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Catania – Sant’Agata, gli incalcolabili costi del centro storico “paralizzato”

Melania Tanteri

Catania – Sant’Agata, gli incalcolabili costi del centro storico “paralizzato”

martedì 11 Febbraio 2014

Le ordinanze non vengono rispettate. Con le strade chiuse un negozio riduce al minimo i guadagni. Ritardi nel rientro della processione e pulizia della cera: i commercianti indignati

CATANIA – Una festa più composta e in cui è stato più evidente il senso religioso, ma nella quale permangono ancora alcune zone d’ombra che compromettono non solo le festività, ma la vita stessa dei cittadini.
È un bilancio in chiaroscuro quello che ha tracciato i comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata che ha organizzato una conferenza stampa proprio per tracciare un consuntivo “a caldo”, e intervenire immediatamente per affrontare le problematiche che ancora insistono sulla tre giorni agatina. A parlare ai giornalisti, il portavoce del comitato, Renato Camarda, che ha anche avanzato alcune proposte per fare in modo che alcuni aspetti ancora controvversi possano essere corretti.
“La festa in generale è stata più ordinata, più rispettosa, con un senso religioso più evidente – ha affermato Camarda – con un grande sforzo delle forze dell’ordine e da parte della Chiesa, che ringraziamo per l’impegno profuso e il lavoro svolto. Anche la processione è stata più composta – ha aggiunto – ma c’è stato un momento in cui qualcosa è cambiato, comportando l’allungamento dei tempi e il ritardo del rientro della Santa in cattedrale, che ha fatto ritorno alle 10,30 di giorno 6”.
Un ritardo che, secondo il comitato, avrebbe gravi conseguene sulla città, non solo per la paralisi del centro storico, nei pressi di piazza Duomo, ma sulle stesse attività produttive, che patirebbero soprattutto la chiudura delle strade percorse dal fercolo per svariati giorni, per consentire la rimozione della cera e scongiurare incidenti, già verificatisi in passato.
E proprio sulla presenza della cera su strade e marciapiedi, conseguenza dei ceri accesi oltre le zone consentite, si è soffermato ancora Camarda.
“L’ordinanza, nonostante venga emessa ogni anno, puntualmente, non viene rispettata e, soprattutto in prossimità della Villa Bellini, i ceri vengono portati da centinaia di persone, con grande pericolo per la gente. Le forze dell’ordine – ha proseguito – ci sono ma hanno difficoltà a intervenire, anche per non rischiare di scaldare gli animi e peggiorare la situazione. La rimozione della cera poi – ha continuato – comporta la chiusura di alcune vie come la via Etnea, con gravi conseguenze sul commercio, settore già in profonda crisi”. Sono infuriati, infatti,i titolari degli esercizi commerciali che affaccianolungo le strade percorse dalla processione. “Nei giorni in cui le strade sono chiuse – hanno lamentato in molti – riusciamo a guadagnare meno di 50 euro in una giornata”.
Da qui, la proposta del comitato di riunirsi intorno a un tavolo per fare in modo che questo carico di lavoro venga distribuito tra tutti i soggetti attivi nelll’organizzazione e gestione dei festeggiamenti agatini. Una richiesta inoltrata direttamente al sindaco Bianco, con la preghiera di agire quanto prima, per non perdere tempo prezioso. “Chiediamo un tavolo di coordinamento con la partecipazione delle componenti più importanti: Comune, Chiesa, associazioni agatine, corporazioni delle candelore, la Protezione civile, qualcuno che rappresenti chi porta i ceri, oltre la società civile, per affrontare, sin dal giorno dopo, gli aspetti che ancora non vanno. La mafia si infila nelle contraddizioni – conclude il rappresentante del Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata – nei vuoti di potere, nella mancanza di coordinamento”.

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