Raffineria a fuoco, cos'è successo a Priolo? - QdS

Raffineria a fuoco, cos’è successo a Priolo?

Rosario Battiato

Raffineria a fuoco, cos’è successo a Priolo?

venerdì 28 Febbraio 2014

Dopo l’ultimo incidente, urgono chiarimenti. Interrogazioni e una richiesta della commissione Ambiente del Comune di Siracusa per conoscere l’entità della manutenzione

Dopo la paura arriva la richiesta di chiarimenti. L’incendio divampato mercoledì sera nell’impianto power former della raffineria Isab Sud, azienda adesso interamente controllata dal gruppo russo Lukoil, nella zona industriale di Priolo, ha acceso per l’ennesima volta i riflettori sul rischio industriale in Sicilia.
 
La città adesso chiede risposte precise. L’incidente è capitato in un periodo mediaticamente molto complicato per le raffinerie siciliane, strette tra la crisi del settore petrolifero e le proteste della cittadinanza per le bonifiche ambientali. Il clima più teso rispetto al passato ha fornito il quadro perfetto dentro cui è divampata la protesta ben più furibonda ed estesa di altri episodi similari, anche perché non è certo la prima volta che l’impianto siracusano assurge agli onori della cronaca per un incidente.


A ricordarlo ci ha pensato Sofia Amoddio del Partito Democratico, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e della Giunta per le Autorizzazioni a procedere. “Solo nell’ultimo anno, il polo petrolchimico di Priolo – Augusta – Melilli – Siracusa è stato protagonista di innumerevoli incidenti: vittime sul lavoro, sversamenti di idrocarburi, nubi tossiche che tengono sotto scacco interi comuni per ore ed ore come quella dello scorso maggio a Melilli”.


Superato il rischio di eventuali feriti, ci sono domande da porsi e risposte precise da attendere: “la popolazione che vive nei pressi del polo petrolchimico di Siracusa – ha spiegato il deputato – ha dovuto affrontare una emergenza senza avere notizie certe di quanto stava accadendo all’interno dello stabilimento Isab e senza sapere se i fumi che fuoriuscivano dall’impianto fossero nocivi per la salute”. In tal senso sono già state presentate due interrogazioni.
 
La prima è diretta al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro degli Interni affinché diano mandato alla Prefettura di Siracusa “di accelerare l’iter di realizzazione della nuova sede del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Augusta, al fine di migliorare in maniera significativa la risposta operativa della macchina dei soccorsi in caso di calamità e di incidenti industriali rilevanti”. La seconda interrogazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per “intervenire affinché ponga in essere quanto di competenza perché questi incidenti non abbiano più a ripetersi”.
 
Anche il comune di Siracusa non vuole stare a guardare. Ieri è giunta la nota della commissione consiliare Ambiente ed ecologia che sollecita “le aziende del polo industriale a investire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti”. La Commissione chiede “alle imprese di rendere pubblici i dati di bilancio degli ultimi anni relativi agli investimenti per manutenzioni eseguite e/o in programmazione”.

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