Pd, grane a Palermo come a Roma - QdS

Pd, grane a Palermo come a Roma

redazione

Pd, grane a Palermo come a Roma

martedì 21 Gennaio 2014

Cronaca di un Partito spaccato. Gianni Cuperlo si è da poco dimesso dalla presidenza nazionale in polemica con Matteo Renzi. Anche a Palermo la situazione resta tesa: Lupo e Faraone ridefiniscono le strategie regionali dopo la nuova rottura con Crocetta

Se Atene piange, Sparta non ride. Mentre nel Partito democratico nazionale si consuma lo strappo tra il segretario Matteo Renzi e il suo ex sfidante, Gianni Cuperlo (si è appena dimesso dalla presidenza), a Palermo una nuova zaffata di veleno è arrivata nelle stanze di Palazzo D’Orleans. Il vertice del Partito, che si sarebbe dovuto tenere nel primo pomeriggio, è stato rinviato a domani (mentre la riunione del Gruppo all’Ars è prevista per giovedì). Motivo? Il segretario regionale dei democratici, Giuseppe Lupo, è volato a Roma per discutere con Davide Faraone sulla situazione politica in Sicilia.
 
L’obiettivo è ridefinire la strategia politica alla luce delle dichiarazioni poco felici di Rosario Crocetta su Cracolici, Faraone e gli altri deputati indagati nell’ambito dello scandalo sulle spese pazze dell’Assemblea regionale.
 
“Ho incontrato Davide Faraone – ha dichiarato Lupo al rientro dalla Capitale – e abbiamo parlato a lungo, è stata una riunione interlocutoria. Faraone farà delle verifiche per cercare un’intesa unitaria”. L’occasione è servita non solo per discutere dei difficili equilibri nell’Isola e probabilmente anche del rimpasto della Giunta, ma anche per affrontare la questione delle candidature per le primarie del 16 febbraio nell’ambito del congresso regionale del partito.
 
Rispetto alle aperture del presidente della Regione sul rimpasto di Governo e al suo ruolo, Lupo risponde: “Non sono mai stato interessato a entrare nella giunta e continuo a non esserlo”. Se esclude il suo ingresso in giunta, però, Lupo riflette invece sulla sua ricandidatura alla guida del Pd siciliano: “Ci sto pensando seriamente, ma non ho ancora deciso”.
 
Intanto è saltato anche il vertice di maggioranza, previsto domani col governatore. Dopo il niet del Partito democratico, anche l’Udc ha deciso di sfilarsi. Giovanni Pistorio, segretario regionale dei centristi, al riguardo è stato netto: “Senza il Pd l’Udc non partecipa ad alcuna riunione”. Poi ha aggiunto: “Tra l’altro io non sono stato invitato, evidentemente sono sgradito al presidente Crocetta”. Pistorio ha spiegato che la convocazione è arrivata solo al capogruppo dell’Udc all’Assemblea siciliana, Lillo Firetto.
 
Aumentano dunque le pressioni su Rosario Crocetta in un periodo molto difficile, dove accanto alla questione delle Province (da abolire entro il 15 febbraio, pena il loro ritorno) si aspetta l’esito del controllo del commissario dello Stato sulla Finanziaria.

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