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Messina – Differenziata, un Centro privato produce più di sei isole comunali

Francesco Torre

Messina – Differenziata, un Centro privato produce più di sei isole comunali

venerdì 24 Gennaio 2014

Resta molto al di sotto del minimo la percentuale messinese: 5,5% secondo i dati Istat 2013. L’azienda cederebbe un 3% al Comune per far crescere i dati: proposta rifiutata

Messina – La pressatrice per carta e cartone. I blocchi di polistirolo. I tappi di bottiglia separati ad uno ad uno. “Questo è il lavoro del futuro, ma purtroppo la città non l’ha ancora capito”. Frase ad effetto, sì, ma non ha l’aria di chi le spara grosse Marcello De Vincenzo, direttore della Cooperativa Rete Abile e gestore dell’unica isola ecologica privata di Messina, l’Eco Recycling Point di Via San Cosimo: “Solo sfruttando al meglio le isole ecologiche presenti sul territorio, il Comune potrebbe arrivare nel giro di sei mesi al 20% di differenziata”. Invece è ferma al 5,5% (dati Istat 2013 con riferimento 2012), con curva discendente rispetto al 2011 e un grande paradosso da giustificare: il dato generale inspiegabilmente non comprende la percentuale dell’Eco Recycling Point, che con le sue 3500 utenze (pressoché tutte famiglie e imprese), dopo 4 anni di presenza sul territorio e un investimento iniziale di 25 mila euro, supera oggi il 3% dell’intera città. “Una quota che il Comune dovrebbe pretendere, in quanto composta sempre da rifiuti cittadini, ma che invece rifiuta nonostante la nostra piena disponibilità, sia ben chiaro a titolo gratuito, dimostrata anche tramite atti ufficiali”.
Con il 3% di De Vincenzo la percentuale di raccolta differenziata della città di Messina schizzerebbe all’8,5, che è sempre una performance infamante a livello europeo ma che porterebbe la città ad avvicinarsi in maniera considerevole quantomeno ai due vicini poli di Catania e Palermo, che attualmente superano di poco il 10%. Perché non accettare dunque la proposta di cessione, considerando anche che il 3° Quartiere, lì dove si trova l’Eco Recycling Point, è l’unico della città privo di un’isola ecologica? “Non lo capisco. La prima richiesta la feci all’ex sindaco Buzzanca. La protocollai come richiesta di cessione gratuita di quote di differenziata. La seconda l’ho fatta pochi mesi fa direttamente a Renato Accorinti. Sono andato a incontrarlo a Palazzo Zanca – anche se lui già mi conosceva – gli ho portato la nostra tessera e l’ho invitato al centro. Mai rivisto da quel momento, come pure era scomparso Buzzanca”. Perché? “Non lo capisco, probabilmente non vogliono avere a che fare con persone con cui non hanno rapporti politici diretti, oppure hanno semplicemente paura del confronto”. Il confronto, già. All’isola ecologica comunale le bilance non funzionano, il personale è impreparato, il conferimento avviene ad opera degli utenti che non sempre sono in grado di smistare come si deve la spazzatura. Un gran casino. All’Eco Recycling Point, invece, si lascia il sacchetto pesato, si riceve uno scontrino che in futuro potrebbe valere come buono spesa e lo smistamento è a cura delle 7 persone impiegate nella cooperativa. Il motto è: meglio differenzi, più guadagni. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: con un unico centro di raccolta, l’Eco Recycling Point ricicla più della metà di quanto riescono a fare sei isole comunali. “E con gli oggetti di valore che ogni tanto gli utenti ci portano – intere enciclopedie, mobili in buono stato, elettrodomestici che andrebbero solo aggiustati – stiamo allestendo un grande spazio per il baratto. Perché i rifiuti oggi possono essere una grande risorsa economica e sociale, basta saperli sfruttare”.
 

Meno tributi. I possibili vantaggi per la città

Messina – Perché l’attuale Giunta non sottoscrive un protocollo di intesa con l’Eco Recycling Point per la cessione gratuita delle quote di raccolta differenziata? Non lo sappiamo e non ci è dato saperlo, in quanto l’assessore al ramo Daniele Ialacqua dal momento del suo insediamento non si è mai mostrato disponibile per un’intervista. Proveremo ancora, e su questo argomento torneremo senz’altro, perché in gioco non c’è solo il paragone con il resto d’Italia. L’assorbimento di un 3% in più di raccolta differenziata potrebbe comportare per il Comune ingenti benefici di natura economica, diretti e indiretti. Diretti perché aumenterebbe sensibilmente il contributo che si ottiene dal Conai. Indiretti perché l’ottimizzazione delle isole ecologiche significa meno rifiuti per strada, ovvero meno spese per la raccolta, ovvero tasse più basse per tutti. Un tema quest’ultimo che, a pochi giorni dalla scadenza dei termini di pagamento della prima rata della Tares, si impone con forza nell’agenda politica di qualsiasi comune italiano.

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