il proprio dovere. Alfano, così come altri suoi colleghi, che purtroppo hanno avuto la stessa sorte, è un esempio di giornalismo coraggioso ed esempio per le nuove generazioni”.
 
Giuseppe Lumia, senatore del Pd e componente della Commissione parlamentare Antimafia, in occasione dell’anniversario dell’omicidio dell’eroico giornalista, lancia una proposta: “Lancio un appello al Parlamento e a Letta: una sessione in Parlamento dedicata alla lotta alle mafie. Una sorta di ‘costituente antimafia’: dedicare tre settimane a questo tema per approvare tutti quei provvedimenti, dall’autoriciclaggio all’aumento delle pene, che ci farebbero fare un salto di qualità e ci consentirebbero di passare dall’antimafia del giorno dopo a quella del giorno prima. È questo il modo migliore per far memoria viva di Beppe Alfano e di coloro che hanno dato la vita per la legalità”.
 
“Beppe Alfano – ha continuato il senatore democratico – ha avuto il coraggio e la capacità di svelare l’alto valore criminale della provincia di Messina ed in particolare di Barcellona Pozzo di Gotto, una realtà mafiosa per molti anni sottovalutata. Alfano ha raccontato gli affari delle cosche e aveva intuito la presenza nel territorio del boss latitante Santapaola”.
 
“Ancora oggi – ha concluso Lumia – bisogna fare piena luce sul suo omicidio. Dopo la condanna di Rosario Pio Cattafi, testimone di nozze del mandante, il boss Gullotti, c’è bisogno di un lavoro di scavo per fare chiarezza sul sistema di relazioni tra Cosa nostra, le istituzioni, gli apparati deviati dello Stato”.
 
Nello Musumeci, presidente della commissione antimafia all’Ars, ricorda: “A Beppe, cui ero legato da sincera amicizia, non mancò mai il coraggio di raccontare gli interessi perversi delle cosche e i loro rapporti inconfessabili. Ricordo ancora oggi il dolore che provammo dopo aver appreso quella orribile notizia”.
 

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