Zone franche urbane in 18 aree della Sicilia - QdS

Zone franche urbane in 18 aree della Sicilia

Raffaella Pessina

Zone franche urbane in 18 aree della Sicilia

martedì 25 Febbraio 2014

In Aula la riforma delle province, mentre si attende la finanziaria bis. Oggi Crocetta e Vancheri a Catania a illustrare il progetto

PALERMO – Torna in Aula questo pomeriggio la riforma delle province all’Ars. E sempre oggi è prevista a Catania una conferenza stampa del governatore Crocetta sulle Zone franche urbane.
 
Il progetto infatti si appresta a partire in 18 aree della Sicilia. Prevista anche la presenza dell’assessore delle Attività Produttive, Linda Vancheri e di Carlo Sappino, dirigente del Ministero per lo Sviluppo Economico. Da approvare a breve inoltre vi sarà anche la cosiddetta finanziaria bis, che l’assessore all’economia Luca Bianchi dovrebbe ormai avere definito e trasmesso all’Ars.
 
Sul nuovo documento finanziario, che dovrebbe contenere le norme impugnate a suo tempo dal Commissario dello Stato è intervenuto il capogruppo di Fi all’Ars, Marco Falcone: “Piuttosto che sfiancarsi in stucchevoli e inutili riforme che servono, e non so fino a che punto, all’immagine del suo partito piuttosto che agli interessi della Sicilia, il governatore Crocetta metta mano alle vere emergenze siciliane con la Finanziaria bis, del cui varo, annunciato ripetutamente da oltre un mese, non se ne ha alcuna traccia”. Falcone aggiunge: “Ritengo indispensabile che l’assessore Bianchi insieme al governatore, se vogliono formulare una efficace manovra finanziaria, non potranno prescindere dal rinegoziare con il nuovo presidente del Consiglio e con il nuovo ministro all’Economia il Patto di bilancio nazionale rivendicando la riduzione del contributo della Sicilia allo Stato”.
 
Ma Falcone interviene anche sul nuovo presidente del Consiglio: “Renzi – ha detto – che ha dimostrato indifferenza verso il sud e la Sicilia nella composizione della squadra ministeriale, dimostri almeno un po’ di attenzione verso la nostra Terra riducendo il contributo della Regione allo Stato”. “Credo – conclude Falcone – che questa possa essere un’azione, virtuosa e qualificante per un Capo di Governo verso una Regione che è tra i primi posti nel concorso delle regioni alle finanze pubbliche dello Stato”. Falcone ha detto: “è gravoso per la Sicilia continuare a versare allo Stato più di un miliardo e trecentomila euro l’anno che, tra l’altro, sono in gran parte il ricavato delle imposte derivanti dalle attività inquinanti dell’estrazione e della raffinazione petrolifera”.
 
Sulla indifferenza verso il Sud interviene anche Pippo Gianni del Gruppo Misto che con una lettera aperta a Davide Faraone (renziano del Pd). Nella lettera Gianni spiega che “l’esecutivo appena nato potrebbe dare la sensazione che il mezzogiorno e la Sicilia in particolare non facciano parte dell’agenda di governo vista la drastica riduzione di rappresentanti siciliani e l’eliminazione della delega per la coesione territoriale. Questo non può essere un motivo valido e ragionevole perché il sud venga dimenticato”.
Gianni prosegue invitando Faraone a farsi carico delle legittime istanze già giacenti nei cassetti romani e per la piena applicazione all’articolo 37 dello Statuto Siciliano e perché il Parlamento approvi in maniera rapida il disegno di legge voto approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana sulle modifiche dell’art. 36. “Mi preme infine ricordare – conclude Gianni – a te e dunque al presidente Renzi, che nelle scorse settimane la commissione paritetica Stato-Regione si è finalmente insediata, ecco allora che quanto stabilito nell’oramai lontano 2007: maggiorazione Irap per colmare il debito sanitario a fronte di misure compensative di pari importo, può e deve avere priorità sin dai primi passi del nuovo Governo”.

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