829 piccoli centri, 12 dei quali demanio regionale. Abbandonati per 60 anni, con la Legge di stabilità devono essere venduti. Un progetto di riqualificazione di 42 mln rimasto sulla carta. I privati chiamati a restaurarli
Sono 829 e molti di essi giacciono in uno stato di totale abbandono. Parliamo dei borghi siciliani, piccoli agglomerati di residenze o servizi il cui sviluppo è rimasto bloccato. Risorse di inestimabile valore, i borghi potrebbero essere recuperati ed impiegati per strutture turistiche, agricole, culturali e, invece, per la stragrande maggioranza, sono ridotti a cumuli di macerie o occupati abusivamente da abitanti che si sono inseriti ad hoc nel non governo regionale.
Tra gli 829 centri e nuclei storici che sono stati censiti dall’assessorato regionale ai Beni culturali all’interno delle linee guida del Piano paesistico regionale della Sicilia – approvato con D.a. n. 6080 del 21 maggio 1999 – troviamo borghi eterogenei per fondazione e conformazione. Per alcuni di loro la Regione aveva elaborato anni addietro un progetto di recupero inserendoli nel progetto “La via dei borghi”. Ma nulla venne fatto di concreto.