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Regione, stipendi a rischio: trema Palermo

redazione

Regione, stipendi a rischio: trema Palermo

lunedì 27 Gennaio 2014

Dipendenti regionali, deputati dell'Ars, forestali, ex Pip, personale di Enti e partecipate: ballano 30-40 mila persone. Dopo l'impugnativa del commissario dello Stato, nel Capoluogo è allarme rosso per le proteste. Crocetta incontrerà il premier mercoledì

Se l’inverno pare essere arrivato anche in Sicilia, dalle parti di Palermo non si sente affatto. Il clima è rovente. Dopo la bocciatura di quasi tutta la Finanziaria da parte del commissario dello Stato, sono a rischio gli stipendi di un numero imprecisato di lavoratori, ma che secondo le stime si aggirerebbe intorno a 30 o forse 40 mila unità. Il prefetto del Capoluogo, Francesca Cannizzo, al riguardo è stata eloquente: “Ci sarà la massima attenzione per cogliere tutti i segnali di allarme: la città e le istituzioni sapranno anche in questa occasione leggere la realtà e comportarsi di conseguenza”.
 
Dipendenti e pensionati regionali, senza stipendio, sono una bomba ad orologeria. Il bilancio non è ancora stato pubblicato in Gazzetta, mentre l’impugnativa della finanziaria ha lasciato senza fondi Enti e consorzi regionali, con migliaia di persone che non sanno quando riceveranno il salario.
 
Monta la rabbia.
 
Stamani a Palermo ci sono state le prime manifestazioni di protesta, in piazza i lavoratori precari ex Pip, poco meno di tremila persone, anche loro coinvolti nella blocco della spesa.
 
Ma sul piede di guerra sono anche le associazioni e gli Enti assistenziali colpiti dalla sforbiciata del prefetto Carmelo Aronica. I destinatari di quell’allegato 1 che stanziava 262 milioni di euro, ripristinando in parte la vituperata Tabella H. “Siamo pronti anche a portare diecimila non vedenti a Palermo per cercare di far capire al commissario dello Stato le drammatiche conseguenze provocate dal blocco della legge regionale che dovrebbe garantirci i fondi per l’assistenza di quasi 40 mila non vedenti, 120 mila ipovedenti e quasi 500 pluriminorati”. Lo afferma il presidente regionale dell’Unione italiana ciechi (Uic), Giuseppe Castronovo, rilanciando l’allarme per “quel che sta accadendo e rischia di accadere ancora più drammaticamente nelle prossime settimane in Sicilia, dopo che il Commissario dello Stato a Palermo ha cassato dalla Finanziaria anche la legge con cui il governo Crocetta intendeva assicurare ai tre enti i contributi necessari per portare avanti le varie attività”.
 
Tutti gli stipendi bloccati (anche quelli dei parlamentari).
 
Gli stipendi dei dipendenti della Regione e gli assegni ai pensionati saranno pagati solo dopo la pubblicazione in Gazzetta del bilancio, ma per completare le procedure informatiche di pagamento occorrerà una decina di giorni.
 
Il problema rimane invece per chi lavora negli Enti Parco, all’Ente di sviluppo agricolo, all’Ente acquedotti siciliani, nei consorzi di bonifica, per il personale di teatri, accademie, istituti pubblici, per i forestali: senza un’intesa per sbloccare i 500 milioni o almeno una parte questa platea di lavoratori rimarrà senza salario.
 
In difficoltà le società partecipate dalla Regione: in questo caso il personale, fino a quando non sarà pubblicato il bilancio in Gazzetta, può essere pagato solo con le anticipazioni di cassa nel caso di disponibilità finanziaria delle singole aziende.
 
Anche il personale del Parlamento siciliano, circa 250 persone alle quali bisogna aggiungere i pensionati, e i 90 deputati regionali sono senza stipendi e indennità parlamentari. Il pagamento potrà avvenire solo dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del bilancio della Regione, poiché l’Assemblea attende il trasferimento di 149 milioni di euro.
 
Si cerca una soluzione a Palazzo Chigi.
 
Non si terrà oggi, come era sembrato all’inizio, il vertice tra il presidente della Regione siciliana e il capo del Consiglio dei ministri. Rosario Crocetta incontrerà in settimana, forse mercoledì, il premier Letta per affrontare l’emergenza sociale in corso nell’Isola dopo l’impugnativa da parte del commissario dello Stato di parte della legge di stabilità col blocco di oltre mezzo miliardo di spesa e migliaia di lavoratori senza stipendi. Gli oltre 500 milioni sono stati spostati in un fondo indisponibile a garanzia dei residui attivi (una montagna di 15 miliardi di crediti difficilmente esigibili): i fondi bloccati erano destinati in buona parte a enti, consorzi, fondazioni, teatri pubblici e associazioni, ma anche ai lavoratori forestali.
 
Ma i nodi vengono al pettine.
 
“Quando in una finanziaria come quella della Regione siciliana si prevedono ingenti impegni finanziari senza un’adeguata copertura, non bisogna meravigliarci dell’intervento del Commissario dello Stato che esercita un ruolo di garanzia”. L‘ha detto il ministro alla Pubblica amministrazione Giampiero D’Alia, parlando con i giornalisti a Ragusa a un convegno sui fondi europei 2014-2020.
 
“Ho dato la mia disponibilità al presidente Crocetta – ha aggiunto il ministro – per convocare un tavolo tecnico anche a Roma, con il presidente del Consiglio e il ministero dell’Economia, per vedere come intervenire su alcuni settori specifici della macchina regionale che hanno una loro complessità sul piano sociale e su cui è necessario reperire le necessarie risorse”.
 

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