Vertice di maggioranza test di Crocetta domani - QdS

Vertice di maggioranza test di Crocetta domani

Raffaella Pessina

Vertice di maggioranza test di Crocetta domani

giovedì 06 Febbraio 2014

Tensioni Pd-Udc dopo l’ultimatum del ministro D’Alia ai Democratici siciliani. Tempi lunghi per il decreto legislativo sui residui attivi

PALERMO – Mentre per gli alleati si è aperta la crisi politica in Sicilia, il governatore cerca di contenere gli effetti della bufera che si è scatenata dopo le dichiarazioni del leader nazionale dell’Udc Pierferdinando Casini in merito al riavvicinamento del suo partito all’area di Centro-Destra.
Crocetta, che fa parte del Pd anche se ha fondato un suo movimento politico (Il Megafono), ha deciso di convocare per domani un vertice di maggioranza, con l’obiettivo di neutralizzare l’ultimatum del ministro in quota Udc Gianpiero D’Alia, secondo cui la crisi si è aperta dopo le dichiarazioni del Pd. Crocetta, invece, che vede sgretolarsi la sua maggioranza che gli garantiva la governabilità in Parlamento, vuole incontrare gli alleati, per convincerli della necessità dell’unità della compagine e di un nuovo patto per riqualificare la spesa e fare ripartire lo sviluppo. Tra l’altro è urgente definire la cosiddetta manovra bis, alla quale ha dato avvio la riunione di giunta di martedì scorso che ha cominciato con il mettere a disposizione circa 60 milioni di euro per pagare gli stipendi e i servizi almeno di una parte significativa dei dipendenti delle società in qualche modo legate alla Regione. Sarà questa la carta che Crocetta vuole giocare nella partita con gli alleati, stringendo, attraverso la nuova manovra, con annessa rimodulazione della spesa, un nuovo patto per lo sviluppo e il lavoro.
Intanto il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi, ha risposto all’ultimatum di Gianpiero D’Alia (aveva dichiarato aperta la crisi dopo le dichiarazioni dei democratici, dando 48 ore di tempo per un chiarimento). “Se D’Alia vuol far precipitare la situazione – dice Gucciardi – se ne assuma fino in fondo la grave responsabilità. Dice che la crisi è aperta? Per noi non è così. Serve uno scatto di buonsenso in questa fase difficilissima”. “Abbiamo posto un problema legittimo – continua Gucciardi – perchè la scelta di Casini non è cosa di poco conto. Ma abbiamo anche detto che solo se verrà confermata definitivamente attraverso i congressi dei centristi, avvieremo una seria e dovuta valutazione”.
Ieri intanto si è svolto un incontro tra i sindacati dei lavoratori e l’assessore all’Economia Luca Bianchi. Ne è emerso un quadro poco confortante: sono infatti previsti tempi lunghi per la soluzione dell’emergenza finanziaria in Sicilia e degli effetti dell’impugnativa della legge di stabilità da parte del commissario dello Stato. Resta così confermato lo stato d’agitazione del personale. “Tale situazione potrà trovare uno sbocco positivo – avrebbe detto Bianchi – soltanto fra qualche mese, dopo che sarà conclusa la trattativa con il governo nazionale per mettere a posto i conti della Regione”. Il piano prevede, lo ricordiamo, la copertura dei 3,5 miliardi di euro di residui attivi inesigibili in dieci anni, da garantire con un apposito stanziamento nel fondo rischi. Dentro ci sono i 500 milioni bloccati dal commissario dello Stato e che, in seguito all’accordo con il governo nazionale, potranno essere in parte liberati. “La consistenza delle risorse disponibili – ha aggiunto Bianchi – deve essere ancora definita con Roma”.
Questa mattina infine è prevista una seduta d’Aula, con un nutrito ordine del giorno, tra cui i ddl sulla promozione scientifica, la istituzione di case da gioco e le modifiche allo Statuto per le entrate tributarie e le norme sul funzionamento del governo regionale. Il Pd ha dichiarato ieri che chiederà formalmente alla conferenza dei capigruppo, in programma prima della seduta parlamentare, fissata alle 11, di incardinare già domani in aula la riforma delle Province, che prevede l’istituzione dei Liberi consorzi al posto degli attuali enti e l’elezione di secondo livello dei rappresentanti tra gli amministratori dei comuni. L’Assemblea ha tempo fino a metà febbraio per approvare il testo esitato settimana scorsa dalla commissione Affari istituzionali presieduta da Antonello Cracolici (Pd), in caso contrario scatteranno i termini per i comizi elettori e si tornerà al voto.

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