Ucraina tra due fuochi. Mosca lancia ultimatum - QdS

Ucraina tra due fuochi. Mosca lancia ultimatum

Oriana Sipala

Ucraina tra due fuochi. Mosca lancia ultimatum

martedì 04 Marzo 2014

Un centinaio di filorussi ha occupato la sede del governo regionale di Donetsk

KIEV – La situazione in Ucraina si complica sempre di più. Nelle ultime ore assistiamo a una vera e propria spaccatura interna, degenerata in scontri, violenze e interventi militari che vedono coinvolta la vicinissima Russia. Il comandante della flotta russa del Mar Nero, Aleksandr Vitko, ha lanciato un ultimatum ai militari ucraini, intimando loro di arrendersi entro le 5.00 di questa mattina e minacciando altrimenti un assalto ai reparti dell’esercito ucraino in tutta la Crimea.
 
Nel frattempo, almeno un centianio di filorussi ha fatto irruzione nella sede dell’amministrazione regionale di Donetsk, nella russofona Ucraina orientale, e il loro “comandante” Pavel Gubarev, ha annunciato di aver “preso il potere”. E anche il Parlamento di Donetsk convoca un referendum sullo status della regione, come ha fatto la Crimea. Anche sul palazzo del Consiglio regionale di Odessa sventola la bandiera russa. Le voci russofile, quindi, si sollevano con forza sempre maggiore, contro l’ondata europeista che ha investito l’Ucraina e che ha portato alla fuga dello stesso Ianukovich, considerato dai russi l’unico legittimo presidente.
Le reazioni in Europa non si sono fatte attendere. Al telefono con Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel si dice “estremamente irritata” con Vladimir Putin e aggiunge poi di “non esser sicura” che il presidente russo “abbia ancora contatto con la realtà”. Intanto a Bruxelles sono in corso i lavori per convocare i leader europei: il vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo della Ue per trovare una posizione comune sulla crisi dell’Ucraina si dovrebbe tenere giovedì. Intanto ieri a Ginevra c’è stato un incontro sulla situazione ucraina tra il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e il suo collega Frank-Walter Steinmeier, alla luce della telefonata avvenuta tra Putin e Merkel.
Il G7 è unito contro Mosca, ritenendo l’intervento russo in Crimea una vera e propria aggressione e sospendendo, quindi, la partecipazione ad attività connesse alla preparazione del G8 di giugno a Sochi. L’Italia, però, è contraria al blocco dei lavori del vertice del G8 a Sochi, ipotizzato dal segretario di stato Usa, John Kerry. Un’ingerenza, questa, ritenuta inaccettabile dal governo di Mosca.
Nel frattempo l’ucraina si difende dall’occupazione russa: “Dei caccia russi – denuncia il ministero della Difesa ucraino, che ha fatto alzare in volo un aereo di ricognizione Sukhoi 27 – hanno violato per due volte lo spazio aereo ucraino sul Mar Nero. L’equipaggio ucraino – prosegue il ministero – è riuscito a prevenire le provocazioni da parte degli aerei russi”. “L’Ucraina – avverte il primo ministro Arseni Iatseniuk – non cederà mai la Crimea”.
L’attenzione delle forze ucraine per la diesa del territorio è alta, soprattutto nelle zone di frontiera. Qui le guardie ucraine hanno denunciato che i militari russi continuano a sbarcare in Crimea massicciamente: secondo le loro stime, nelle ultime 24 ore sono atterrati in Crimea 10 elicotteri da combattimento e 8 aerei da trasporto, senza che Kiev fosse informata con 72 ore di anticipo previste dall’accordo bilaterale sulla flotta russa del Mar Nero. Presunti soldati russi, armati ma con mimetiche prive di segni di riconoscimento, hanno circondato il centro di intelligence della Marina militare ucraina a capo Fiolent, a Sebastopoli, e il centro approvvigionamenti militari di Bakhcisarai. I soldati ucraini si rifiutano però di deporre le armi.
La situazione non accenna a placarsi, tanto che lo stesso Fmi, con un team di ispettori sarà a Kiev a partire da oggi fino al 14 marzo. Gli ispettori “valuteranno la situazione economica e discuteranno le riforme che potrebbero essere la base per un programma di assistenza del Fmi”. I ministri delle Finanze e dell’Economia del G7 avevano promesso sostegno all’Ucraina, per “mobilizzare rapidamente assistenza tecnica per affrontare le sfide macroeconomiche”.

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