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Messina – Lavoro: i dati della catastrofe persi 13 mila posti in un anno

Francesco Torre

Messina – Lavoro: i dati della catastrofe persi 13 mila posti in un anno

domenica 09 Marzo 2014

Gravissima l’assenza di politiche industriali pubbliche, inevitabile la “desertificazione” produttiva. È come se fossero “spariti” due quartieri della città. Le ripercussioni sui consumi

Messina – Dal 2012 al 2013 la provincia di Messina ha perso 13 mila posti di lavoro. 10 mila erano dipendenti. Questo il dato macroscopico Istat diffuso dalla Cgil di Messina in previsione del Congresso che si sta tenendo proprio in questi giorni.
Per capire la dimensione del fenomeno, basti pensare che 13.000 persone sono più di tutti gli abitanti di Faro Superiore e di Ganzirri accorpati. Ed è come se da un anno all’altro queste frazioni si siano trovate senza lavoro. Nessun lavoro nessuno stipendio. Nessuno stipendio niente consumi e niente affitti. Uguale chiusura degli esercizi commerciali, sfratti, sospensione dell’erogazione dell’elettricità e del gas. Con tutto quello che ne deriva. Insomma, un incubo sociale.
In percentuale, il calo del tasso di occupazione è stato di quasi il 4% tra gli uomini (passando dal 55,3% del 2012 al 51,6% del 2013) e di 2 punti tra le donne (dal 33,6 al 31,7%). Il settore più colpito è stato quello dei servizi, con 10.000 posti in meno di cui 7 mila tra i dipendenti. Peggio ha fatto solo Palermo con la perdita di 13 mila posti di lavoro, ma su un totale di 110 mila occupati in più.
“I dati diffusi – ha commentato Lillo Oceano, segretario della Cgil – sono frutto del perdurare della crisi economica, delle enormi carenze infrastrutturali del territorio, della assenza di politiche industriali, della desertificazione produttiva, dell’assenza di investimenti pubblici, della grave e colpevole assenza di politiche pubbliche per difendere dignità del lavoro, occupazione, tessuto produttivo. Anche il Governo regionale e gli Enti locali hanno fatto poco o nulla per contrastare questo declino”.
La Cgil illustrerà le proprie proposte per sovvertire questo trend durante il Congresso. Ma probabilmente saranno simili a quelle degli anni precedenti. “Individuare i settori nei quali investire e trovare le risorse per gli investimenti”, ha richiesto Oceano agli enti locali, “focalizzando l’attenzione sulle risorse europee”. Se ci si fermerà qui, ascolteremo il solito refrain. Segno che forse anche il sindacato dovrebbe guardare al proprio operato con uno sguardo più obiettivo e la volontà di dire, adesso, qualche parola di cambiamento.
 

Lavori e appalti. In edilizia il fatturato crolla di 40 mln di euro

Messina – Se i dati peggiori sul fronte del lavoro riguardano il settore dei servizi (il principale alle nostre latitudini), quello edile non può certo dirsi escluso dalla crisi. Almeno stando ai dati emersi durante il Congresso della Fillea Cgil, tenutosi nei giorni scorsi con la riconferma di Franco Tarantino segretario generale. Il raffronto con il 2008, effettivamente, è agghiacciante: – 40 mln di euro di fatturato, – 352 appalti pubblici, + 305% di cassa integrazione e 4.950 licenziamenti. E a questi dati va aggiunto l’incremento del lavoro nero (testimoniato dal numero dei cantieri sospesi per questo motivo solo nel 2013, 19) così come l’inarrestabile fenomeno delle morti sul lavoro, due solo nell’ultima settimana. “Eppure, anche in questa fase, è possibile rilanciare l’occupazione – sostiene Tarantino – attraverso l’avviamento di importanti opere pubbliche già progettate e finanziate per una spesa complessiva di 500 mln di euro”.

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