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Trapani – La pesca è sempre più in crisi, sono a rischio 3 mila lavoratori

Vincenza Grimaudo

Trapani – La pesca è sempre più in crisi, sono a rischio 3 mila lavoratori

mercoledì 23 Settembre 2009

I nodi sono venuti al pettine pure nel mazarese, dove risiede la più grande flotta della Sicilia. Campanello d’allarme anche dalla Regione: un intero settore in disarmo

TRAPANI – A rischio all’incirca 3 mila posti di lavoro in provincia di Trapani. Non sono numeri sparati a caso lì, ma trovano riscontro attraverso la crisi della pesca siciliana che ha in pieno travolto anche la provincia di Trapani. Da queste parti, nel comparto della marineria, il problema ancora era stato avvertito solo di striscio anche perché si tratta del settore più produttivo dell’intera Sicilia e uno dei più produttivi addirittura in Italia. Una posizione cardine che ha fatto venire i nodi al pettine un po’ più in ritardo, ma adesso non si può più rinviare la discussione.
A Mazara del Vallo, dove esiste la più grande flotta peschereccia della Sicilia, la crisi è palpabile. Lo ha rimarcato nel corso di un breve incontro con un gruppo di operatori del comparto ittico anche il direttore del Dipartimento regionale della Pesca, Gianmaria Sparma.
“Siamo consci – ha detto Sparma –delle difficoltà in cui versa il settore della pesca d’altura, che nell’ultimo periodo oltre ai noti problemi strutturali e congiunturali, ha dovuto registrare il progressivo restringimento delle aree di pesca dopo i recenti sequestri di pescherecci a opera dei libici e dei tunisini”.
Da un calcolo approssimativo sono all’incirca 3 mila i posti di lavoro che rischiano di saltare: 2 mila nella sola Mazara, un migliaio (o forse anche qualcosa di più) tra il capoluogo ed altri centri costieri.
“La crisi economica – ha sottolineato Giuseppe Messina dell’Ugl Sicilia – che porterà circa 100 mila lavoratori siciliani a dovere utilizzare, nei primi 9 mesi del 2009, l’ammortizzatore sociale come parziale ristoro al reddito non risparmia neanche la rappresentanza degli armatori della pesca di Mazara. La crisi non è solo contingente, ma strutturale perché priva di programmazione e di stimolo per il rilancio del settore”.
“La pesca mazarese – dice ancora Giovanni Condorelli, sempre dell’Ugl – necessita di una leadership forte che garantisca con un piano strategico di rilancio del settore, la ripresa dell’economia per sostenere i circa 2 mila pescatori mazaresi e nord-africani e gli addetti alla filiera ittica. L’imminente nascita del Mercato ittico e la presenza di una organizzazione dei produttori rappresentano un auspicio per la rinascita della pesca”.
Apparati che però da soli, è risaputo, non possono bastare.
 


Rassicurazioni. Palermo fa sentire il proprio appoggio
 
TRAPANI – Il dipartimento Pesca della Regione Sicilia, intanto, si dice impegnato sul riconoscimento dell’indennizzo relativo alle calamità naturali. Si sta anzitutto cercando di calendarizzare il fermo biologico del 2010 che dovrà avvenire secondo criteri non solo economici ma anche scientifici legati all’effettivo ripopolamento ittico.
“Non possiamo intervenire direttamente sui mercati – ha concluso Sparma – ma la nostra azione è rivolta a dare maggiore stimoli alla classe armatoriale”.
Anche le statistiche parlano chiaro: nell’ultimo decennio del secolo trascorso le esportazioni di pesce trasformato sono aumentate dal valore di 9 milioni di euro del 1993 ai 22 milioni di ‘99, per arrivare ai 43 milioni del 2002. Da quell’anno però la tendenza si è invertita, e nel 2004 è stato esportato pesce trasformato per 28,8 milioni di euro, trend confermato dall’Istat sino al 2008. Ed il 2009 potrebbe anche dare cifre peggiori.

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