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Palermo – Aps ceduta all’autorità d’ambito in attesa che sia pronto il bando

Gaspare Ingargiola

Palermo – Aps ceduta all’autorità d’ambito in attesa che sia pronto il bando

venerdì 28 Febbraio 2014

Nel frattempo ci sono già state cinque manifestazioni d’interesse per la gestione del servizio. Le diverse parti coinvolte hanno firmato pochi giorni fa la cessione temporanea

PALERMO – È stata firmata nella serata di mercoledì la cessione temporanea di Acque potabili siciliane all’autorità d’ambito in accordo con il Tribunale fallimentare di Palermo. Viene così formalizzata l’intesa tracciata nei giorni scorsi fra le diverse parti in causa: assessorato regionale all’Energia, guidato da Nicolò Marino, Provincia di Palermo, nella persona del commissario straordinario Domenico Tucci, i sindaci dei 52 comuni del palermitano coinvolti (si parla di circa 500 mila abitanti), la curatela fallimentare di Aps, sindacati, lavoratori e giudice delegato, con il fondamentale lavoro di raccordo della Prefettura.
La Regione metterà subito a disposizione 500 mila euro per la copertura economica della fase di start up con la speranza di trovarne altri 500 mila fra le pieghe della manovra bis. La cessione temporanea viene effettuata con la formula dell’affitto del ramo d’azienda e avrà la durata di quattro mesi, per dare il tempo all’Ato di indire un bando di gara e all’assemblea regionale di regolamentare la materia. In attesa di bando e riforma ci sono già state ben cinque manifestazioni d’interesse: Amap di Palermo, Caltacqua di Caltanissetta, Onda energia di Siracusa, Consorzio Simegas di Cefalù ed Euromec di Brescia.
Fino a qualche settimana fa l’Amap, per voce del sindaco del capoluogo Leoluca Orlando e del suo presidente Vincenzo Costantino, aveva accarezzato l’idea di ottenere in maniera diretta la gestione subordinandola però a un riconoscimento economico di circa sei milioni di euro, richiesta che in qualche modo era stata accettata anche dai 52 sindaci della provincia. La Regione però non è riuscita a trovare la somma (anche per le note vicende del bilancio regionale) né poteva farlo l’Ato trattandosi non di un ente gestore bensì regolatore. E così l’opzione Amap è sfumata e la municipalizzata palermitana concorrerà al pari delle altre società per ottenere la gestione.
“Il fatto è – dice Raffaele Loddo della Cisal – che l’Ato avrebbe dovuto già da tempo avviare una procedura per il nuovo soggetto gestore. Manca anche la riforma del servizio, che doveva arrivare l’anno scorso ma non è ancora uscita dal parlamento”. I 206 dipendenti e i cittadini dei 52 comuni possono dunque tornare a respirare. Niente esuberi né rubinetti a secco: le tribolazioni degli ultimi mesi dovrebbero essere ormai alle spalle. Era il 29 ottobre quando il Tribunale di Palermo dichiarava il fallimento dell’Aps disponendo un esercizio provvisorio di tre mesi con scadenza fissata al 29 gennaio, poi prorogata fino al 14 febbraio. A dicembre si configurava il rischio che i giudici restituissero le reti idriche e gli impianti di sollevamento a una quindicina di Comuni invece che all’autorità d’ambito interrompendo l’integrità del servizio e gettando nel panico i lavoratori.
Il 30 gennaio un protocollo d’intesa tra la Regione, i curatori e l’Ato concedeva a quest’ultimo qualche giorno di tempo per studiare con la Provincia le modalità per una concessione provvisoria. A sbloccare la situazione ci pensava la forte presa di posizione del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, che scongiurava l’interruzione del pubblico servizio consegnando le reti all’Ato e requisendo Aps su suggerimento del commissario Tucci fino a mercoledì, giusto il tempo necessario a firmare l’accordo per il nuovo bando e per l’affitto temporaneo all’Ato per 120 giorni.
Un’unità di crisi guidata dal dirigente del servizio di Gestione infrastrutture per le Acque, Francesco Greco, supervisionerà la gestione durante la fase di transizione. “Sarebbe stato davvero paradossale – commenta Loddo –, dopo aver concordato tutto, che non si mettesse nero su bianco. L’apporto positivo delle istituzioni ha consentito di salvaguardare il servizio e i livelli occupazionali”.

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